mercoledì 27 settembre 2023

VA TUTTO LISCIO

Platea senza un posto vuoto, applausi scroscianti, pubblico coinvolto in balli e canti. Tutto questo è successo ieri sera al Teatro Menotti Filippo Perego di Milano, per Extralishow lo spettacolo d’inizio stagione. Il sottotitolo Una storia punk ai confini della balera mischia un po’ le carte. Si capisce anche dal tipo di strumenti sul palco che si tratta di musica e di ballo liscio. Ma all’arrivo di Mirco Mariani (nella foto) cantautore e polistrumentista e della sua band Extraliscio, già nei primi dieci minuti s’intuisce che oltre la vis comica, c’è un fil rouge intellettuale discreto e operante. 


Lo conferma il fatto che lo spettacolo nasce da un’idea di Elisabetta Sgarbi che con il suo studio Betty Wrong ha curato la produzione e la regia con Luca Volpati. E anche dalla presenza di Davide Toffolo frontman dei Tre Allegri Ragazzi Morti e fumettista, con citazioni di musica folk. Suoi i disegni che compaiono in diretta su uno schermo in scena, quando non è sul palcoscenico in un camicione con pantalone abbinato in un coloratissimo stampato e maschera sul viso. A spiegare in modo del tutto surreale la storia del liscio e di Raoul Casadei l’attore e scrittore Leo Mantovani. Quanto alle musiche, Mariani al piano, accompagnato dal suo gruppo, canta rock alternandolo a musiche tradizionali degli ebrei aschenaziti, canzoni del genere leggero tipo Marina, pezzoforte di Rocco Granata del 1959, e naturalmente musiche da ballo liscio di Casadei, magnificamente intonate da Mauro Ferrara, detto l’Alain Delon della Romagna per lo sguardo conquistatore e il successo con le donne. Solo ieri e questa sera partecipazione straordinaria dell’attore e regista Antonio Rezza, che tutto d'oro vestito si è esibito ballando e cantando le sue canzoni-affabulazioni. Insomma un mix di parole, musica e disegni proposto con un ritmo incalzante e così coinvolgente che all’invito finale degli attori di ballare, pochissimi nel pubblico si sono astenuti. Extralishow è in scena al Teatro Menotti fino al 1° ottobre.

lunedì 25 settembre 2023

IN CONCLUSIONE

Pleonastico dire che questa Fashion Week milanese è andata molto bene. Quasi inutile parlare di cifre per presenze, pubblico, eccetera. Questo senza rimanere nella posizione superficiale basata sul traffico caotico, le code interminabili, le folle oceaniche ad aspettare i divi ospiti delle sfilate. Possibile individuare delle tendenze, per quanto la varietà sia stata una caratteristica della settimana. Nella varietà s’individuano comunque “pensieri comuni” sull’attenzione al pianeta e la sostenibilità. Non solo nella ricerca di materiali e nelle lavorazioni accurate, ma anche nella proposta di capi e accessori con una durata nel tempo, in lotta con la fast fashion. Che assicura qualità e serietà con un massiccio ritorno all’artigianato.



