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Lika |
Per chi ha avuto l’impressione, in queste sfilate
milanesi, di collezioni “troppo prodotto”, oggi forse si è ricreduto. Anche se
il sartoriale-sportswear si conferma protagonista, i coup de théâtre
non sono mancati. Nel bene e nel male.
Nel bene è stata l’uscita finale
di Ermanno Scervino con i modelli
in giacca da camera o vestaglia di seta a pois bianchi su fondo nero . Così
chic, sexy e per niente decadenti, che
molte donne per un attimo hanno sognato di trovarseli a casa aprendo la porta.
Sono i dandy metropolitani che invece di
costumi da bagno e camicie preferiscono
indossare impeccabili parka e parka gilé con interni fluo arancione, verde, giallo e bluette.
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Tom Rebl |
Meno sofisticato, meno intrigante, con un suo sex
appeal, ma più basic, il play boy di Miami proposto da Roberto Cavalli. La sua auto è una Ferrari Daytona
anni Settanta che troneggia sulla maxi
passerella. Vive in spiaggia o di notte. Per lui ci sono leggerissimi cotoni
stampa pitone e coccodrillo, anche in abbinamento, per pantaloni e camicie,
giacche e bermuda effetto lamé, larghissimi bragoni stampa a pappagalli su
fondo bianco. Da Frankie Morello i due stilisti
propongono tutti i pezzi del guardaroba classico maschile, ma
completamente stravolto, secondo il loro DNA, nelle stampe e nei colori. Sempre
pronti a dare messaggi attraverso gli abiti
questa volta vedono l’arte come mezzo per combattere l’apatia
intellettuale. Make art not war sentenzia la T-shirt e quasi dappertutto compaiono
riproduzioni di antiche statue italiane confuse con stampe colorate. Per la seconda volta sfila a Milano il
coreano Kang Dong Jun, il suo marchio si chiama un po’ cacofonicamente D.Gnak,
cioè il suo nome al contrario. Con un approccio
alla moda decisamente intellettuale,
mette insieme minimalismo e rigore orientale
e tagli e couture occidentale, futuribili
nylon con reti catarifrangenti e tessuti
classici. Le giacche sono perfette con profilature e dettagli chic, i pantaloni
hanno linee spesso eccessive, come i bermuda gonna. Anche Tom Rebl, tedesco e italiano di
adozione, mette insieme Oriente e
Occidente. Dall’India prende i sari vintage in broccato di seta per completi e dall’Occidente i chiodi da
motociclista. Grande varietà nei
pantaloni, a cavallo basso, fluttuanti, stretti in fondo, alcuni al limite del
portabile. Insieme all’uomo sfila una capsule collection donna di 25 modelli.
Molte collezioni per la donna anche al Salone White
di Via Tortona. Marchi emergenti, altri
ben consolidati ma tutti con dei progetti di ricerca. Soprattutto negli
accessori. Da Ann Demeulemeester con le sue scarpe inedite, per
uomo e per donna, come il sandalo con
tacco e profilatura di pelliccia. Alla presentazione-installazione di Marsell,
con i suoi modelli di archivio. Lika propone cappelli in pvc con veletta, o in paglia con
calotta in tela a cui sovrapporre un altro in PVC e per l’uomo il cappello da
baseball, in canapé rigato con interno
in paglia, per un fresco assicurato.