Il teatro nel teatro è intrigante, ma non è certo
una novità. Il palcoscenico e quello che gli sta intorno diventa il
luogo da cui partono e si sviluppano storie. Lo spettacolo Teatro Delusio va oltre la definizione di teatro nel teatro, nel senso che tutto si svolge dietro le quinte.
Del palcoscenico si sentono solo le musiche. Gli attori, così come i cantanti,
i ballerini, il direttore d’orchestra, i musicisti sono delle comparse che si
intravvedono solo per qualche
attimo. I veri protagonisti sono i tre tecnici di scena, ai quali si aggiunge fugacemente
la donna delle pulizie con il suo secchio.
Sono lontani anni luce dal mondo del palcoscenico da cui sono
fisicamente vicinissimi. Ognuno dei tre costruisce un suo teatro privato usando
gli attori, le ballerine, anche il regista. Uno s’innamora, un altro si sente moschettiere
con spada in mano, il terzo, il capo del backstage con una pancia enorme,
partorisce due gemelli e al suo capezzale, come un adorante neo-papà, ha la famosa soprano in abito da sera. I loro
sogni e i loro pensieri s’intersecano, si mischiano con lo spettacolo. Sulla
scena, anzi sul retroscena, si alternano ben 29 personaggi. Tutti hanno una personalità ben definita, anche se nessuno di
loro parla. In realtà gli attori, o meglio i mimi, sono solo tre. Sono i
Familie Flöz, gruppo teatrale
nato a Essen, pluripremiato in vari festival teatrali tra cui quello d’Avignone
e il mitico Fringe di Edimburgo, che ha portato in suoi spettacoli in ben 34 Paesi. Abilissimi e acrobatici, i tre saltano,
ballano, assumono identità diverse, cambiando a velocità incredibile abiti e
soprattutto maschere. Più che maschere sono teste complete, sovradimensionate
rispetto ai corpi, con tratti esasperati ma un’espressione così ben resa e
drammaticamente vera che, a seconda delle situazioni, sembra atteggiarsi a
smorfia, sorriso, tradire commozione. Lo
spettacolo, allegro e struggente al tempo stesso, surreale ma con spunti di vera passionalità, si segue
come il più appassionante dei thriller. Diverte, fa ridere da non poter
resistere, senza mai cadere nello scontato, nel becero-volgare. Ma sempre sul
filo di un humour irresistibile ed elegante. Con trovate geniali. Come
all’inizio, quando i tre sono sul palco a luci
spente, intenti a passare l’aspirapolvere, sistemare porte e finestre. O al
momento degli applausi, quando danno la schiena al vero pubblico, come se si
rivolgessero a quel fantomatico pubblico dall’altra parte, che loro non
vedono mai. O dopo, a spettacolo chiuso, quando i tre (due uomini e una donna, finalmente senza maschera e bellissimi) se ne stanno seduti comodamente sul palcoscenico e mangiano e bevono come in un normale backstage. Teatro Delusio è in scena fino al 17
febbraio al Teatro Menotti di Milano (www.teatromenotti.org).
Nessun commento:
Posta un commento