Si è visto anche al White, il salone conclusosi oggi e sempre più esteso : 360 espositori, che significa un 20% in più dello scorso anno, di cui molti stranieri, alcuni dei quali raggruppati in settori speciali come i designer dell’Arabia Saudita con proposte di cosmesi, gioielli, borse e di un ready-to-wear quasi esclusivamente per la sera. O ancora i designer africani delle Four Rooms, i brasiliani, gli spagnoli, gli armeni. Interessanti i cinque protagonisti delle Secret Rooms, stand speciali un po’ nascosti, come dice il nome. Tra questi le scarpe di Alberto Ciaschini con tacco in lega metallica a forma di sigaretta di 11 cm. e di sigaretta spenta di 7. Samanta Virginio dall’Inghilterra con una collezione dominata dai volant, su abiti, borse e perfino sui piumini (foto al centro). Le Tanneur, azienda parigina nata nel 1898, espone borse in pelle di straordinaria eleganza con prezzi più che concorrenziali, tra cui una capsule disegnata da Inès de la Fressange. Tra i fedelissimi di White Maria Calderara con una collezione che dialoga con le opere del pittore Antonio Scaccabarozzi, presentata anche nel suo atélier di Via Lazzaretto. Il fil rouge è il cerchio che può essere una gonna a palloncino o i pois di un tessuto. La Milanesa sperimenta nuovi materiali e nuove lavorazioni, così il retino glitterato o effetto sangallo per la borsa piccola e per quella grande, la borsa patchwork di quadrati di maglia a crochet lavorati da donne turche con manico di bambù (foto in alto), quella con frange di corda e rafia e l’intero set in sughero.  Come sempre alcuni negozi partecipano alla Fashion Week con eventi e presentazioni. Così De Wan in Via Manzoni con la Grand Coco Bag, in pelle stampa coccodrillo e manico di bambù e un nuovo assortimento di occhiali. L'Arabesque in Largo Augusto, tra la collezione invernale e il design, dedica uno spazio alle proposte per la prossima estate. S’ispirano alle opere di Brancusi le maglie con ricami e le gonne a più sottogonne in tulle. Ritorno su svariate passerelle delle top model più famose, da Naomi Campbell per Dolce & Gabbana a Claudia Schiffer da Versace, a Pat Cleveland da Laura Biagiotti (foto in basso). 

domenica 24 settembre 2023

FINE SETTIMANA

Si può nella moda prendere a man bassa dall’Oriente senza cadere nel costume? Hui Zhao per Hui, che sfila a Palazzo Clerici, ci riesce. Inserisce ricami orientali su tessuti dell’Occidente e con tagli sartoriali. "Orientalizza" il denim per giubbotti, pantaloni, cappe con ricami a sigilli (foto qui sotto). Dal blazer maschile fa uscire tulle plissettato. Verde, giallo, bianco, rosa, rosso, azzurro le tinte ottenute con coloranti minerali. Sempre a Palazzo Clerici, nella Sala del Tiepolo, in mostra sedici capi simbolo dei Miao, uno dei gruppi etnici più antichi della Cina. Raccontati anche da una delegazione cinese in conferenza.




Drusilla Foer in lungo azzurro apre la sfilata di Chiara Boni con applausi scroscianti. Seguono abiti lunghi con drappeggi, aderenze, scolli audaci, maniche lunghe o a palloncino, spacchi (foto qui sopra). Di vari colori, dorato e argenteo compresi, con qualche flash di stampati afro. Molte anche le tute, sempre da grande soirée. Un bikini può essere sartoriale? Cristina Ferrari, stilista del brand storico, che ora si chiama solo con il suo nome, dice di sì. “Made in Italy e cura dei dettagli. Le mie clienti vogliono capi che durano nel tempo”. E li propone di diversi tipi e prezzi, dai più semplici a quello rivestito di Swarovski, con cui ci si può bagnare, prezzo mille euro. Oltre ai bikini, costumi interi, tute, pareo, gonne. Le colonne di Palazzo Isimbardi sono rivestite di tessuti ispirati agli archivi comaschi, per far da cornice ai capi di Pierre-Louis Macha disegnati da Achille Pinto. In seta organica certificata, con stampe d’archivio rivisitate e nuove, ispirazione natura, 
e ottiche, sono spolverini, pantaloni, giacche, tailleur genderless. Una sala della Fondazione Sozzani si trasforma in laboratorio dove signore in camice bianco lavorano a maglia o all’uncinetto (foto al centro). Qui è presentata la terza collezione di Cavia, brand creato da Martina Boero. Tutti i capi sono realizzati a mano utilizzando materiali preesistenti o riciclati. Come gli asciugamani in spugna anni 70 che, tagliati e ricuciti, diventano abiti e bluse. Molti i tocchi femminili come le ruches, anche sui pantaloni, o i ricami . Oggi si chiude la Milano Fashion Week con la sfilata di Giorgio Armani a cui segue quelle del brand sostenibile Rave Review. Domani mattina cinque sfilate solo in streaming. 

sabato 23 settembre 2023

IDEE IN CORNICI GIUSTE

 

