Ezra
Pound ci ha vissuto parecchio, ospite dell’amica violinista Olga Rudge. E
vedendo il luogo, in qualsiasi ora del giorno e in qualsiasi stagione, si
capisce perché. Anche se è sopra l’affollatissima Rapallo e nel comune di
Zoagli non sono in molti a conoscere S.Ambrogio, minuscolo paese a circa 200 metri sul mare. Il nome è
pochissimo ligure, essendo dedicato a un santo pressoché sconosciuto in Italia al
di fuori della città, Milano, di cui è patrono . E’ preso dalla chiesa, che
sembra sia stata fondata dai vescovi appunto di Milano, nell’VIII secolo,
costretti a un soggiorno obbligato a Genova per la calata dei Longobardi.
L’edificio è stato continuamente rimaneggiato nel corso del tempo, non sempre
felicemente, ma la posizione sul piazzale con le due secolari, enormi querce,
perdona tutte le “gaffe” artistiche. Probabilmente il pezzo più antico è
l’organo del 1874, fatto restaurare abbastanza di recente grazie all’
interessamento di privati, bravissimi nel catturare sponsorizzazioni. Tra
questi un ingegnere milanese (la sua provenienza non rivendica nessun
campanilismo ma è la testimonianza di una frequentazione cinquantennale come villeggiatura). Possiede le chiavi della chiesa e ogni tanto, all’ora
del tramonto, fa dei concerti d’organo, segnalati con passaparola e aperti a
tutti. E così le note di John Stanley, Scarlatti, del trombettato John C.Pepush
e di altri diventano un perfetto happy hour. Da completare con vista panoramica
sul piazzale.
giovedì 28 agosto 2014
giovedì 21 agosto 2014
OLTRE CORTINA
Si
dice, meglio si legge, che la perla delle Dolomiti ha perso molti dei
brillantini e delle piume di
trenta anni fa. Eppure a giudicare
dalla densità di weimaraner (*) per chilometro quadrato non si direbbe. Cortina
è ancora una meta di vacanze doc. Sono cambiati i riti, le abitudini, gli
appuntamenti. Ora che da tutto si crea un evento con agitazioni parossistiche
di stampa e PR, il vero chic è l’assenza di eventi. Sul Corso Italia, una delle più ambite “vasche”
d’Italia, il to be seen è scomparso o meglio è a livelli bassissimi. Se si
eccettuano sporadici passaggi per il solito, ancora consentito, aperitivo
all’hotel de la Poste o alla
storica Enoteca Cortina, sotto al Campanile. O per vedere la classe dirigente
del 2030 arrampicarsi sulle pareti di prova (v.foto). O per qualche raffinata
degustazione per happy few.
Il vip watching non esiste più e non per mancanza di materia prima. Il
villeggiante cortinese tipo c’è ancora, non l’ha inglobato né l’arabo né il
russo con suv. Lo si incontra soprattutto di mattina nella strada pedonale e
per bici, sulla vecchia ferrovia, che dalla piazza della stazione porta a
Fiames. Tiene uno o più cani al guinzaglio o un bambino sul passeggino.
Raramente solo, spesso in coppia o in gruppo, anche dello stesso sesso. Variati
i brani di conversazione catturabili:“La mia è una catarsi o una normale evoluzione della personalità?”
della cinquantenne intellettuale, il più apprensivo “Se non ti vedi spesso hai
l’incubo che scopi con un altro” della bella quarantenne in bicicletta, in lotta
con le prime rughe. Fino all’inaspettato “Mi ha raccontato la storia della sua vita,
due palle” del distintissimo sessantenne. La sera nelle case molte luci si
accendono e, a giudicare dalle code nei negozi di alimentari con prezzi da
gioielliere, il “Venite da noi a cena” è il must.
