I modi di viaggiare sono infiniti. E’ vero ed è scritto anche sul logo di Albeggi Edizioni. E quindi anche in copertina di La verità di Elvira. Puccini e l’amore egoista di Isabella Brega. In effetti per l’anno pucciniano nel centenario della morte del grande musicista, l’autrice ha pubblicato un’edizione speciale del suo libro, edito nel 2018, arricchendola di una ben congegnata guida di luoghi pucciniani della Versilia e della Lucchesia. Ma non è certo per questa aggiunta, per quanto interessante e ben documentata, che il libro merita una lettura attenta.
La formula, infatti, è particolarmente incuriosente, si presta a considerazioni e riflessioni sul personaggio. E’ in forma di epistolario: una ventina di lettere, alcune scritte da Puccini, svariate dalla moglie Elvira e dalla sorella (di Puccini) Ramelde, una dalle amiche, forse amanti, Sybil e Josephine von Steigel, una dalla figliastra Fosca. Alcune sono autentiche reinterpretate, altre frutto di fantasia, ma sempre su basi veritiere. L’unico uomo nella corrispondenza è lui, il Maestro, e questo la dice lunga sul suo rapporto con le donne. Capace di forti passioni e gran seduttore, ma assolutamente inaffidabile, donnaiolo irriducibile, gaudente smodato e seriale. In tutte le sue "maschilistiche debolezze" appare soprattutto nelle lettere di e a Elvira, per certi aspetti donna gelosa, vendicativa, disprezzata dai più, famiglia di lui compresa, massacrata dai critici, eppure determinante nella vita e nella carriera di Puccini. Anche se sempre tenuta nell’ombra. Completano il libro un’intervista alla famosa soprano bulgara, da moltissimi anni in Italia, Raina Kabaivanska, e alla nipote ed erede Simonetta Puccini, figlia naturale di Antonio, unico figlio di Elvira e Giacomo, morta nel 1917.