Al penultimo giorno di Fashion Week si può dire con certezza che non mancano le idee. Anche per il luogo dove presentare. Rodo sceglie una terrazza di Via dei Giardini con vista super (foto al centro), per  mostrare gli straordinari giochi di intrecci in pelle per scarpe e borse, che richiamano le paglie di archivio.  O le sneakers che copiano il vimini delle sedie. O ancora il sandalo con fascia in PVC nobilitato da Swarovski e gli inserti di denim per svecchiare la piccola borsa. Arthur Arbesser per la sua idea di moda felice presenta la collezione in un magazzino dove viene raccolto il materiale utilizzato per sfilate ed eventi. Pezzi di legno o di metallo diventano manichini su cui poggiare i capi. Che rivede in modo giocoso, come farebbe un bambino aprendo l’armadio della mamma (foto in alto). Toglie i pois da un tessuto per farne una rete-gilet. Stampa su un abito foto particolari con effetto patchwork. Molti i riferimenti al circo come i collari da clown piuttosto che l’abito multicolore che richiama i tendoni. 




Lara Chamandi
, stilista libanese che vive tra Milano e Londra, racconta un viaggio nell’energia lunare al Teatro Arsenale, dove le modelle si muovono sotto una grande palla mix di luna e sole (foto al centro). Le fasi della luna compaiono nel giubbotto, le gonne pantalone si affiancano alle più femminili plissé soleil. Gli abiti sono leggeri,donanti, con una stringa a chiusura della scollatura o con bordi di pizzo. Un negozio di fiori diventa la cornice ideale per le borse di De Marquet, brand svizzero dalla preziosa creatività. Sue le piccole, ma capaci borse con cover per un doppio uso. Di pelle effetto rettile o leggerissima  cosparsa di perle. Affascinanti i colori. Alexandre Birman, brand brasiliano, oltre alla collezione dove dominano il colore e le fantasie floreali, propone una capsule che sarà nei negozi ad aprile per la settimana del Design. Sono i tacchi di tre sandali ispirati a tre pezzi iconici di Lina Bo Bardi. Uno è incurvato come il sostegno della sedia a dondolo, un altro è un pomello come quello sui braccioli della poltrona, un terzo con le tre V come il piede del tavolo da tè. Da Borsalino il nuovo direttore creativo Jacopo Politi ribadisce che si può restare nella tradizione più che centenaria, proponendo novità. Pensa al giardino dell’Eden e al contatto con la natura, con tinte pastello alternate a colori shocking. Mette un pendaglio di piume sotto la tesa del cappello o la ricopre di elementi bianchi che simulano fili d’erba. Il Bisonte ospita nella boutique le installazioni dell’artista Elena Carozzi. Oltre ai classici presenta una capsule con borse e accessori conciati al vegetale in colori neutri, rosa e pistacchio (foto in basso). Anche Baldinini guarda alla sostenibilità. Oltre alla nuova collezione fatta di sandali bassi o con zeppa rivestita di lustrini come i mocassini e stivaletti con il tacco che rientra, mette in vetrina nella boutique la capsule ACBC x Baldinini. Sono sneakers realizzate dagli studenti di Design del Naba con materiali riciclati. Queste saranno messe all’asta on line e il ricavato andrà a sostegno di attività per l’ambiente. In una delle sale affrescate dell’Umanitaria hanno sfilato giovani designer dal Messico, dal Canada, dal Giappone, dagli Usa e dall’Australia: ricerca e moltissime idee, qualche volta troppe.

venerdì 22 settembre 2023

NOVITA' VO' CERCANDO

Ci si può rinnovare mantenendo inalterato lo stile, quando lo  spauracchio del déjà vu incombe? Per svariate collezioni viste in questa Fashion Week milanese la risposta è sì. Eleventy, per esempio, propone i colori tipici beige, azzurro cielo, bianco ma a sorpresa introduce dei rossi speciali (foto al centro) o delle stampe piazzate, rielaborazione di quelle di famosi archivi di Como. Sulle giacche, in tessuti sempre più selezionati e interamente fatte a mano, compare lo sfrangiato. Spuntano nuovi mix di cotone e lino. La polo è in cashmere leggerissimo. La borsa a secchiello è interamente rivestita di frange. Tutto è inedito, ma assolutamente Eleventy. 





