Nella 29° edizione di Miart la prima impressione quando si entra è che le installazioni dominino. Se un tempo, ci si fermava un po’stupiti tra l’atteggiamento critico e la curiosità di saperne di più, ora le rarità sono i dipinti su tela o le sculture distribuite tra Established, la sezione principale con una selezione dei grandi maestri dell’arte moderna e contemporanea, e la piccola sezione Timescape, dedicata ai capolavori del primo Novecento. Per il resto questa fiera propone una visione dell’arte prevalentemente contemporanea.
Il titolo-tema è Among friends come l’ultima retrospettiva di Robert Rauschenberg, a cui è dedicata la fiera, per il centenario della nascita. 179 le gallerie presenti, da 31 Paesi di cinque continenti. Anzi l’impressione che si ha è di una forte rappresentanza di gallerie straniere, spesso con artisti italiani. E questo rimanda in parte a quella lettera-documento degli artisti indirizzata al Presidente del Consiglio e agli "onorevoli ministri" di cui la copia è sparsa in tutti i corridoi. Si riferisce alla preoccupazione per la decisione del Governo di non ridurre l’aliquota IVA sulle opere d’arte, come già è stato fatto in Francia e in Germania, e di lasciarla al 22%. Cosa che scoraggerà gli acquisti e spingerà molte gallerie a chiudere o a trasferirsi all’estero, come già in parte si sta verificando.Un danno non solo per galleristi e artisti ma anche per operatori culturali, artigiani, restauratori, trasportatori e fiere, oltre che di immagine. Svariate, comunque, le opere che in qualche modo protestano con il sistema. Come le scritte luminose di Matteo Attruia alla MLZ Art Dep di Trieste. Tra queste All I need is all, che fa riflettere sulla mania del "sovrapossedere" o il completo appeso, realizzato con la carta metallica dorata usata per avvolgere i corpi nei naufragi. Renato Evaristo Perego, performer, non ha una galleria alle spalle, ma gira per il Miart con l’insegna-freccia di Milano e in testa una gabbia, un modo per dire come noi tutti siamo ingabbiati e soprattutto gli artisti. Famosa la sua performance, vestito di rosso, sdraiato su un divano sul tetto di un’auto: un modo per parlare dell’isolamento a cui siamo sempre più spinti. “Così ho portato il divano fuori”. Qualcosa sfiora l’horror come le scarpe d’oro con tacco-pistola di Tasneem Sarkez alla Galleria Eva Gold di Londra. Un’altra scarpa, ma scintillante, quella di Luigi Ontani alla Galleria L’incontro di Chiari (Bs). Catherine Biocca e Lorenzo Modica, entrambi romani, alla Galleria Eugenia Delfini di Roma, vogliono dimostrare che l’arte serve a ricercare il lato assurdo della vita. Poetica la composizione con 48 foto di cartoline, vere, spedite tra il marzo e il dicembre del 1975. Il titolo è Life before me, perché erano i mesi in cui l’artista Florence De Benedetti era "nella pancia della mamma". Interessante e coerente con il tema di Miart l’allestimento della Bernini Gallery di Misinto (MB) con mix di pezzi dei primi 900 e arte contemporanea, realizzato da vari artisti.