Neanche
i giornali locali ne hanno parlato. Le vittime si sono rifiutate di sporgere denuncia, dato che chi le ha tenute sequestrate per più di un’ora era il
convivente di una di loro da più di cinque anni. Del sequestratore, giovane,
incensurato, con regolare documento di identità, non si conoscono né la
professione, né i trascorsi prima della sua venuta a Milano, dove è domiciliato
in casa di una delle vittime. Sembra che la tragedia sia esplosa nel giro di
pochi minuti. Le tre donne, tutte professioniste milanesi, in vacanza in Riviera Ligure, avevano deciso per una gita in barca. Al momento di uscire
dalla porta di casa il sequestratore ha incominciato a opporre resistenza,
correndo per il giardino e facendo capire
che non sarebbe mai rientrato in casa. Dove doveva assolutamente
rientrare, dato che non può stare all’aperto per il rischio di fughe. Inutili
sono stati i tentativi delle donne di blandirlo, prima a parole poi con la
proposta di deliziosi manicaretti. Argomento decisivo data la propensione del sequestratore
per la buona cucina. Fino a quando
con un colpo di mano l’energumeno si è piazzato davanti al cancello della
villa, minacciando perfino con i denti chi osava avvicinarsi. Le tre donne
terrorizzate si sono rinchiuse in casa e hanno aspettato in preda al
panico che l’assalitore si
placasse. Dopo neanche mezz’ora, infatti, giocava felice con la pallina e in
serata camminava al guinzaglio a fianco della padrona.
giovedì 27 agosto 2015
lunedì 24 agosto 2015
STRANGERS IN LUMARZO
Che
la Liguria sia piena di sorprese non è una notizia, lo sarebbe se non lo fosse.
Le diversità e i paesaggi a contrasto sono infatti una caratteristica
dell’intera Italia. Comunque scoprire che a meno di dieci chilometri da paesi con
porti,
case di pescatori, lungomari zeppi in agosto, ci siano montagne con
chiesette degli alpini e boschi, dove per chilometri non si incontra nessuno fa
un certo effetto. Se poi una sera si arriva in un piccolo centro, un po’
sperduto e in mezzo a una manciata di case, ci si imbatte in uno spettacolo ai
bordi di una piscina per festeggiare i cent’anni di Frank Sinatra, lo stupore
aumenta. The voice si vede solo in un video, ma qualcuno rivela la storia di My Way ed è Jolanda Quinn seconda moglie di Anthony a raccontarla: Paul Anka
regalò la canzone all’attore, che
dicendo di non saper cantare la donò all’amico Frank. Ma c’è di più sul palcoscenico a esibirsi, anche in
una versione sua di When somebody loves you, Vittorio De Scalzi dei New
Trolls, uno dei personaggi che hanno fatto la canzone italiana, accompagnato
alla chitarra da un bravissimo Andrea Maddalone. Tutto questo il 20 agosto a
Lumarzo comune di 1546 anime sopra a Recco. Perché qui è nata Natalina Garaventa madre di Sinatra e ogni
anno si festeggia il cantante, molto legato alle sue origini. E a tutte le
tradizioni, pesto compreso , che si faceva preparare dal mitico Zeffirino, presente alla serata con la
quinta generazione di chef.
mercoledì 19 agosto 2015
UGO, NESSUNO, TRENTAMILA
Il cinghiale Ugo-Remigio |
L'Osservatorio del Righi |
E’
uno dei tormentoni dell’estate ligure. Quasi come la passione del SUP (stand
up paddle) che da quanto dicono i
giornali locali ha sostituito ogni forma di sport acquatico. L’invasione dei
cinghiali, si parla di trentamila esemplari, è l’evento del momento. Prolifici,
aggressivi, audaci, incontenibili sono diventati i nemici numero uno dei
coltivatori e non solo. C’è chi li ha visti tuffarsi nelle piscine di casa, chi
passeggiare con prole al seguito sul lungomare, chi buttarsi sui cassonetti nei
centri abitati, sparpagliando spazzatura dappertutto. Si parla già di caccia
permessa, con grande tripudio dei cacciatori e disapprovazione degli
animalisti. Imminente di sicuro un intervento in difesa di Brigitte Bardot.
Previsti racconti strappalacrime di famigliole pelose sterminate. Soprattutto
da parte di chi ha avuto con i cinghiali incontri ravvicinati positivi. Come i
frequentatori della collina del Righi di Genova, dove pare si aggiri un certo
cinghiale Ugo, per alcuni Remigio. Lo si vede solo di giorno preferibilmente di
sabato e domenica quando il parco è più frequentato. Per niente timido si
avvicina alla gente, si compiace delle carezze, chiede da mangiare senza
insistenza, anche perché sa che nei cestini può rimediare ottimi pranzetti. Non
si sa come sia capitato lì, si presume che sia single dato che non lo si vede
mai accompagnato. Fatto piuttosto singolare per un animale socializzante come
il cinghiale. Forse ha una famiglia da cui ritorna puntualmente la sera.