Questo avviene anche per le scarpe. Così Charlie Philip giovane brand diventato famoso con le slippers, le rivede rendendole più scarpe, ma senza toglierne la leggerezza. La suola è più larga, la punta squadrata e c’è anche un tacco piccolissimo, sufficiente per renderla più femminile (foto al centro). Un cristallo aumenta ulteriormente l’effetto. AGL continua con i suoi divertissement, questa volta s’ispira alla  Maria Antonietta di Sofia Coppola e modernizza le scarpe con fiocchi che annoda a mano. Propone stivali in un tessuto tecnico che ricorda il pizzo (foto in alto), sparge dei fili a fiocco sulla ballerina con un effetto neve. Impreziosisce la pantofola di spugna con cristalli, uno tondo, l’altro quadrato. Gioca sull’effetto ti-vedo-non-ti-vedo con lo scarponcino in tulle. Inventa una finta calza in pelle per il sabot. Drumohr resta fedele alla tradizione ma lavora sulle novità. Come la maglia di cotone spalmata con lamina dorata o l’ intarsio verticale per cui il retro della maglia è perfetto. Inserisce il suo peculiare “biscottino” in un jacquard. Zanotti per le sue scarpe da red carpet punta sulle linee pulite, ma introduce il gioiello. Può essere una fascia di strass sul sandalo o un sabot di vernice con tacco scultura o una pietra sulle ballerine. Ricompare il maculato oltre al velluto e al raso. Hanita evoca l’atmosfera del viaggio, inteso come momento di relax e gioia. Colori vivaci e solari ma anche il bianco e nero, magari illuminati di paillettes. Plissettature e top di maglia metallica per movimentare un abito (foto in basso). Tela da paracadute per il vestito con volants. Annarita passa dall’abito vestaglia in seta stampa kimono alla tuta con inserti di pizzo. Sulla passerella di Annakiki, dove sfila anche l’uomo, domina il nero. Sempre movimentato. Da strisce argentate per il blazer, da pois per la gonna a palloncino, da un motivo di cerchi per la cappa-spolverino, da spuntoni da istrice per i top effetto armatura. Luisa Beccaria non si smentisce e regala un’esplosione di pervinca, lilla, azzurri sfumati, argento che raccontano fiori, cielo, mare per abiti donanti e femminili. Da Vivetta, che sfila nei Chiostri di San Barnaba, il pois è il filo conduttore. Bianco su fondo nero inizialmente, diventa quadrato e si tinge di azzurro, di verde, di rosa.

giovedì 21 settembre 2023

MODA CONSAPEVOLE

Ora nel mezzo della Fashion Week milanese si può dire con certezza  che la moda è "maturata" e più responsabile. Non solo per l’approccio alla sostenibilità. Capi e accessori sono sempre più curati, la ricerca è preponderante. Banditi quasi completamente gli effetti facili e la trasgressione a tutti i costi, senza togliere nulla alla creatività.





