Uno dei romanzi più famosi della letteratura di tutti i tempi diventa uno spettacolo teatrale di meno di due ore. Delitto e castigo è in prima milanese al Teatro Menotti da ieri fino al 7 dicembre. La regia è di Andrea Baracco, ma l’adattamento teatrale è di Glauco Mauri, e data di vent’anni fa. Un’operazione coraggiosa che rivede nella contemporaneità situazioni, confronti, inquietudini di sempre.
Nessuna caratterizzazione della scena, ma un allestimento sobrio ed essenziale che lascia alla credibilità degli attori, e di conseguenza al pubblico, la possibilità di definirla. Attuali anche i costumi, ben caratterizzati sui personaggi. A cominciare dal protagonista Raskolnikov, interpretato da Gabriele Graham Gasco in T-shirt, pantaloni da tuta e sempre un cappello in testa. E’uno studente di 23 anni senza soldi, che passa le sue giornate in un tugurio nella zona più malfamata di S.Pietroburgo. Con lui si alternano gli altri personaggi. Dalla sorella Dunja (Arianna Pozzi) bella e corteggiata, disposta, per aiutare finanziariamente il fratello, a sposare un suo ammiratore, Woody Neri, nella doppia parte del ricco pretendente e del rivale meschino e vizioso. C’è l’amico affezionato e generoso Razumichin (Giulio Petushi) che, al corrente dell’assassinio di due donne perpetrato da Raskolnikov, cerca di aiutarlo in tutti i modi. C’è Sonja (Aurora Spreafico) che nel romanzo ha una lunga parte e qui è solo la povera ragazza dai buoni sentimenti legata al protagonista, costretta a prostituirsi per mantenere la matrigna tisica e i fratellastri. E infine c’è Porfiu (Paolo Zuccari) nel ruolo del poliziotto amorfo. La trama è soprattutto nei pensieri e nelle esternazioni del protagonista, nei suoi tormenti esistenziali, nella sua incapacità di prendere decisioni e nella sua disperata ricerca di un luogo dove vivere e soprattutto di uno scopo per vivere.