Nessuna speranza quindi di poterlo incontrare per chi va al vicino Osservatorio
Astronomico del Righi (serate speciali 27 e 28 agosto). Che può consolarsi con
la visione dell’Orsa maggiore o con una vista superlativa dal ristorante
Montallegro. Arredo vintage con foto in bianco nero di una Genova che non c’è
più e focaccia al formaggio o farinata servita su vassoi palafitte.
mercoledì 12 agosto 2015
POLENE CHIC E VELE DI SETA
Difficile
non appassionarsi ai racconti di mare, navigatori, velieri. Anche chi
preferisce scalare le vette o il traffico metropolitano non è immune da
interesse. Altrettanto difficile per contro non farsi prendere sul tema mare
dal vizio pericoloso della retorica, dal gusto perverso dell’eccesso, dalla
folle e
goffa ricerca del Guinness dei primati. L’equilibrio
nell’affrontare
l’argomento è stretto parente dell’equilibrio indispensabile per navigare. E
questa misura si nota al Museo Marinaro di Camogli. Per quanto centralissimo,
sulla scala che dalla Stazione e dal Municipio scende sulla passeggiata a mare
davanti all’Hotel
Cenobio dei Dogi, è piuttosto nascosto. Ma i visitatori ci
sono, soprattutto stranieri. Fondato dal camogliese-argentino Giò Bono Ferrari
agli inizi del Novecento, è diretto dal 2008 dal Comandante Bruno Sacella,
autore di Effemeridi, libro
sulla marineria che si legge come un romanzo. L’ingresso con boiserie bianca,
modellini e quadri di barche, immette immediatamente nel mondo marino. Qui
iniziano le didascalie in italiano, francese e inglese, sintetiche e
scorrevoli. Da queste si viene a sapere che i bastimenti erano divisi in 24
parti, o meglio carati,come quelli dell’oro, di proprietà per la maggior parte
dell’armatore, per il resto di marinai o di camogliesi. Dappertutto immagini di navi,
brigantini soprattutto, che raccontano come Camogli sia stata nell’Ottocento la
seconda potenza marinara dopo Londra. Non per le dimensioni del porto ridotte
ora come allora, quanto per essere abitata da un gran numero di armatori.
Ovviamente di barche a vela, che con l’arrivo del motore persero il loro
business. Ecco i dipinti
tridimensionali su tela con vascelli dalle vele in seta. Molti i pezzi
incuriosenti o con una lunga storia da raccontare come il cronometro fabbricato
a Londra nel 1850 con l’ora di Greenwich, quel che resta del mitico Narcissus, la
barca di Conrad. Svariati e
perfettamente conservati gli attrezzi per riparare le navi in navigazione, i sestanti, le bussole , gli ottanti
come quello appartenuto a Garibaldi. Una vetrina è dedicata a Tristan de Cunha,
l’isola irraggiungibile abitata dai discendenti di due naufraghi camogliesi.
Immancabili le bottiglie con i velieri all’interno o con le case e il porto di
Camogli. Stupisce una polena, riportata con un costoso restauro allo splendore
originale: il viso della donna è tutt’altro che bello, ma è notevole l’
eleganza del suo abito, completata da un girocollo di perle, evergreen dello chic. Da un touch
screen si scopre parte dell’archivio
fotografico e della biblioteca tecnica-marinara del museo e ci si entusiasma
per due video con immagini da Tempesta perfetta. Sul salvaschermo divertenti pesciolini ingordi
(www.museomarinaro.it).
mercoledì 5 agosto 2015
DIVERSAMENTE UGUALI
Uno
dei confronti tipici in termini di luoghi è Costiera Amalfitana-Riviera Ligure. Mare e verde,
scogliere e barche, grandi
alberghi e ville nascoste, mondanità e tradizioni, vipwatching e bon adresse, e poi cucina. Particolare, in apparenza semplice, in realtà
raffinata e sapiente, che fa uso di ciò che offre il territorio ed è legata al
passato. Cosa succede se i due mondi entrano in contatto? E’ l’exploit preferito di Belmond Hotel, marchio che raggruppa
in Italia sei alberghi davvero speciali. Quest’estate l’incontro si svolge tra
l’Hotel Caruso di Ravello, riaperto dopo un imponente restauro, e lo Splendido
di Portofino. Ed ecco che dal primo sono arrivate nel secondo prelibatezze campane,
ma anche lo chef Mimmo di Raffaele con il suo intero staff per cucinarle e poi
Filomena, straordinaria interprete di canzoni napoletane con chitarrista e
mandolinista of course, tutti
costierani doc. E sulla terrazza dello Splendido si è ricreata un’atmosfera
d’effetto ma senza forzature e connotazioni di mascherata. Nei prossimi giorni trenette al pesto e dintorni
sono attesi a Ravello e la buona
riuscita è assicurata. La formula
vincente sta in un’ottima organizzazione, personale qualificato , contesti
superlativi, ma anche e soprattutto in quel sottile gioco di equilibri che non
si acquista come il lusso, ma si conquista come lo stile.
Iscriviti a:
Post (Atom)