Significa i tailleur pantaloni con giacche diverse di Mantù e gli abiti neri da indossare dal mattino alla sera. Personalizzati da trafori (cut out),fiocchi sugli orli e drappeggi realizzati uno per uno. La lavorazione gioca un ruolo fondamentale. Così GentryPortofino marchio storico ma innovativo, inventa nuovi tessuti come il lino misto a nylon, inserisce il metallo nel cotone del trench, addirittura al 35% nella maglia dorata. Usa la seta come una rete per lo chemisier. Anche nei colori sceglie le sfumature. Kiton rivede il sangallo in giallo oro, stampa sul lino la salvia e le foglie di ulivo ingigantite, per sahariane e abiti, rende scintillante il Principe di Galles con la seta. Per la sera lo smoking è in lino crema con banda sui pantaloni e revers della giacca neri, e taglio sartoriale garantito dalla maison. Le mitiche giacche di Husky, le preferite della Royal Family, sono sempre più ultralight. Hanno un trapuntato minuto, spesso la vita segnata (foto al centro) inserti in pelle. Tra i pezziforti il bomber reversibile, arancio o bordeaux da una parte, bianco con l’immagine del cane, che dà il nome al brand, dall’altra. Anche negli accessori c’è la stessa ricerca, per rendere la borsa o la scarpa inedite e più funzionali. Santoni in una scenografia ispirata alle Marche con spighe di grano e molto arancione, propone i modelli classici in plexiglas, gioca con gli intrecci di pelle a simulare una staccionata per borse e sandali. Ricopre di Swarovski il classico mocassino Andrea. Aggiunge alla ciabatta frange di rafia. E’ asimmetrica e in tonalità nuove la borsa The Pluto. Piena di sorprese anche la collezione di Boyy, in mostra nel negozio monomarca di Via Bagutta (foto al centro). Dalle scarpe in spugna, dalla décolleté alla ciabattina, alle mini bag in vitello stampa cocco, alla borsa vegana in poliestere ottenuto riciclando la plastica trovata in mare. E poi la serie nera con bolli quadrati, pare disegnati dai figli della coppia fondatrice del marchio,  come i "monster", borsette con facce di strani personaggi. “The first revolution is when you change your mind” dice una scritta lungo la passerella di John Richmond, dove compaiono  fiori colorati e i volti dei modelli che sfilano (foto in alto). Tuniche con spacchi, abiti in denim stracciato, trench e blazer con bermuda. Completi e trench con stampe floreali per lei e per lui da Aigner. Abiti sottoveste e gonne di pelle portafoglio per lei, pantaloni ampi plissé soleil per lui. La stilista sudafricana Lezanne Viviers, sceglie una scenografica sala con soffitto a volta e colonne per la collezione che porta il suo cognome. Realizzata con fibre e materiali naturali e sostenibili, creati in collaborazione con artigiani sudafricani, ha capi per tutti gli stili, in un contrasto-accordo. Da leggere come un messaggio di solidarietà(foto in basso).

mercoledì 20 settembre 2023

PREZIOSO, CHIC, ANZI DISCRETO

Nella prima giornata ufficiale della Fashion Week di Milano sembrano confermati i flash di tendenza, apparsi nei due giorni di anticipo. Con le dovute eccezioni. Uno di questi è sicuramente il concetto di "attenzione al pianeta". Che può essere perseguito, oltre che in modi “tecnici” lavorando sui materiali, anche con il porre un limite ai consumi, traducibile nella moda con produrre capi e accessori che durino nel tempo. Qualcosa che presuppone una scrupolosa scelta di tessuti e dettagli, sinonimo di qualità, ma anche di uno stile assoluto e innovativo. 



La capsule collection di Simonetta Ravizza ne è un esempio. Tutto è bianco, dai pantaloni-palazzo alla giacca over, dal bomber all’abito lungo. In seta lavata e cotone, addirittura in denim bianco, impreziosito con discrezione da ricami, bordi di chiffon, intarsi ton sur ton e Swarovski. "Per un lusso nascosto" dice la stilista. In tono la location affacciata sui tetti del Quadrilatero, con muri lasciati un po’ scrostati, tendaggi classici, vecchio parquet. Blazé conferma il suo stile sobrio-chic, e quindi il suo nome, con una serie di tailleur pantaloni dall’ottimo taglio in vari tessuti e colori, denim compreso. Varietà anche nelle giacche, dal blazer classico al blouson rivisto, al doppiopetto. Stile senza tempo e quindi con un messaggio di sostenibilità anche da Cruciani. La collezione prende effetti di colore da Le Printemps di Monet. Sceglie tinte, fibre e tessuti che si amalgamano tra loro, fino ad arrivare a un effetto quasi tridimensionale. Trench, camicie allungate da portare con i pantaloni, maglie in lino, seta, cotone e cashmere con trattamenti e lavaggi ecofriendly. Per continuare la tradizione di alto artigianato (foto in basso). La Signature Collection di Weekend Max Mara questa stagione ha come autore il geniale Arthur Arbesser, con Phantasie. Che guarda alla Vienna di un bar cabaret del 1910, dove tutto era all’insegna della libertà d’espressione. Ne prende, per le stampe dei tessuti i disegni delle piastrelle, mixandoli con il pizzo (foto in alto). Inserisce sulla camicia-cappa un elemento metallico. E poi s’ispira alla danza, forte dell’aver realizzato costumi per spettacoli. Punta sulla leggerezza, ma soprattutto sulla vestibilità, che consenta di muoversi facilmente. Ed ecco il trench leggero di nylon o l’abito con cappa svolazzante. Il tutto in una serie di colori decisi. Maryling sfila in un portico di Palazzina Appiani con scenografica vista sull’Arena. In passerella i grandi classici dell’abbigliamento stravolti per look inediti. Così il piccolo tailleur in tessuto finestrato. Il rigatino da camicia del top che si accoppia allo stampato in colori forti della gonna. Il pull a rombi abbinato alla gonna plissé soleil. Cravatte regimental e non diventano cinture o rivestono gli orli. Tagli sartoriali.

