E’ di qualche giorno fa la notizia che a Casalmaggiore, sul letto del Po in secca, è stata creato un campo dove si sono allenate le ragazze della VBC, la squadra di beach volley di Casalmaggiore. Subito dopo rimosso. Un gesto per segnalare la situazione del più lungo fiume d’Italia, che, appunto a Casalmaggiore, ha raggiunto i -5,36 metri, record storico di magra.
Sulla stessa linea, e quindi davvero interessante, la presentazione alla Libreria Hoepli di Milano del libro Il Respiro del fiume, uscito nel 2005. Con le foto del giornalista e fotografo Alberto Roveri e le parole del giornalista Beppe Bonazzoli, racconta il grande fiume, rivelandone aspetti sconosciuti, curiosità che insistono soprattutto sul tema della globalizzazione e delle tradizioni, come è riportato in copertina. Una panoramica senza insistenze nostalgiche, che ben inquadra l’attuale problematica. Basta dire che la portata di 1540 m3 d’acqua della norma si è ridotta in questi mesi a poco più di 250 m3. Alcune foto, anche se di diversi anni fa, evidenziano già il processo in fieri, favorito anche da una scriteriata proliferazione di edifici industriali. Riesce quindi difficile immaginare che sono di quell’epoca certe immagini di vita fluviale. Come la motonave che ha navigato fino ai primi anni Duemila da Cremona a Venezia, con 400 passeggeri soprattutto tedeschi, inglesi e francesi, in crociere dai tre agli undici giorni. Dotata di piscina, solarium, con cabine di lusso-cinque stelle e quartetto d’archi per animare le serate. Chi potrebbe pensare che la famigliola sikh non è sulle rive del Gange. Non sono turisti e il loro non è un caso isolato. Sulle rive del Po vive una comunità indiana che alleva vitelli. Ogni anno un‘ampolla d’acqua del Po viene portata nel Gange e una ampolla d'acqua del Gange viene versata nel Po. Ma gli indiani non sono gli unici abitanti stranieri delle rive. Nei vigneti sulle sponde lavorano i cinesi. Dall’Africa arrivano gli operai che lavorano le argille. E poi c’è la natura con luci e tramonti esemplari, vecchi casali purtroppo lasciati andare, affascinanti e pieni di storia. Molti i ritratti di chi vive qui, ma anche di chi ci lavora, degli artisti che hanno immortalato o si sono ispirati nella zona. Non mancano le inquadrature sul filo dell’ironia come i tre pescatori con l’enorme pesce siluro, secondo la leggenda parente stretto del feroce pescecane, in realtà inoffensivo. All’inizio di ogni capitolo ci sono le parole di uno scrittore che il respiro del Po lo ha percepito. Da Cesare Pavese s Giovanni Guareschi, da Cesare Zavattini a Ermanno Rea. Un libro davvero intrigante che mette la voglia di andare a sentire quel respiro.