“Quello che gli occhi a volte non
vedono“ una foto riesce a mostrarlo. Non è un’espressione di fastidiosa
supponenza e neppure un velato rimprovero. E’ il tema che lega le immagini del
progetto benefico Pop up per la
raccolta di fondi a favore del Policlinico San Matteo di Pavia. Vi hanno
aderito 75 fotografi e solo nei primi cinque giorni hanno già venduto settanta foto.
Gli organizzatori Mauro Negri e Luca Tres dello storico Circolo fotografico
Oltrepò di Broni e Arnaldo Calanco dell’Associazione Spazio 53 di Voghera hanno
pensato che la forza silenziosa di una foto potesse essere il migliore
riconoscimento alla dignità e alla professionalità
di medici e infermieri che ogni giorno, in silenzio, lottano per tutti noi. Le foto non
raccontano il loro lavoro, ma richiamano quello che gli occhi non vedono, “sono
un mezzo per creare conoscenza e coscienza, per unire e condividere”. Ecco il
bianco e nero dell’americano Harry De Zitter, l’unico straniero, con il leone
alato sulla colonna di piazza S.Marco che si staglia contro un cielo tempestoso.
Così diverso da quello delle mille cartoline, quasi irriconoscibile. O la Baia
del Silenzio a Sestri Levante di Lorenzo Callerio, con in primo piano la statua
del pescatore, sfuggita a molti, tanto da sembrare un fotomontaggio. Irreale e incuriosente
l’immagine di Roberto Cifarelli con uno strano specchio sulla riva del mare che
riflette una lunga spiaggia con due persone che camminano. La foto di Lorenzo Bigano
gioca sul contrasto della neve con coloratissimi murales: l’angolo di un campo
da gioco con una tribuna? Le foto sono sul sito www.popupfotografia.it. Costano 50 euro l’una. Sono
stampate in dimensione cm20x30 o 25x25 e montate su passepartout. Vengono
spedite a domicilio nel giro di 30 giorni.
martedì 28 aprile 2020
venerdì 24 aprile 2020
CAMERA CON SVISTA
C’è chi pensa, ma già illustri
avvocati del settore lo confermano, che alla fine di questa pandemia ci sarà un
crescendo di cause di separazione e divorzio. La convivenza sotto lo stesso
tetto per quanto grande, piacevole per qualche giorno, può diventare un incubo
se prolungata e soprattutto non programmata e imposta. Ma anche l’isolamento
del single desta preoccupazioni e non a caso si pensa che psicanalisti e
neurologi avranno grande lavoro pure loro. Nell’arte può essere fonte di
riflessioni, pensieri, ispirazione. Da
marzo continua il Viaggio intorno alla
mia camera per la Fondazione Nicola Trussardi. Oggi Il Foglio riporta pensieri
liberi talvolta intimi di 32 artisti ed è un’occasione per rilevare che
degli interpellati solo quattro sono donne. My Art Guides dedica ogni settimana
a un artista un editoriale dal titolo A
room with a view, come il romanzo di Forster, a proposito della loro
esperienza di reclusione. Ora è il
momento di Christian Fogarolli (classe 1983) che pone la sua attenzione sul legame
tra normalità e devianza, argomento affrontato in varie sue opere tra cui lo
still video Pneuma, uno dei vincitori
del premio Italian Council, nel quale crea “una linea di connessione tra arte,
discipline scientifiche e cura mentale”. Nella sua lettera parla del soggiorno
forzato nello studio di Trento sua città
natale e all’aver dovuto rinunciare a seguire a Berlino il suo progetto. Ma rivela anche
di aver capito che questa esperienza negativa gli ha insegnato che le certezze
dell’esistenza sono minime, nulla è garantito. La precarietà non è solo nell’economia,
come molti pensano, convinti nella vita e nel lavoro di essere immortali. Inquietante
la foto di lui disteso su un pavimento che si intravvede da un muro. Con gli
occhi spalancati.