 

martedì 19 settembre 2023

PRONTI VIA !

La Fashion Week milanese per la primavera estate 2024 è iniziata  ufficialmente questa sera nell’hub di Camera della Moda, al Palazzo Giureconsulti in piazza dei Mercanti, ma già da due giorni c’è fermento. S’intuisce quello che si vedrà nella settimana. Il colore sembra di nuovo essere protagonista dopo qualche stagione in cui era stato messo da parte. Sono tinte forti ma non violente e decisamente ricercate, studiate, adatte a giocare un ruolo importante. 




Martino Midali ha aperto con una sfilata all’insegna dell’inclusione “che va oltre la moda e contro i pregiudizi”. In scena, a ribadire il messaggio con una canzone, l’artista sarda Ambra Pintore in un morbido abito di un particolare arancione-rosso (foto in alto).  Molto verde, marrone, bluette e una buona dose di bianco.  Contemplati tutti i tipi di capi, dalla giacca alla tuta, alla cappa, all’abito scivolato. New entry un tessuto plissettato di grande morbidezza. A indossarli, oltre le modelle, sei donne di stili e fisici diversi. Verde brillante, fucsia, turchese, arancione, anche nelle fantasie, dominano la passerella di Miss Bikini brand disegnato da Alessandra e Francesca Piacentini. Buon uso di paillettes e di frange per costumi interi, bikini, copricostumi, abiti. In accordo i gioielli, braccialetti a fascia soprattutto (foto al centro). Dal sud est della Cina arriva Qinghe Cashmere con tre collezioni che puntano su una sofisticata lavorazione del prezioso filato. Eccolo infatti perfetto per leggerissimi capi per le sere d’estate. Dal bain de soleil ai pantaloni con brassière, alla lunga gonna con spacchi, perfino al top che simula un tulle, ma più morbido e leggero. Perfetto da far da cornice il giardino e gli interni di Casa degli Atellani (foto in basso). Tutto parte dalla camicia nella piccola, intrigante collezione di Cuantico, giovane brand creato da tre signore. L’obiettivo rendere la camicia da uomo un capo femminile e che dura nel tempo. E ci sono riuscite, anche grazie a popeline di prima scelta. La creatività di Valentina Ferragni si unisce all’expertise dell’alta gioielleria di Netali Nissim . Ne nasce una capsule collection fresca, con spunti pop, ma di raffinata eleganza. La V di Valentina si colora con smalto e zirconi a tinte forti e si unisce al piccolo occhio, simbolo di Netali Nissim. Per orecchini, bracciali, catenine in argento placcato oro. 

mercoledì 13 settembre 2023

L' ECLETTISMO DELLA CREATIVITA'

Un artista davvero eclettico Lorenzo Mattotti e la mostra al Museo di S.Giulia, a Brescia, lo mette in evidenza. A cura di Melania Gazzotti, Lorenzo Mattotti. Storie, Ritmi, Movimenti racconta con 250 lavori l’iter di Mattotti dagli esordi come disegnatore di fumetti fino al film d’animazione, passando per quadri, disegni, schizzi, manifesti, copertine di riviste. Partendo dalla cultura underground ha saputo traghettare il linguaggio dell’illustrazione nell’arte contemporanea, ha detto di lui Stefano Karadjov, direttore Fondazione Brescia Musei.



