E’ perfetta la scritta “Pittore di idee”, che segue “Valerio Adami"nel titolo dell’antologica, dedicata al grande artista a Palazzo Reale di Milano, dal 17 luglio al 22 settembre. Nella sua coloratissima pittura, infatti, pur restando Adami sempre coerente a un preciso stile che non rientra in nessuna corrente, si notano continui passaggi, cambiamenti di toni, variazioni di soggetti e citazioni, ricordi, riferimenti, appunto una rassegna di idee in continua evoluzione.
La mostra, curata da Marco Meneguzzo con il coordinamento di Valeria Cantoni Mamiani, presidente dell’Archivio Valerio Adami nonché nipote dell’artista, propone oltre settanta grandi quadri e una quarantina di disegni realizzati tra il 1957 e il 2023. Al primo impatto è il colore, sempre in toni particolari, che caratterizza i suoi lavori, ma di fatto è il disegno “la chiave di lettura” e “il punto di partenza” soprattutto nei lavori più recenti, come i ritratti di svariati personaggi contemporanei e del passato, della scienza, della letteratura, della storia, dell’arte. Alcuni dei quali Adami ha conosciuto e frequentato, soprattutto negli anni Sessanta quando è cominciata la sua vita parigina nel quartiere di Montmartre, dove ancora trascorre l’inverno, quando non è nell’attuale abitazione sul lago Maggiore. Per lui il disegno è un modo per “dare ordine alle cose”. Dietro, una visione ampia della storia e della contemporaneità che prende dalla filosofia, dalla musica, dalla letteratura e che la vita a Parigi e la frequentazione di un certo mondo intellettuale ha favorito. Ed è frutto di questo “ordine” il racconto di mondi e situazioni diverse. Adami passa da immagini che evocano la guerra o un attentato politico a situazioni di vita metropolitana, a trasgressivi incontri di coppia (foto in basso). O di raffinato e colto umorismo come l’Enea che porta sulle spalle il vecchio padre Anchise e in un angolo la scritta Hollywood, dove stanno dirigendosi. O ancora la tenera immagine dell’uomo a cui scende una lacrima da ogni occhio, con un cane (foto al centro). Forse un autoritratto con l’amato Ego. “L’ho chiamato così perché ci somigliamo, non perché io faccio una vita da cani, tutt’altro, ma perché il cane è fedele e io sono fedele alla mia professione, al mio lavoro” spiega il pittore nel documentario Valerio Adami, il pittore di poesie per la regia di Matteo Mavero, da vedere in mostra. Da questo video si capiscono tante cose della sua vita e del suo lavoro, che lui ama moltissimo. “Mettersi davanti a un quadro è mettersi davanti a un sogno”. “Quando disegno cerco di buttare via i brutti pensieri” ed è questa la poesia che Adami, con la sua pittura, riesce a trasmettere e che si ritrova anche nelle didascalie dei suoi quadri. Una mostra assolutamente da non perdere. L'ingresso è libero.