Una scelta non casuale quella di inaugurare la stagione del rinnovato Teatro di Via Osoppo di Milano, dedicato a Valentina Cortese con Atti del processo a suor Virginia Maria de Leyva monaca di Monza. Con lo spettacolo, fedele trasposizione degli atti di un lungo processo davvero svoltosi dal novembre del 1607 al giugno dell’anno dopo, il direttore artistico Antonio Zanoletti, che è anche il regista, vuole evidenziare un preciso indirizzo: una lettura della storia su diversi piani.
Che non si ferma quindi ai fatti ma, attraverso le testimonianze dei vari personaggi, affronta tematiche come la diversità sociale, la sopraffazione del potere, il rapporto uomo e donna. Quel racconto del Manzoni, accennato e poi subito interrotto con “la sventurata rispose”, si riapre e diventa un quadro vivo, forte, drammatico, dove la suora peccatrice è solo una pedina, un infelice simbolo dei tempi. La scenografia è minimale, ma ben caratterizzata dalla presenza delle grate e di un imponente scranno dove siede il notaio. Davanti a lui sono interrogate svariate persone informate sui fatti. Parlano, ricordano, s’indignano, si difendono, accusano. Senza mai arrivare a toni esasperati, cosa che rende tutto più credibile e vero. Il ritmo è incalzante, fino a sfiorare la suspense, senza mai lasciarsi andare a compiacimenti o effetti facili. Per questo il finale coinvolge ed emoziona. Atti del processo a suor Virginia Maria de Leyva monaca di Monza, andato in scena il 27 novembre, giorno di inizio del processo, continua dal 1° al 4 e dall’8 all’11 dicembre, con repliche dal 16 al 19 marzo.