La mostra distribuita in diverse sale, ripercorre la carriera dell’artista, secondo i tre ambiti con cui la sua arte ha dialogato e cioè la musica, la danza e il cinema. Della prima si rivedono locandine di concerti, ma soprattutto fumetti che hanno per protagonisti le star della musica di quegli anni di esordio. Ma ci sono anche le copertine del New Yorker e le illustrazioni cupe e misteriose per il libro The Raven (Il corvo) di Lou Reed ispirato ai testi di Edgar Allan Poe e i disegni per la messa in scena dell’Hänsel e Gretel di Humperdinck all’Opera di Parigi. Sono tutti in bianco e nero, con un nero prevalente per evocare quel senso di mistero e di terrore che la favola incuteva all’artista da bambino. La seconda sezione riguarda la danza, di cui i movimenti secondo Mattotti sono rappresentati attraverso i colori. Le linee grafiche riuniscono i corpi tra loro in un’ armonia di figurativo e astratto. Qui ci sono manifesti per spettacoli e festival di Torino, Brescia e della samba del Carnevale di Rio. Su cui ha realizzato di recente anche un trittico, esposto per la prima volta in questa mostra
.  Segue la sezione dedicata al cinema  con  le locandine per il festival del cinema italiano di Annecy, per quello di Cannes e per diverse edizioni della Mostra del Cinema di Venezia, per cui ha creato anche i video che precedono la proiezione del film. Ma anche le locandine per il film Eros con gli episodi di Soderbergh, Antonioni, Kar-wai dove ha giocato sulle trasparenze. A conclusione del percorso i lavori per l’animazione, tra cui l’applauditissimo lungometraggio La famosa invasione degli orsi in Sicilia tratto dall’omonimo romanzo di Dino Buzzati e premiato nel 2019 alla Festa del Cinema di Roma. La mostra apre al pubblico domani e chiude il 28 gennaio. Perfetto il catalogo, edito da Skira. (Nelle foto uno dei cortili del Museo e il trittico inedito).


 

martedì 12 settembre 2023

SORPRENDENTI INNESTI

Sarebbe interessante sapere quanti milanesi doc, o che si ritengono tali, siano a conoscenza di Villa Clerici, che non solo è un palazzo settecentesco di pregevole fattura (sembra che l’architetto sia stato Francesco Croce, progettista della Guglia maggiore del Duomo) con un giardino all’italiana e un parco di notevoli proporzioni, ma ospita anche la GASC Galleria d’Arte Sacra dei contemporanei, una delle  maggiori raccolte di arte sacra del ‘900 e contemporanei con più di 3mila opere.  Un genere artistico davvero poco diffuso.  Si trova nel quartiere di Niguarda non lontano dall’Ospedale e vicino al Teatro della Cooperativa. Appare all’improvviso dietro a una superba cancellata, in fondo a un viale, in una piccola strada con anonimi edifici del Dopoguerra. E’ una vera sorpresa e una gioia per gli occhi.





Ieri si è inaugurata qui la mostra Innesti 23, curata da Luigi Codemo con Isorropia Homegallery, che prosegue fino al 15 ottobre. Come anticipa il titolo, nel percorso museale si innestano le opere di quattro artisti, di cui alcune site specific che mantengono il tema della tradizione religiosa. Ed ecco di Daniele Accossato le Veneri bendate (foto al centro) e  l’ala della Nike di Samotracia imprigionata in barre di legno, vicino ai piccoli bronzi di Floriano Bodini. Nell’immenso salone, dominato da un enorme e respingente Pio XII, con gli occhiali, di Francesco Messina, ecco gli acrilici su tela   Ho deposto il mio credo e Piccola attesa di Anna Caruso. Nelle sale vicino gli intriganti Cocoons (foto al centro)e Free use mix di bronzo e gesso di Federica Zianni
. Accanto, nel rosso il Cardinale Alessandro Farnese di Giusto Plan, di cui troviamo a sinistra dell’ingresso  una Pietà e una Conversione di S.Pietro. A far da cornice, e normalmente sempre presenti, oltre ai già citati, sculture e dipinti di Felice Casorati, Giacomo Manzù, William Xerra, Aligi Sassu, Kengiro Azumo, Pericle  Fazzini, Giorgio De Chirico, per nominarne solo qualcuno. Merita più che uno sguardo il retro della villa con parco e un’enorme costruzione con colonne e capitelli, quasi un palcoscenico, dove in estate si tengono concerti. La Villa a fine settecento fu ribattezzata Villa di delizie in terra di Niguarda e il nome è appropriato.


