venerdì 4 aprile 2025

L' ARTE NON VA MESSA DA PARTE

Nella 29° edizione di Miart la prima impressione quando si entra è che le installazioni dominino.  Se un tempo, ci si fermava un po’stupiti tra l’atteggiamento critico e la curiosità di saperne di più, ora le rarità sono i dipinti su tela o le sculture distribuite tra Established, la sezione principale con una selezione dei grandi maestri dell’arte moderna e contemporanea, e la piccola sezione Timescape, dedicata ai capolavori del primo Novecento. Per il resto questa fiera propone una visione dell’arte prevalentemente contemporanea. 




Il titolo-tema è Among friends come l’ultima retrospettiva di Robert Rauschenberg, a cui è dedicata  la fiera, per il centenario della nascita. 179 le gallerie presenti, da 31 Paesi di cinque continenti. Anzi l’impressione che si ha è di una forte rappresentanza di gallerie straniere, spesso con artisti italiani. E questo rimanda in parte a quella lettera-documento degli artisti indirizzata al Presidente del Consiglio e agli "onorevoli ministri" di cui la copia è sparsa in tutti i corridoi. Si riferisce alla preoccupazione per la decisione del Governo di non ridurre l’aliquota IVA sulle opere d’arte, come già è stato fatto in Francia e in Germania, e di lasciarla al 22%. Cosa che scoraggerà gli acquisti e spingerà molte gallerie a chiudere o a trasferirsi all’estero, come già in parte si sta verificando.Un danno non solo per galleristi e artisti ma anche per operatori culturali, artigiani, restauratori, trasportatori e fiere, oltre che di immagine. Svariate, comunque, le opere che in qualche modo protestano con il sistema. Come le scritte luminose di Matteo Attruia alla MLZ Art Dep di Trieste. Tra queste All I need is all, che fa riflettere sulla mania del "sovrapossedere" o il completo appeso, realizzato con la carta metallica dorata usata per avvolgere i corpi nei naufragi.  Renato Evaristo Perego, performer, non ha una galleria alle spalle, ma gira per il Miart con l’insegna-freccia di Milano e in testa una gabbia, un modo per dire come noi tutti siamo ingabbiati e soprattutto gli artisti. Famosa la sua performance, vestito di rosso, sdraiato su un divano sul tetto di un’auto: un modo per parlare dell’isolamento a cui siamo sempre più spinti. “Così ho portato il divano fuori”. Qualcosa sfiora l’horror come le scarpe d’oro con tacco-pistola di Tasneem Sarkez alla Galleria Eva Gold di Londra. Un’altra scarpa, ma scintillante,  quella di Luigi Ontani alla Galleria L’incontro di Chiari (Bs). Catherine Biocca e Lorenzo Modica,  entrambi romani, alla Galleria Eugenia Delfini di Roma,  vogliono dimostrare che l’arte serve a ricercare il lato assurdo della vita. Poetica la composizione con 48 foto di cartoline, vere, spedite tra il marzo e il dicembre del 1975. Il titolo è Life before me, perché erano i mesi in cui l’artista Florence De Benedetti era "nella pancia della mamma". Interessante e coerente con il tema di Miart l’allestimento della Bernini Gallery di  Misinto (MB) con mix di pezzi dei primi 900 e arte contemporanea, realizzato da vari artisti.

giovedì 3 aprile 2025

OLTRE IL GIALLO

Sì, è proprio George Simenon fotografato alla Darsena di Milano nel 1957. E quella è la locandina della mostra George Simenon. Otto viaggi di un romanziere che aprirà il 10 aprile alla Galleria Modernissimo di Bologna. Se lo sfondo del mappamondo può anticipare i viaggi di cui si tratterà, perché la scelta di Milano? Perché il primo editore italiano dei romanzi dello scrittore è stato Mondadori, a Milano. A cui si deve sicuramente l’aver fatto diventare i lettori italiani di Simenon i più numerosi nel mondo, superiori anche ai francesi. Ma perché allora la scelta di Bologna per la mostra? Se ne è parlato ieri in conferenza stampa alla presenza dei due curatori Gian Luca Farinelli, direttore della Cineteca di Bologna nonché ideatore del festival Il Cinema ritrovato e promotore dell’apertura del laboratorio di restauro e John Simenon, figlio di George, che da tempo si occupa della gestione dei diritti d’autore del padre.



