Si può dire qualcosa di nuovo su Marilyn, a novant'anni dalla nascita (1° giugno 1926) e a quasi 34
dalla morte? Considerato che sul suicidio, nel tempo diventato sempre
meno convincente, si preferisce non parlare… Eppure i tentativi continuano, ma nel
caso di Marilyn Monroe. La donna
oltre il mito a Palazzo Madama, Torino (dal 1° giugno al 18 settembre) non è un tentativo, ma un'operazione perfettamente riuscita. Dietro la rassegna il progetto ambizioso e intelligente di dare una continuità, un filo rosa alla vita di quel palazzo voluto da Cristina di Francia. Cioè una serie di mostre su donne icone, o perché artiste o perché muse ispiratrici di artisti. Con una connotazione più popolare, per interessare pubblici più ampi. Non a caso la presenza del sindaco Piero Fassino, in piena campagna elettorale, per la presentazione alla stampa. Nel grande salone al pianterreno la storia dell'attrice è raccontata attraverso cimeli della sua vita di star, ma soprattutto di donna, circa 150 raccolti per la maggior parte dal collezionista tedesco Ted Stampfer. Dai copioni dei film, le buste delle lettere dei fans, le chiavi del camerino della 20th Century Fox a pezzi di intimità come i bigodini con qualche suo capello ossigenato, le ciglia finte, il mascara. Dall'agenda con i nomi dei suoi prestigiosi contatti al testamento, dagli scontrini delle sue spese in un viaggio in Messico all’assegno per l’acquisto dei pesi(v.foto). Accanto a scatti tratti da film, ci sono le foto dei grandi fotografi come Milton Greene, George Barris, Eliott Erwitt (v.foto) e un’opera d’arte come le Four Marilyns di Andy Wharol. Tra gli abiti di scena come il lungo da sirena di Il principe e la ballerina o il mitico prendisole con gonna plissé soleil di Quando la moglie è in vacanza ci sono quelli dei suoi miti. Il costume nel velluto verde delle tende di Rossella O’Hara-Vivien Leigh, o la vestaglia in seta di Jean Harlow in Pranzo alle otto. Sono invece di Marilyn le calze di Christian Dior, ancora intatte, con cui lei definiva la sua altezza:"Sono alta un metro e sessanta con le calze di nylon ". O la camicia in seta stampata di Emilio Pucci, il suo stilista preferito (è stata sepolta con un suo abito), del 1961 o i jeans e le maglie a righe del cui uso è stata un'antesignana. Immancabile la boccetta di Chanel 5, il suo pigiama. Molto simile per le note dolci a MM il profumo dedicato a lei da Sileno Cheloni per Aqua Flor. Un omaggio alla diva come il cocktail
oltre il mito a Palazzo Madama, Torino (dal 1° giugno al 18 settembre) non è un tentativo, ma un'operazione perfettamente riuscita. Dietro la rassegna il progetto ambizioso e intelligente di dare una continuità, un filo rosa alla vita di quel palazzo voluto da Cristina di Francia. Cioè una serie di mostre su donne icone, o perché artiste o perché muse ispiratrici di artisti. Con una connotazione più popolare, per interessare pubblici più ampi. Non a caso la presenza del sindaco Piero Fassino, in piena campagna elettorale, per la presentazione alla stampa. Nel grande salone al pianterreno la storia dell'attrice è raccontata attraverso cimeli della sua vita di star, ma soprattutto di donna, circa 150 raccolti per la maggior parte dal collezionista tedesco Ted Stampfer. Dai copioni dei film, le buste delle lettere dei fans, le chiavi del camerino della 20th Century Fox a pezzi di intimità come i bigodini con qualche suo capello ossigenato, le ciglia finte, il mascara. Dall'agenda con i nomi dei suoi prestigiosi contatti al testamento, dagli scontrini delle sue spese in un viaggio in Messico all’assegno per l’acquisto dei pesi(v.foto). Accanto a scatti tratti da film, ci sono le foto dei grandi fotografi come Milton Greene, George Barris, Eliott Erwitt (v.foto) e un’opera d’arte come le Four Marilyns di Andy Wharol. Tra gli abiti di scena come il lungo da sirena di Il principe e la ballerina o il mitico prendisole con gonna plissé soleil di Quando la moglie è in vacanza ci sono quelli dei suoi miti. Il costume nel velluto verde delle tende di Rossella O’Hara-Vivien Leigh, o la vestaglia in seta di Jean Harlow in Pranzo alle otto. Sono invece di Marilyn le calze di Christian Dior, ancora intatte, con cui lei definiva la sua altezza:"Sono alta un metro e sessanta con le calze di nylon ". O la camicia in seta stampata di Emilio Pucci, il suo stilista preferito (è stata sepolta con un suo abito), del 1961 o i jeans e le maglie a righe del cui uso è stata un'antesignana. Immancabile la boccetta di Chanel 5, il suo pigiama. Molto simile per le note dolci a MM il profumo dedicato a lei da Sileno Cheloni per Aqua Flor. Un omaggio alla diva come il cocktail