(*)Il
weimaraner è un cane da caccia originario della città di Weimar, anche se
portato dal Nord Africa da Luigi IX. Alto, magro, elegantissimo, con pelo corto
grigio e occhi azzurri. Protagonista della campagne pubblicitaria di un marchio
selezionatissimo di cashmere e di
che altro se no?
venerdì 15 agosto 2014
FIDELITY CAN
Tutto
pronto nella piazzetta dietro la chiesa di S.Rocco, paesino vicino a Ruta di
Camogli, da cui parte una delle più belle passeggiate liguri per Punta Chiappa,
fra il golfo Paradiso e il Golfo
Tigullio. Ci sono le bandiere di molti Paesi, il palco, le locandine,una
grande bancarella e vari cartelli
che limitano l’accesso alle auto. C’è parecchia gente in giro, tanti sono
accompagnati dai loro cani. Ma nessuno osa prendere le misure per salire sul
palco. Sui nomi dei premiati circolano già delle voci, qualcosa si legge sul
web, ma fino a domani alle 16,30 è Top secret. Per ora ci sono undici
nomination. Si parla di un certo
Galileo che assiste gli anziani, di Chloé che ha operato un salvataggio
acrobatico in un dirupo. C’è un certo Polpetta e una certa Ginny pare
encomiabili con i bambini. E poi
c’è un tedesco della Guardia di Finanza
nome in codice Ad Bangy GF 3836 che ha rintracciato un carico di droga e
aiutato alla cattura di alcuni
spacciatori. E poi
naturalmente, come tutti gli anni, saranno premiati anche degli umani che si
sono comportati in maniera esemplare con i loro cani.
Sì
perché il premio di domani a S.Rocco è dedicato ai cani. Premio fedeltà del
cane, dice l’insegna sul palco. E vicino un cartello con una foto in bianco e
nero e un testo in italiano e in inglese racconta che questo premio è stato
istituito nel 1962 da un signore e da un prete del luogo che presero l’idea dal
mitico Pucci. Cane abbandonato dai padroni proprio lì a S.Rocco, per oltre dieci
anni, con qualsiasi tempo, ha accompagnato a scuola i bambini delle
elementari,li andava a salutare per la ricreazione e li prelevava all’uscita
per riportarli a casa. Forse è lui quello
del monumento in bronzo con
la scritta "All’amico fedele dell’uomo" realizzato nel 1981, proprio accanto al
palco.
Si
prevede come al solito grande animazione, gli unici che non partecipano sono i
gatti liguri acciambellati al sole o all’ombra a seconda delle ore, ovviamente
nei posti migliori. Non sono
state prese misure di sicurezza a proposito. In base alla cinquantennale
esperienza si esclude qualsiasi azione di disturbo felina.
domenica 10 agosto 2014
CALIPSO LIGURE
Quello
di ieri è uno degli ultimi spettacoli di “Odissea, un racconto Mediterraneo” che iniziato a
Macerata il 27 giugno, con Moni
Ovadia, si concluderà il 22 settembre a Ischia, sempre con Moni Ovadia. Su
progetto e regia di Sergio Maifredi racconta il ritorno di Odisseo attraverso
la lettura interpretata di vari attori. Il palcoscenico è sempre sul mare,più
o meno improvvisato. Può essere un teatro o un anfiteatro romano, ma anche l’angolo di un arsenale militare, una piazza o uno scalo.
Come quello di ieri, il secondo a
Pieve Ligure, che rientra nel festival degli Scali. Dopo Tullio Solenghi alla
Torre, è stata la volta di Amanda Sandrelli alla Chiappa con il canto V, quello
della Ninfa Calipso. E’ un minuscolo scalo tra due rocce in una piccola baia quasi all’inizio del Golfo
Paradiso. Intorno la protezione (o la cornice?) di alberi secolari. A rendere
più attraente il tutto una luna quasi piena con il suo riflesso da cartolina sull’acqua e il rumore della marea serale, appena accennato. Dopo le sintetiche ma efficaci presentazioni del
regista e dell’assessore è arrivata Sandrelli, con un lungo abito crema e
uno scialle rosso. Con una scelta se non addirittura coraggiosa, sicuramente
spiazzante, non ha voluto puntare sull’incontro fra Odisseo e la Ninfa, che è
anche il primo canto in cui lui appare realmente e non attraverso i racconti
della gente. Ha invece preferito centrare l’interesse sulla donna e sulla sua
capacità di continuare ad amare, nonostante il tempo e la lontananza. Arrivando anche
a uccidere per questo amore. Ed ecco allora il confronto con un personaggio più
contemporaneo, forse più sfaccettato, sicuramente più realistico. Clitennestra, ma quella che emerge
dalla lettura del monologo tratto da Fuochi (1935) di Marguerite Yourcenar.