sabato 9 settembre 2023

MERAVIGLIE IN CINQUE SECOLI

Ancora una volta il MASI Museo d’arte della Svizzera Italiana  di Lugano (foto al centro)stupisce ed entusiasma con una mostra particolarissima Da Albrecht Dürer a Andy Warhol. Oltre a essere un’esposizione di opere su carta, come dice la presentazione, racconta la storia dell’arte europea dal Quattrocento a oggi, attraverso trecento capolavori custoditi al Politecnico Federale di Zurigo. La visita è quindi un’appassionante lezione non solo di arte, ma di tecniche artistiche, di stili e modi di vita, dell’evoluzione della cultura, dal passato a oggi.   




 

Le trecento opere sono solo una piccola selezione delle 16mila raccolte nella Graphische Sammlung ETH Zürich, di cui si vedono le foto degli ambienti nella prima sala.  Qui sono anche i ritratti e gli autoritratti( foto, disegni, dipinti) di molti degli artisti. Alcuni classici, alcuni caricaturali, altri giocati sull’ironia che evidenziano dettagli della persona(foto in alto).  Il percorso espositivo  parte  dal Quattrocento con l’emblematico rinoceronte di Dürer e arriva alla lattina Campbell’s di Andy Warhol, massima espressione della Pop artS’incontrano lavori di Rembrandt, Goya, Picasso, Munch, Lautrec, Degas, Schiele, Louise Bourgeois, Giacometti, e di altri meno conosciuti ma non per questo meno interessanti. Come lo svizzero Rudolf Keller, con le sue pecore così reali che si ha voglia di accarezzarne il manto (foto in basso) o la pittura d’alta montagna di Hans Conrad Escher Von der Linth e di Caspar Wolf tra la fine del 1770 e gli inizi del 1800. Tutte le tecniche grafiche sono presenti, dalle più antiche alle più recenti. Si scopre, per esempio, che molte delle stampe erano un modo per riprodurre un’opera d’arte per chi non si poteva permettere di andare a vedere l’originale. Ma anche il frutto di fantasia. Lo stesso rinoceronte di Dürer lo è. Le visioni di montagna o di luoghi servivano come guide pratiche. Completano il racconto disegni tecnici di architetti come  Le Corbusier o Mario Botta. O ancora il mix di foto e serigrafie dell’artista persiana Shirana Shahbazi. E a sorpresa gli oggetti di uso quotidiano come la lampada o l’orologio dell’Ikea di Roman Singer. La mostra apre il 10 settembre e chiude il 7 gennaio. Notevole il catalogo con la genialità della doppia copertina e una delle in introduzioni di Linda Schadler,  direttrice della Graphische Sammlung ETH Zürich e tra i curatori della mostra. 


venerdì 1 settembre 2023

IL BEBE' DI TIFFANY

A vederla così la prima cosa che si pensa è che il nome Tiffany non le si addice. Alta, grandi occhi neri, naso importante, non grassa ma robusta e muscolosa. Decisamente non la quintessenza della femminilità. Confermato anche da un modo di fare brusco, troppo lontano da qualsiasi anche piacevole smanceria. Non aggressiva, ma neanche particolarmente socievole. Sportiva quanto basta, ma con un rifiuto deciso per i giochi di squadra. 




Un giorno mentre passeggia in un parco cittadino in compagnia di amici, di colpo si stacca dal gruppo e comincia a frugare in un cespuglio.  Stana un cucciolo di cornacchia, chiaramente abbandonato dalla mamma, lo raccoglie con delicatezza, facendo grande attenzione a non ferirlo e lo porta in famiglia. Dove viene accolto e fatto vedere immediatamente dal veterinario, che dà le informazioni su come nutrirlo. Da quel momento è la rude Tiffany a occuparsene. Se lo tiene sempre accanto, tanto che il piccolo uccello comincia a riconoscerla come mamma. Non solo si lascia accarezzare e le sta vicino, ma scherza con lei, quando mangia le ruba il cibo, s’impossessa delle sue cose. E Tiffany rivela uno straordinario senso materno: paziente, attenta, affettuosa. La femminilità in persona, anzi in cane trattandosi di una rottweiler, un molossoide di circa 45 chili. La storia è vera.