giovedì 26 giugno 2014

ELISABETTA DELLE SFIDE


E’ già difficile nella moda conciliare il lavoro creativo con quello imprenditoriale. Se poi si vuole essere coerenti con certe scelte di vita, è ancora più impegnativo. Ma a Elisabetta Franchi, creatrice dell’omonimo marchio di prêt-à-porter, le sfide piacciono. E il suo curriculum ne è pieno. Con un’azienda di 150 dipendenti  e un fatturato  annuo di 105,5 milioni di euro, non ci si può concedere sbagli, ma soprattutto si devono fare delle rinunce. Franchi non è di quel parere. La sua coerenza è importante e il suo impegno da animalista convinta non si limita a fatti esteriori.  Sempre in prima fila in campagne a favore degli animali, collabora con LAV ed Enpa. Ma non solo , permette ai dipendenti di portare il proprio cane  
 Autunno-inverno 2014-15
nella sede, nei dintorni di Bologna. Dove peraltro lei arriva con Leo, un meticcio labradoroide, che gira per gli uffici adorato da tutti, per il buon carattere e la voglia di giocare. Ma questa iniziativa, per quanto di grande apertura, non è niente di fronte alle scelte animaliste legate alla produzione. Nonostante uno dei suoi maggiori mercati di esportazione sia, insieme alla Cina, la Russia, dove le pellicce sono richiestissime, si è sempre rifiutata di inserirle in collezione. Le ha sostituite con quelle ecologiche di qualità altissima, tanto da essere difficili da distinguere dalle vere e perfino  più calde. Ovviamente lavorate con gli stessi criteri. Per gli accessori, scarpe e borse, settore in espansione (ha appena creato una it bag), utilizza solo pelli di vitello provenienti dalla filiera alimentare. Anche per l’imbottitura dei piumini sceglie materiale ecologico, dopo aver scoperto che, per ottenere le piume, le oche vengono spennate vive due, tre volte, finché muoiono. L’angora è bandita dalla sua collezione, dato che per avere il pelo più morbido  il piccolo animale non viene tosato, ma scuoiato da vivo, per poterne sfruttare il pelo una seconda o addirittura una terza volta.  Dietro queste scelte, quindi, una precisa decisione che avrebbe potuto compromettere il business. Ma che, invece, non ha fermato  il percorso di crescita aziendale. Tanto che Elisabetta Franchi ha annunciato che il prossimo settembre sfilerà a Milano con la collezione per la primavera estate 2015: “La sfilata è un passaggio fondamentale per la crescita della mia griffe e per confermare il posizionamento raggiunto…”.    

