Che un marchio di abbigliamento si
“allarghi” e sconfini nelle lampade, nei guinzagli per cane,negli interni di
auto, fino ad arrivare a cellulari,
gommoni, cioccolatini e stili di vita non solo non è una novità, ma è la
prassi. Anzi ci si stupisce quando una griffe rimane confinata al vestire.
Normale quindi che il brand spagnolo Desigual dopo il successo della home si
occupasse di profumo. E ovviamente con
quell’approccio in linea con la sua
filosofia. Che comincia dal nome. Desigual: disuguale, accidentato, bernoccoluto, disunito, frastagliato, impari,
irregolare, non equilibrato,zotico , dice il vocabolario. E ovvio che la
diversità è il punto fermo, ma di questa diversità si sono presi solo gli
aspetti positivi o comunque innovativi.
Niente bernoccoluto o zotico insomma. Ed
ecco che le fragranze sono tre, simili nella progettualità e addirittura
complementari, ma assolutamente diverse per componenti e intenti. Si chiamano Love, Sex Fun. Traducibili con bacio, divertimento,
trasgressione, i tre elementi della “vida chula” (vita bella)secondo Desigual .
Ribes nero, pompelmo rosa, mandorlo per il malizioso e tenero Love. Gelsomino,
muschio, rabarbaro per il provocante e intenso Sex. Agrumi, frutto della passione, violette e
mirtilli per il leggero e allegro Fun. I flaconi, di tre misure, hanno una forma
tondeggiante, apparentemente rétro.
Invece sono un collage di stampe, rilievi, colori inediti. Anche il vetro è
particolare, con il motivo dei cerchi concentrici che creano un movimento. Ma
la vera perla sono i tappi, tutti differenti tra loro perché realizzati con
minuscoli scampoli di tessuti, of course diversi. venerdì 29 novembre 2013
DIVERSAMENTE UGUALI
Che un marchio di abbigliamento si
“allarghi” e sconfini nelle lampade, nei guinzagli per cane,negli interni di
auto, fino ad arrivare a cellulari,
gommoni, cioccolatini e stili di vita non solo non è una novità, ma è la
prassi. Anzi ci si stupisce quando una griffe rimane confinata al vestire.
Normale quindi che il brand spagnolo Desigual dopo il successo della home si
occupasse di profumo. E ovviamente con
quell’approccio in linea con la sua
filosofia. Che comincia dal nome. Desigual: disuguale, accidentato, bernoccoluto, disunito, frastagliato, impari,
irregolare, non equilibrato,zotico , dice il vocabolario. E ovvio che la
diversità è il punto fermo, ma di questa diversità si sono presi solo gli
aspetti positivi o comunque innovativi.
Niente bernoccoluto o zotico insomma. Ed
ecco che le fragranze sono tre, simili nella progettualità e addirittura
complementari, ma assolutamente diverse per componenti e intenti. Si chiamano Love, Sex Fun. Traducibili con bacio, divertimento,
trasgressione, i tre elementi della “vida chula” (vita bella)secondo Desigual .
Ribes nero, pompelmo rosa, mandorlo per il malizioso e tenero Love. Gelsomino,
muschio, rabarbaro per il provocante e intenso Sex. Agrumi, frutto della passione, violette e
mirtilli per il leggero e allegro Fun. I flaconi, di tre misure, hanno una forma
tondeggiante, apparentemente rétro.
Invece sono un collage di stampe, rilievi, colori inediti. Anche il vetro è
particolare, con il motivo dei cerchi concentrici che creano un movimento. Ma
la vera perla sono i tappi, tutti differenti tra loro perché realizzati con
minuscoli scampoli di tessuti, of course diversi. giovedì 28 novembre 2013
NATURA E' FUTURO
Non è necessario essere reazionari, biecamente
passatisti o rozzi per provare ogni
tanto dei piccoli moti di intolleranza per chi nella sua vita alimentare
concepisce solo il bio e gli alimenti kilometro zero, e nei confronti dell’ecologia
manifesta atteggiamenti ossessivi. Probabilmente per questi lo workshop sul bio-living organizzato a Milano da
Astarea, istituto di ricerche di marketing, può sembrare del tutto inutile e
comunque non sposta le loro convinzioni. Invece è assolutamente illuminante per
chi ha un atteggiamento laico e critico nei confronti del bio ed eco a tutti
costi. Di cosa si è parlato? Indicativo e programmatico il sottotitolo: la
natura entra nei prodotti e ispira i processi. Dal Green della scarsità al Blue
dell’abbondanza. Come ha espresso Laura Cantoni di Astarea nella presentazione,
la natura ha un nuovo ruolo, non è più altro da noi ma è soggetto sociale. Non
è più natura da proteggere, vista in modo romantico come i campi di grano alla
Barilla, ma è una natura protagonista, con un suo paradigma progettuale. La
sostenibilità è giocoforza per l’innovazione. “Back to the nature to go forward”
è il motto che può sintetizzare la nuova
tendenza. Il bio non è solo salute, ma dà una mano in termini di economicità.
In sostanza la natura diventa elemento fondamentale per rinnovarsi. A supporto
della tesi sette interessanti interventi di “addetti” a settori diversi.
