Casa anni Sessanta a Cervinia |
In
un momento di abuso del vintage si prende la rincorsa per parlare di “località
vintage”. Per il mare, Capri anni Cinquanta e Saint Tropez Sessanta sono già ai
blocchi di partenza. Per la
montagna non c’è ancora niente.
Per i Sessanta-Settanta, Cervinia potrebbe essere in pole position.
Partendo da un locale, anzi da una baita, lo Chalet Etoile. A un terzo della
pista più famosa, il mitico Plateau Rosa, con grande
terrazza all’ombra di un Cervino nella migliore angolatura e interno con tutti
gli ingredienti del caso. Sempre musiche
“d’epoca” Beatles,
Rolling Stones, Beach Boys, ma anche italici Gino Paoli, Ornella Vanoni, Patty
Pravo e persino flash nazional-kitsch come Piero Focaccia ed Edoardo Vianello.
Si pranza serviti da ragazze efficienti e graziose, spesso del grande nord come
Ulla, svedese,proprietaria insieme al marito Cesare, ex maestro di sci. Dopo
anni ai tavoli in cui interloquiva amabilmente in cinque lingue, ora sta in cucina e le sue specialità
sono i dolci, meravigliosi. Ogni tanto esce per salutare qualche habitué, in
giacca bianca e berretto blu da chef, con lo stesso sorriso, affascinante e
attraente, da “svedesina in Italia”. Oltre alle polente e ai piatti valdostani
ce ne sono molti di pesce. E non con trote o salmoni, ma con cozze e branzini.
Vederli scritti sul menu fa un certo effetto, crea quasi un contrasto, al
limite del fuori posto. Molto apprezzato, invece, a giudicare dai moltissimi
che da Zermatt, attraversando valichi, arrivano in sci, seguendo solo un passaparola.
Forse L’Etoile o come lo chiamano tutti “da Cesare” è rimasto l’unico a fare il
pieno a Cervinia. Quel pieno
dei Sessanta-Settanta, quando era tutto un fiorire di discoteche,
ristoranti, locali. Sulle piste si incontravano l’Aga Khan, Tognazzi, Catherine
Spaak in un lento ma stilosissimo Stem Christiania, preceduta da Johnny Dorelli
più veloce, ma non altrettanto
elegante. O Leo Gasperl, l’angelo delle nevi, noto per aver dato lezioni di sci
alle più belle donne e per la
boutique, must del vestire chic quota 2000. In funivia ti stringevi a
Florinda Bolkan o a qualche magnate dell’industria. Agnelli escluso, che si
faceva portare sul Plateau in elicottero. Sulla strada principale ti imbattevi
in Achille Compagnoni l’eroe del K2, davanti al suo albergo, tuttora ottimo
indirizzo. I vip scendevano
all’Hotel Cristallo ora Club Med , all’Hotel Cervinia ora residence o in
qualche appartamento della Casa del Sole di Carlo Mollino. Insieme all’ex
Rifugio Pirovano di Franca Helg e Franco Albini, uniche architetture di qualità
in mezzo a casoni da geometri.