Un’esposizione che ha richiesto dieci anni di lavoro in cui è messa in risalto la relazione tra romanzo e cinema, quindi perfetta la scelta della Galleria Modernissimo.  E’ un passaggio sotterraneo,in pieno centro della città, che va da una parte all’altra della via Emilia. Vicino a Modernissimo storico cinema, che l’anno scorso ha venduto più  biglietti di tutte le sale cinematografiche italiane, e questo record con una programmazione sulla storia del cinema e non con i film più  visti del momento.  La galleria di 1300 metri quadrati è stata allestita da Giancarlo Barilli, lo scenografo di parecchi film di successo italiani, che ha completamente ridisegnato lo spazio. Da vedere 900 foto, non stampate, ma in video e una quarantina di filmati. Le foto, per la maggior parte scattate da Simenon, parlano dei suoi viaggi in Francia, in Europa, in Africa. “I viaggi sono stati il riflesso del suo sentirsi libero” ha spiegato il figlio. In sintesi un racconto della vita dello scrittore che parte da Liegi, dove era nato, per proseguire con la sua attività di giornalista, quando si firmava George Sim, i suoi rapporti a Parigi con Colette e André Gide che lo introducono nel mondo del cinema, oltre a essere stati preziosi per la sua attività di romanziere . Di Colette diceva che "gli aveva insegnato a scrivere su ciò che conosceva". E poi la sua vita e la navigazione  sulla barca Ostrogo, che si era fatto costruire.  Per continuare con il soggiorno negli Stati Uniti dove conosce quella che diventerà la sua seconda moglie, la mamma di John . Dall’incontro con Mondadori,con cui pubblica dal 1932 al 1984, a quello con Roberto Calasso che lo introdurrà in Adelphi, dando ai suoi romanzi una classificazione "al di sopra dei gialli". E ancora l’amicizia con Federico Fellini e Jean Renoir. Fellini era un suo appassionato lettore, nella biblioteca del regista  ci sono  ben 130 romanzi di Simenon, tutti letti. Nel settimo libro racconta il suo  metodo di scrittura, che richiede un isolamento dal mondo, nell’ottavo, infine, parla del romanzo e della sua trasposizione nel cinema. Insomma una mostra appassionante che svela molte cose non solo del padre del Commissario Maigret e di uno dei più grandi scrittori dell’ultimo secolo. Chiude l’8 febbraio. 

martedì 1 aprile 2025

DAVVERO MOZZAFIATO

Si sta facendo molto per portare l’interesse della gente sul problema dell’inquinamento, dello smaltimento dei rifiuti, dell’impatto della plastica sui mari. Ma non abbastanza. Comunque tutto quello che si fa in questa direzione è ben accolto e può essere utile. Se poi dietro c’è la creatività e una partecipazione con dei "nomi" sembra che si possa ottenere dei risultati. Breathtaking, la mostra che apre domani al Museo di Storia Naturale di Milano, sembra avere tutti i requisiti del caso. 