martedì 24 giugno 2014

UOMINI E NO


 Lika
Per chi ha avuto l’impressione, in queste sfilate milanesi, di collezioni “troppo prodotto”, oggi forse si è ricreduto.  Anche se  il sartoriale-sportswear si conferma protagonista, i coup de théâtre non sono mancati. Nel bene e nel male.  Nel bene è stata l’uscita finale  di Ermanno Scervino con  i modelli in giacca da camera o vestaglia di seta a pois bianchi su fondo nero . Così chic, sexy e per niente  decadenti, che molte donne per un attimo hanno sognato di trovarseli a casa aprendo la porta. Sono i dandy metropolitani  che invece di costumi da bagno e camicie preferiscono  indossare impeccabili parka e parka gilé con interni  fluo arancione, verde, giallo  e bluette.
 Tom Rebl
Meno sofisticato, meno intrigante, con un suo sex appeal, ma più basic, il play boy di Miami proposto da Roberto  Cavalli. La sua auto è una Ferrari Daytona anni Settanta che troneggia  sulla maxi passerella. Vive in spiaggia o di notte. Per lui ci sono leggerissimi cotoni stampa pitone e coccodrillo, anche in abbinamento, per pantaloni e camicie, giacche e bermuda effetto lamé, larghissimi bragoni stampa a pappagalli su fondo bianco. Da Frankie Morello i due stilisti  propongono tutti i pezzi del guardaroba classico maschile, ma completamente stravolto, secondo il loro DNA, nelle stampe e nei colori. Sempre pronti a dare messaggi attraverso gli abiti  questa volta vedono l’arte come mezzo per combattere l’apatia intellettuale. Make art not war sentenzia la  T-shirt e quasi dappertutto compaiono riproduzioni di antiche statue italiane confuse con stampe colorate.  Per la seconda volta sfila a Milano il coreano Kang Dong Jun, il suo marchio si chiama un po’ cacofonicamente D.Gnak, cioè il suo nome al contrario.  Con un approccio alla moda  decisamente intellettuale, mette insieme  minimalismo e rigore orientale e tagli e couture occidentale,  futuribili nylon con reti catarifrangenti e  tessuti classici. Le giacche sono perfette con profilature e dettagli chic, i pantaloni hanno linee spesso eccessive, come i bermuda gonna. Anche  Tom Rebl, tedesco e italiano di adozione,   mette insieme Oriente e Occidente. Dall’India prende i sari vintage in broccato di seta per  completi e dall’Occidente i chiodi da motociclista.  Grande varietà nei pantaloni, a cavallo basso, fluttuanti, stretti in fondo, alcuni al limite del portabile. Insieme all’uomo sfila una capsule collection  donna di 25 modelli.   
Molte collezioni per la donna anche al Salone White di Via Tortona.  Marchi emergenti, altri ben consolidati ma  tutti  con dei progetti di ricerca. Soprattutto negli accessori.  Da Ann   Demeulemeester con le sue scarpe inedite, per uomo e per donna,  come il sandalo con tacco e profilatura di pelliccia. Alla presentazione-installazione di Marsell, con i suoi modelli di archivio.   Lika propone  cappelli in pvc con veletta, o in paglia con calotta in tela a cui sovrapporre un altro in PVC e per l’uomo il cappello da baseball,  in canapé rigato con interno in paglia, per un fresco assicurato.    

lunedì 23 giugno 2014

UOMONUOVO

 Emporio Armani
 Fendi

Sembra che nella moda maschile più di tanto non si possa inventare. E invece poi vedendo le collezioni e soprattutto considerati i capi da vicino, ci si accorge che ci sono più novità che nella donna, c’è una ricerca attenta e gli spunti di creatività sono  svariati. Forse perché nella donna si è già visto tutto, tanto è vero che si vive di rivisitazioni, mentre per l’uomo non si è mai osato molto, perché il mercato non lo richiedeva. Ora lo esige e quindi si cerca di rinnovarsi nei  dettagli, nei materiali, con risultati interessanti. Per esempio, Fendi  crea un nuovo denim che in realtà è una pelle leggerissima trattata e stampata con la fotografia del tessuto del jeans . E’ usato per giacche e spolverini di una morbidezza accogliente, ma anche per i pantaloni. Il nuovo bomber mette insieme, come i tasselli di un mosaico, piccoli pezzi di pelle con effetto pixel. Le t-shirt sono in pelle da guanteria o  traforate.  Tra gli accessori sandali da frate, zainetti e cuffie per musica, in vitello e coccodrillo, in colori accesi. Diesel accosta il denim alla pelle per le giacche dal taglio perfetto. Non a caso il diktat di stagione è il sartoriale che entra nello sportswear. Chiodo in pelle, giacche stile militare e, a sorpresa, molto velluto.  “ C’è bisogno di pulizia, dopo anni di mélange” dice Giorgio Armani e aggiunge “Borse bianche e scarpe bianche da tennis, ma con dettagli, per renderle più ricercate.   Grafismi per vivacizzare il nero”. Ed ecco la collezione Emporio interamente giocata sul bianco e nero, con solo qualche flash di  midnight blu.  Molte le righe per le giacche aderenti, per quelle tipo camicia allacciate fino al collo, per gli spolverini e i pantaloni. Con piccole pinces in vita, che si stringono verso il fondo. L’uomo di Andrea Incontri è un Marco Polo del Duemila,  che gira il  mondo prendendo  appunti e tracciando schizzi. E  questi si trasformano in stampe per decorare le t-shirt di seta e cotone, i pantaloni e i giacconi in pelle. Sovrapposizioni di capi per essere pronti a ogni cambio di temperatura. Come accessori sandali, sleeper e zaini di ogni tipo. Dirk Bikkembergs per presentare la sua collezione sport couture mette in scena una vera e propria performance dedicata al Triathlon, sport in grande ascesa, entrato nel 2000 alle Olimpiadi.  Dei veri sportivi  inscenano le tre discipline , prima distesi   per  il nuoto, poi in piedi accanto a una ruota per il ciclismo e poi in posizione di partenza per la corsa. I modelli sfilano tra  gli sportivi  con mute tecniche e completi formali. Con l’uscita finale di Daniel Hofer, campione italiano di triathlon , ovviamente di corsa. Stella Mc Cartney  sceglie l’orto botanico di Brera per presentare un flash della primavera  2015. Con scarpe e borse in chioschetti tra gli alberi e modelle che camminano tra le aiuole.  La collezione Thru Trussardi è dedicata a giovani uomini e giovani donne ecclettici, eccentrici, ma soprattutto individualisti,  che non seguono il coro, ma cercano qualcosa che li personalizzi.    