Roberto Olivi del BMW Group Italia, per esempio, ha parlato di una nuova
auto per una mobilità sostenibile, che
non solo non inquina, ma è frutto di un processo sostenibile. In Fibra di
carbonio ha tempi di costruzione del 50% inferiori alle altre auto. Per i suoi interni utilizza materiali solo
organici, come canapa, legno di eucalipto e pelle trattata con tannini naturali. Pierfrancesco Morganti, docente di dermatologia cosmetica alle Università di Napoli e di
Pavia, ha spiegato come la chitina, che
si ricava dal carapace dei crostacei, quindi assolutamente biodegradabile, può
essere usata per le confezioni degli alimenti.martedì 26 novembre 2013
A BOUT DE SOUFFLE'
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| Street food |
Si parla molto di cibo.
Demonizzato e ridotto in calorie per aspiranti taglia 42. Con contorno di
ridicole tradizioni negli spot pubblicitari. In televisione e in radio fa
risplendere il talento di uno chef. Al cinema è coprotagonista di film. E’ nei giornali, sul web, nei libri. Durante Bookcity
a Milano, tra i tanti di cucina, è stato presentato “Il cuoco e i suoi re” di
Edgarda Ferri, nell’elegante edizione Skira. L’autrice, famosa per le biografie,
racconta la storia di Marie Antoine Carême, il più celebre cuoco di
Francia (1783-1833). Il cibo è oggetto di fiere, dibattiti, congressi, corsi, sempre
più specialistici. Un tempo l’obiettivo era il soufflé o l’anatra all’arancia,
ora si punta all’uovo sodo o al riso in
bianco, con qualche blitz su sushi e kebab. Tra gli alimenti più corteggiati il
cioccolato, con saloni, rassegne e artisti dedicati. Di recente è uscito “Les
Marquis de Ladurée – Lo spirito cioccolato” con ricette dei pasticceri parigini. In una confezione che ricorda
quella delle religieuses e dei macaron. Tra i protagonisti new entry il pane, in
ottima posizione nella hit parade del “facciamolo in casa”. A Milano è in mostra allo Spazio
Oberdan dal 27 novembre fino al 26 gennaio: storia, riti, paradossi. Se mele e
ciliegie sono confinate in sagre paesane
il limone in Francia, a Mentone, è la star di un festival internazionale . Nato
nel 1933 come piccola esposizione ora conta circa 160mila visitatori.
Quest’anno, dal 15 febbraio al 5 marzo, prevede 20mila ore di lavoro per le
squadre di allestimento e pacchetti speciali per i turisti (www.tourisme-menton.fr).
Accanto all’alta cucina si fa strada, è il caso di dirlo, lo street food,
parente ambulante del fast food. Il
business è in tale crescita da aver favorito anche il food truck, cioè i
veicoli per il trasporto. VS, azienda
piemontese del settore, è passata da un
fatturato di 254 mila euro nel 2011 a 990mila euro nel 2013, e la previsione per il 2014 è di 1
milione e 500mila euro.
venerdì 22 novembre 2013
TURISTA NON PER CASO
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| In copertina |
Si può girare Milano da turista se ci si vive o ci si è
sempre vissuti? Marta Stella ne è talmente convinta che con il suo libro riesce
a convincere gli altri. Si intitola, senza voli pindarici, “My secret Milan” ed
è edito da L’airone . Racconta luoghi,
alcuni più conosciuti, altri meno, nessuno istituzionalizzato, artistico,
o comunque inserito nelle guide di quello che “si deve vedere”. Alcuni indirizzi
sono segnalati da persone che vivono a
Milano più o meno famose, ma comunque che amano la città e soprattutto sanno
come viverla. Il sottotitolo “La Milano intima delle milanesi” lo spiega solo
in parte. Altri luoghi sono stati “scoperti” direttamente dall’autrice. Ligure,
classe 1988, Marta è arrivata fresca di
studi a Milano, dove ha iniziato a lavorare come giornalista e a girare per le
strade attenta, curiosa, sentendo pareri, intervistando. Ora collaboratrice di Marie Claire e blogger, scrive con la freschezza e la leggere
zza
di chi non pretende di saperne di più,
ma anche con l’entusiasmo di chi ha trovato qualcosa di particolare. E
soprattutto ha voglia di trasmetterlo. Qualche indirizzo, per quanto non da guida tipica,
è segnalato anche in “101
cose da fare a Milano” di Micol Arianna Beltramini (Newton Compton Editori) uscito nel 2011. Ma
non c’è sovrapposizione, perché il modo di raccontare e anche i riferimenti
sono diversi, più letterario da Beltramini, più giornalistico-modaiolo da
Stella. Tra gli “inediti” sicuramente la
balera all’Ortica dove ama allacciarsi
in un tango Maurizio Cattelan. O il parrucchiere in un interno di Via
Lagrange, che ha aiutato Diane Pernet, direttrice di “A Shaded view on fashion film”
a trovare le forcine di plastica per non disfare la sua inconfondibile acconciatura, ogni volta che passava dal
metal detector degli aeroporti. O ancora
un delizioso bed & breakfast all’interno di una galleria d’arte. A
sostenere la narrazione e stimolare la curiosità qualche foto e soprattutto gli
azzeccati disegni di Costanza Agnese Matranga. Anche il luogo dove è stato presentato il libro è particolare. In via
Manzoni, nella sede-show room di Les Copains, nello spazio Atélier dedicato a iniziative d’arte e cultura.
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| La Galleria |
giovedì 21 novembre 2013
PASSIONE CINEMA
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