mercoledì 22 aprile 2020
LA CITTA' RIFLESSA
Quale luogo meglio di Venezia può
raccontare gli effetti dei cambiamenti climatici piuttosto che la ribellione
della natura all’uomo. Specie se si tratta di acqua e di mare. Con un approccio
dove arte e cultura hanno un forte peso. Ed è infatti a Venezia che TBA21 Academy, progetto fondato nel 2011, ha creato nel 2019
Ocean Space per la ricerca e
l’informazione sulle tematiche oceaniche. Che si basa sulla convinzione della
capacità di scambio tra le varie discipline e sulla facoltà dell’arte di essere
veicolo di comunicazione, cambiamento e azione. Dopo la mostra di apertura e la
chiusura per il restauro della Chiesa di San Lorenzo per la recente alluvione (nella foto di Shaul Bassi del 13 novembre, sopra foto di Enrico Fiorese), riprende l’attività con La città riflessa. Propone una serie d’incontri,
ovviamente digitali, per coinvolgere il pubblico sul tema della sostenibilità
lagunare con studiosi, scienziati, ma anche artisti, esperti di pesca
sostenibile, scrittori e attivisti capaci di trasmettere il messaggio, con il
titolo di Nowtilus. Storie di una laguna
urbana del 21esimo secolo. Dove la parola
Nowtilus oltre al richiamo all’attualità con
now, fa riferimento al famoso sottomarino di Ventimila leghe sotto i mari, simbolo e strumento di ricerca, ma anche a un mollusco risalente al Paleozoico
e alla traduzione greca di marinaio, viaggiatore di mare per eccellenza. Sono
otto podcast condotti da Enrico Bettinello e curati insieme a Alice Ongaro Sartori,
sulla piattaforma Zoom ogni quindici giorni, a partire da venerdì 24 aprile. A
dare il via lo scrittore veneziano Tiziano Scarpa, Premio Strega del 2009 per il romanzo Stabat Mater. Il suo sarà
un racconto delle esperienze fisiche ed emotive che si possono fare solo a
Venezia. Ci sarà chi parlerà di architettura e urbanistica, chi cercherà di
trasmettere come vive la gente in città,
ci saranno video artisti e sound artisti. Esperti di aree molto diverse “per
coprire il più possibile tutti gli argomenti”, ha spiegato Markus Reymann,
direttore di TBA21-Academy che ha anche annunciato la mostra Territorial Agency: Oceans in transformation
il 20 maggio nella Chiesa di S.Lorenzo . In concomitanza anche due iniziative,
sempre digitali, legate all’attuale situazione di pandemia. La prima Cara Venezia con cui si chiede ad
artisti messaggi con video, testi, anche
solo una parola. La seconda Altra Marea
in cui s'invita il pubblico a riflessioni e pensieri attraverso un testo di una
cartella, un video, una foto. Per partecipare basta collegarsi al link https://zoom.us/j/97831824890
lunedì 20 aprile 2020
COME IN UN FILM
Cosa hanno in comune film come Youth-La giovinezza di Paolo Sorrentino e Uomini
che odiano le donne dal romanzo di Stieg Larsson. Golden Eye un classico 007 del 1995 e Animali fantastici: i crimini di Grindelwald fantasy firmato J.K.Rowling? Tutti hanno
scene
girate in Svizzera. Sono solo alcuni dei tredici film degli ultimi 25 anni che
l’Ente del turismo svizzero elenca. E se Sils
Maria, un quasi capolavoro di Olivier Assayas con una straordinaria
Juliette Binoche, è intuibile dato il titolo che sia stato girato in Engadina,
si rimane invece perplessi che abbiano location svizzere Il filo nascosto, intrigante biografia di un famoso sarto della
Londra degli anni ’50 diretto da Paul
Thomas Anderson o Treno di notte per
Lisbona di Bille August del 2013.
Anche se per quest’ultimo, tratto dall’omonimo romanzo del filosofo
bernese Peter Bieri, noto con lo pseudonimo di Pascal Mercier, non deve stupire
che abbia parecchie scene a Berna(in alto). Racconta di un professore di liceo,
interpretato da Jeremy Irons, che una misteriosa ragazza da lui salvata dal suicidio lo porta involontariamente
a prendere “un treno di notte per Lisbona”. Quanto al film sul sarto, la Svizzera è quella del Grand Hotel
Giessbach sul Lago di Brienz(al centro), teatro di un incontro fondamentale per il
protagonista, interpretato da Daniel Day-Lewis. Più scontate, o meglio più
prevedibili le location svizzere per Assassinio
sull’Orient Express remake di
Kenneth Branagh del 2017 del classico hollywoodiano del 1974. O ancora il
thriller Contagion di Steven
Soderbergh, su una pandemia mondiale, dove molte scene si volgono a Ginevra,
sede di numerose organizzazioni internazionali. O nello 007, il lancio di
Pierce Brosnan per 220 metri dalla diga del Verzasca, dove si fa del bungy jumping (in basso). In un momento di forzati
domiciliari per cui il cinema nel piccolo schermo è una risorsa primaria,
vedere o rivedere questi film facendo attenzione ai luoghi, può essere davvero
un modo diverso di guardare e anche un modo per programmare qualche viaggio a
pandemia finita.
giovedì 16 aprile 2020
IO NELL'UNIVERSO
La data sull’invito di The observing universe era chiara:12 aprile
2020, dalle ore 3:00’00’’alle ore 3:00’01’’. Sotto per chi avesse avuto qualche
dubbio una scritta confermava, in italiano e inglese, che la mostra sarebbe
durata solo un secondo. E così è stato. Il luogo dove tutto si è svolto il
Farahzadart Space a Milano. In streaming ovviamente. Artista performer Gretel
Fehr, di nazionalità tedesca, ma nata a Milano dove vive e lavora. Nascosta
sotto un enorme mantello marrone con strascico è davanti a un cavalletto senza tela con una luce puntata
addosso, in una stanza completamente vuota. Sul viso porta la mascherina,
legame con la realtà della pandemia. Un’immagine aperta a tutte le possibili
interpretazioni. Su quel cavalletto si può vedere l’esasperazione del nulla o
tutto quello che si vuole, quello che si è pensato, soprattutto sognato. Perché
è il sogno il vero significato della mostra secondo il gallerista e artista
Benham Alì Farahzad, persiano, laureato in interior design a Teheran e
diplomato presso l’Accademia di Brera a Milano, dove vive da quarant’anni. “Ci
sono molti temi che si possono vedere anche non materialmente”. Certo ci vuole
uno spunto e poi ci si può lavorare intorno, anche con il sogno. Per questo la
scelta di un orario così particolare, in piena notte, quando tutti dormono. Noi
osserviamo e immaginiamo il mondo e l’universo nello stesso tempo osserva noi,
come dicono il titolo e il sottotitolo Philosophy
to be seen (Filosofia da vedere). Le immagini della performance sono su
instagram e sul sito (http://www.farahzadart.com e www.instagram.com/farahzadart). Normale curiosità chiedersi
quante persone abbiano guardato la mostra nell’orario nell’invito, ma a
differenza di quanto si potrebbe pensare Farahzad non sembra interessato a
saperlo.
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