Il titolo “mozzafiato” non ha niente di positivo, nel senso che non si riferisce a qualcosa di straordinaria bellezza che lascia con il fiato sospeso. Ma è inteso nel vero senso della parola: toglie il fiato, fa soffocare. Da questo concetto parte l’installazione pensata e realizzata dal noto fotografo Fabrizio Ferri, che vive fra New York e Milano. L’obiettivo è raccontare l’impatto devastante che hanno la plastica, specie le microplastiche, sugli oceani, ma soprattutto sulla salute degli esseri viventi, umani in primis. L’idea, racconta Ferri, parte da una domanda di sua figlia Emma che mostrandogli le foto di un delfino e di una foca soffocati da sacchetti di plastica, gli chiedeva cosa poteva fare. Da qui il coinvolgimento di dodici personaggi pubblici. Da attori come Willem Dafoe, Charlotte Gainsbourg, Julianne Moore, Isabella Rossellini, Susan Sarandon (presente alla presentazione della mostra e nella foto), Naomi Watts, a top model come Helena Christensen, Misty Copeland, Carolyn Murphy, a Gala Gonzales stilista, socialite, blogger spagnola. Tutti hanno aderito entusiasti al progetto, “dandosi con fiducia a Fabrizio” ha spiegato Geraldina Polverelli, agente, nonché moglie del fotografo. “Sono arrivati senza body guard e limousine, anche a piedi o in bicicletta”. I loro ritratti chiusi in sacchi di plastica su una parete trafitta di chiodi costituiscono l’installazione. Al centro della sala una bara di vetro, che insiste sulla drammaticità, alludendo alla fine della specie umana. L’atmosfera è ancora più intensamente tragica se si indossano le cuffie, realizzate per l’occasione da Marina Abramovich, da cui si sente un silenzio terrorizzante e pieno di significati. L’installazione, promossa dal Comune di Milano, prodotta da Nobile Agency e dal Museo Civico di Storia Naturale in collaborazione con l’Università Cattolica di Milano, è visibile fino al 27 aprile. 

giovedì 27 marzo 2025

IL CAMPING E' DESIGN

Il Salone del Mobile e il Fuorisalone sono alle porte e Milano si sta preparando. Tra i problemi più pressanti, oltre ai nuovi a causa dei molti cantieri che rendono più difficile la scelta delle location, quello da sempre dei luoghi dove soggiornare per chi non abita in città. The Glitch Camp sembra essere un’ottima iniziativa che può aiutare a risolvere, anche in modo coinvolgente e interessante, il problema. Fa parte di Designing Togetherness, programma ideato dallo IED, Istituto Europeo di Design, improntato allo "stare insieme" e al "fare insieme". Come dice il nome. 





Si tratta di un campeggio aperto agli studenti di tutto il mondo e gratuito che, dal 7 al 13 aprile, sarà allestito nel Centro Sportivo Enrico Cappelli di Milanosport, in Piazza Caduti del lavoro, nel quartiere del Morivione. Non offrirà solo da dormire ma una serie di proposte, appunto, per "stare bene insieme": laboratori, attività sportive, incontri culturali. A cominciare dal workshop Rito di panificazione collettiva con Davide Longoni, panettiere sostenitore del pane agricolo, sull’importanza del pane non solo nell’alimentazione, ma nell’ecologia e nella giustizia sociale. Il workshop di sport alternativo, tenuto da Gabriel Fontana, artista e designer, sperimenterà come spostare l’attenzione della competizione sulla connessione sociale e la solidarietà. In Atelier Upcycling by Ferrino (produttore di attrezzature e abbigliamento per la montagna) si tratterà della progettazione e realizzazione di nuovi oggetti da vecchie tende da campeggio. Il programma culturale, intensissimo anche questo, prevede incontri con antropologi, scienziati, architetti, botanici che indagheranno sul rapporto tra uomo e ambiente. Divertente, a cura del Centro Formazione Supereroi, il Ring di scrittura, spettacolo-incontro in cui i componenti di due squadre si sfideranno con improvvisazioni sul mondo del design. Ai campeggiatori sarà distribuita ogni giorno la fanzine Fregui (briciole in milanese). Con un chiaro riferimento all’importanza del pane per la convivialità, la condivisione, la cultura globale. 
Per candidarsi a The Glitch Camp, l’iscrizione per gli studenti di design di tutto il mondo, dai 18 ai 30 anni, è aperta fino al 30 marzo. Da compilare il modulo d’iscrizione sul sito IED.  


mercoledì 26 marzo 2025

SOLE SPENTO?