venerdì 20 giugno 2014

FIRENZE E MODA

 Happiness

"Back to school" è il nome della prima collezione uomo, anzi garçon, di Au jour le jour che ha sfilato alla Dogana a Firenze, con il  pubblico seduto su colorati banchi di scuola. Non si tratta di uno  stile college, ma di un ritorno alla scuola primaria. Come dicono i tessuti stampati con animali dai tratti naif, o le matite trompe l’oeil che escono dalle tasche di giacche e maglie, portate con pantaloni sopra la caviglia, bermuda, shorts.  
Au jour le jour
Alla Stazione Leopolda, Zegna ospite d’onore di Pitti ha presentato la nuova  ZZegna, frutto della collaborazione dei due stilisti  Paul Surridge  per ilsartoriale e Murray Scallon  per lo  sportswear. Come ribadisce anche la doppia Z, la finalità del progetto è  dare  al marchio una nuova identità adatta ai tempi e in evoluzione, che mette insieme le due anime e i due know how della maison,  in un perfetto ed equilibrato mix. Ci sono parka con tasche termosaldate in tessuti idrorepellenti altamente tecnologici , ma anche abiti sartoriali con giacche dal taglio al laser, da portare con camicia e cravatta e magari bermuda. 
Che la giacca sia protagonista di stagione non sembra una grande novità. E invece lo è. Perché c’è un nuovo modo di intenderla e di farne una vera e propria  palestra di creatività.   Al Pitti le proposte sono tante. A cominciare da quelle di  Classico Italia, introdotto da una divertente  vetrina-installazione sui sette peccati capitali. Da Caruso Sergio Colantuoni ha creato un’installazione con video che raccontano per immagini, ma soprattutto per cifre le fasi di lavorazione per arrivare a 2.500, prezzo in euro della giacca perfetta. Cantarelli, guru della giacca iperleggera, la propone in jersey stampata madras o tartan, o in tessuto con trama a rilievo effetto tridimensionale.  Paolo Pecora al suo debutto al Pitti, rifacendosi alle tecniche artigianali crea una giacca apparentemente in denim ,in realtà in maglia di cotone. Aquarama realizza il blazer ecosostenibile in fibra d’ortica.  Antony Morato svecchia gli abiti classici con reti e zip argentate.  Naturalmente anche le giacche dello sportswear si adeguano. Da Dekker il giubbotto militare, suo pezzoforte, è sdrammatizzato da interni in colori forti o stampe floreali. Il piumino reversibile è camouflage solo da una parte. L’attenzione nella ricerca di materiali è fortissima. Mauna Kea,  marchio vincente nel beachwear degli anni Ottanta, poi scomparso, rinasce e sono i nuovi materiali, frutto di inediti accostamenti, che ne decretano il successo. Così la Lycra dei costumi da bagno è unita alla Viscosa oppure alla felpa per i giubbotti. Le stampe sono quelle del mondo del surf rielaborate in 3 D. Anche Testoni per le  scarpe si ispira a uno sport acquatico. Prende la bucherellatura delle calzature del canottaggio per stringate e stivaletti.   Sempre attuali le T-shirt. D’effetto  quelle  che raccontano il Mediterraneo e le sue storie di Desigual e quelle con stampe ispirate a Michelangelo di Happiness. Presentate eccezionalmente a Casa Buonarroti, in Via Ghibellina, per celebrare i 450 anni dalla morte del genio fiorentino.