Canzoni per animali d’appartamento questo il titolo della mostra di Diego Gualandris, artista visivo e pittore, classe 1993, allo Spazio Pesca, di Via Paolo Sarpi a Milano. Potrebbe sembrare un titolo di  fantasia, confermato in un primo e veloce sguardo alle opere. E invece non è così di fantasia, per quanto sia indicativo della creatività dell’artista. Nei dipinti, di svariate dimensioni, il soggetto è sempre il sole in angolazioni, fasi, colori diversi, proprio come variano in un essere umano o in un animale. E in due serie.







Nella prima, da giovane, il sole è in piccoli dipinti a olio con una cornice che sembra limitargli i confini dell’Universo. Poi è nella sua adolescenza e nella sua piena potenza. Ma è consapevole, spiega Gualandris che la sua vita è segnata e tra sei o sette miliardi di anni morirà, come tutti gli esseri viventi, "animali d’appartamento" compresi. Nella seconda serie il sole è nella fase adulta in una linea immaginaria di orizzonte da cui nascono infiniti mondi. Nell’atto di sorgere o di tramontare e sempre in un paesaggio desertico, debolmente illuminato. Il riferimento agli animali è anche nei quadri di piccolo formato, "d’appartamento" li definiscono le curatrici della mostra  Arianna Pavoncello e Carolina Latour (nella foto ai fianchi dell’artista).“Entrano in un luogo che non gli appartiene… come telecamere…. Come animali appostati costringono lo spettatore a prendere le misure per avvicinarli, a muovere piano ma tenendo lo sguardo fisso su di loro”. La mostra, aperta oggi, chiude il 13 giugno. Per il Miart (a Milano dal 4 al 6 aprile) è prevista una performance di Gualandris, sabato 5 aprile alle 17,30. Un’occasione per visitare lo Spazio Pesca, galleria creata da Benedetta Gambino (nella foto all’estrema sinistra), che in questo momento sta portando avanti un interessante ciclo di mostre sul rapporto tra tempo, creatività e complessità della produzione artistica contemporanea, di cui la personale di Gualandris è il secondo capitolo.

domenica 23 marzo 2025

SPLENDIDI NOVANTENNI

Chi tra i Baby Boomers non ha mai giocato a Monopoli? Pochi, pochissimi. Quanti della Generazione X ci hanno giocato? Risposta uguale: pochi, forse pochissimi. Ovviamente non è il caso di porsi la domanda per i Millennials.


Comunque questo gioco, nato negli Stati Uniti il 19 marzo del 1935,  ha fatto giocare un miliardo di giocatori in 114 paesi. Variando per ogni paese solo i nomi delle strade. Se nel Monopoli(anni fa con la I normale) italiano le piazze e le strade sono nomi di fantasia (v.il disprezzato Vicolo Corto e l’ambito Parco della Vittoria) nel Monopoly francese hanno invece qualche riferimento con le strade di Parigi. Per il resto tutto è uguale. Con il Via dove ritirare i soldi, la prigione, le stazioni ferroviarie ecc. (In alto una foto storica).


Nel frattempo sono state messe in circolazione nel mondo, e non tutte in Italia, oltre 300 versioni tra cui la più di successo è il Monopoly Gol. Da immaginarselo. Per festeggiare i 90 anni del Monopoly  la Hasbro, azienda leader mondiale nel settore giochi da tavolo, ha presentato alla Toy Fair di New York una nuova versione con tre "espansioni", che saranno in vendita in agosto. Il classico è rinnovato nella grafica sia nel tabellone, che nelle banconote. Oltre alle carte Probabilità e Imprevisti ci sono le carte Proprietà immobiliari. Rivoluzionati anche i segnalini  e il design di case e alberghi, più grandi. Ma le vere novità, figlie dei tempi, sono le tre espansioni: In Prigione (foto in basso), Compra Tutto e Vinci Tutto al parcheggio gratuito. In questi giochi i turni sono molto più rapidi e c’è la possibilità di vincere con colpi di scena incredibili, "farla franca con l’inganno" e comprare tutto, perfino la stessa banca. Perfettamente inserito, quindi, il gioco in un modello di società più contemporanea, svelta, libera da condizionamenti di etica superata.  Attualissima anche la versione Monopoly App Banking  in cui contanti e banchiere sono sostituiti da un‘app per smartphone.

giovedì 20 marzo 2025

CREATIVITA' AL POTERE

Fa piacere, in un momento in cui chiunque scatta foto con il cellulare, sentendosi Avedon e facendo temere per il futuro della fotografia, visitare una mostra come il Mia Photo Fair. Dove  si capisce che solo la creatività può fare la differenza, per continuare a considerare la fotografia come arte. La quattordicesima edizione, sempre organizzata da Fiere di Parma, con vari sponsor, si tiene da oggi al 23 marzo al Superstudio Più. Come hanno detto in molti, una location perfetta, perché all’illuminazione artificiale si aggiunge quella della luce primaverile dell’esterno, ideale per cogliere le sfumature. 






Ben 114 gli espositori,77 le gallerie di cui una buona parte straniere. Interessante la varietà di proposte, dai grandi classici come la Marilyn di Eve Arnold a foto di nuova concezione. Come le nature morte di Simona Ghizzoni, dove l’influenza caravaggesca è fortissima. Con frutta, fiori ma anche animaletti alcuni veri, altri giocattolo, per ovvie ragioni di movimento. L’ungherese Zoltan Tombor fotografa donne con lo sguardo, gli abiti e la posizione dei ritratti quattrocenteschi, ma con una cuffia wireless in testa (in alto a sinistra).  La galleria milanese Arte in salotto presenta due nuove Flying Houses del parigino Laurent Chéhère. Appassionato di cinema, l’artista propone due opere: The duellist mix di film con immagini assemblate con la tecnica del photocollage.  E La piscine dove ricrea l’atmosfera e l’ambientazione del film di Jacques Deray, giocando con il surreale di una piscina verticale a fianco della quale è steso Alain Delon e lavora la troupe cinematografica (in alto a destra). Sbalorditive le Visioni Ibride dell’artista statunitense Sandy Skoglund (al centro).  Tra le attrazioni della galleria ThepoolNYC di Milano, una collezione di foto posate di anonimi del 1800,
 di Pierrot, il primo genderless della storia, interpretato, infatti, sui palcoscenici da uomini e donne. Insieme alle foto–ritratti di Harriet Tannin (1929-2009)tagliuzzate e intrecciate. Per rispondere con spirito e femminismo a chi diceva che le donne non possono far le fotografe, ma si devono occupare di cucito e intrecci. Tutt’altro genere l’interno pompeiano di Luigi Spina ospite del Media Partner AON, azienda leader nei servizi professionali. O ancora il progetto fotografico Another America dell’artista inglese Phillip Toledano da Talullah Studio Art, che invita a riflettere sui rischi e le opportunità dell’intelligenza artificiale (in basso). Non è frutto dell’intelligenza artificiale la foto vincitrice del Premio BNL Bnp Paribas di questa Mia Photo Fair, Serafina at Table  dell’inglese Nick Brandt della galleria Willas di Stoccolma. Racconta dei cambiamenti climatici, con una ragazza a tavola sott’acqua tra i pesci, che era realmente in apnea. Da non perdere alla My Own Gallery, la piccola galleria all’ingresso del Superstudio Più, Dream Role, mostra-evento dedicata alle foto del regista cinematografico inglese Peter Chelsom