Innamoratissima quanto spietata nei confronti di un insensibile Agamennone.
mercoledì 6 agosto 2014
I FOUND MY LOVE IN PORTOFINO?
Portofino dall'Hotel Splendido |
Si
parla continuamente di personaggi di stile, anzi con uno straabusato, ormai
inudibile, termine di icone di stile. E poi si arriva sempre ai soliti nomi, ai
soliti luoghi, ai soliti anni. Se c’è qualcuno di contemporaneo che riesce ad
avere quel particolare carisma è perché ricorda, mai
inconsapevolmente, quel tal personaggio del passato. Ed ecco quindi i nuovi X e le nuove Y. Dove X e Y sono sempre Jacqueline Onassis con o
senza John Fitzgerald, o con Gianni Agnelli, Brigitte Bardot sola o con qualche corteggiatore, ma
sempre ante Gunther Sachs. Quando si parla di storie d’amore c’è Grace Kelly e
il principe Ranieri o Liz Taylor e
Richard Burton. E i luoghi dove ruotano
in Italia sono sempre gli stessi. Soprattutto sono sempre gli stessi gli
anni in cui tutto si svolge. E questo lo sa bene un maestro di ospitalità come
Belmond, marchio inglese che racchiude
forse i 45 più belli hotel del mondo, i treni più mitici come l’Orient
Express, le crociere più esclusive e straordinarie come quella sull’Irrawaddy
attraverso i templi della Birmania. Degli hotel sei sono in Italia e basta dire
dove sono per capire che rappresentano le mete istituzionalizzate della Dolce
Vita: Portofino, Firenze, Venezia, Ravello, Taormina e Mazzarò, la spiaggia di
Taormina. Ed ecco che lo Splendido di Portofino, ricrea l’atmosfera di quegli
anni per far immedesimare in certi personaggi i suoi ospiti, per la maggior
parte americani,seguiti da inglesi e russi. C'è una gita sul Super Aquarama Riva, con magari un giro
in sci d’acqua come piaceva a BB. O una cenetta per due a lume di candela, ça
va sans dire, davanti all’abbazia di San Fruttuoso, raggiungibile solo via mare, gustando gli spaghetti alla
Elizabeth Taylor con pomodoro fresco, chiamati così perché erano i preferiti
della coppia più infedele e appassionata della storia del cinema. E poi aperitivi al faro,
giri di kaiak al tramonto tra la spiaggia di Paraggi e quella dell’Olivetta.
E
per programmare la prossima vacanza anche cene speciali con l'intero staff, dallo chef all'orchestra, di uno degli
altri alberghi italiani nei luoghi della Dolce Vita. Come ieri, con i sapori e i suoni di Sicilia da Villa
Sant’Andrea, l’hotel ricavato in una sontuosa villa di inglesi sulla spiaggia
di Mazzarò.
lunedì 4 agosto 2014
1934 A SCUOLA TRA LE PALME
Compare
a sorpresa, in cima a una salita tutta curve. E’ una villa rosa e bianca primi
Novecento seminascosta tra le palme. Inaspettata, nell’urbanizzazione sguaiata
di Recco, perla ligure della focaccia. Non è l’unica casa a essere stata
risparmiata dai bombardamenti, ma ha una storia interessante da raccontare .
Non è venuta fuori per caso, ma per la determinazione di una coppia di scienziati-ricercatori, Mariapia Abbracchio
e Angelo Reggiani, tra gli attuali abitanti della villa. Sono stati loro a
indagare nel passato per sapere di più di quella targa di marmo, che compare
all’ingresso del giardino. Con varie tappe oltreoceano, tra cui fondamentale il
ritrovamento di una valigia di foto e documenti nel museo dell’Olocausto di
Washington, sono riusciti a rimettere insieme i pezzi. E non solo, hanno
riportato in quella casa, dopo quasi ottant’anni, uno dei protagonisti. Era piccolissima
Constance, infatti, quando suo padre Hans Weil, docente di filosofia a
Francoforte e allievo di Max Weber, e sua madre Senta, crearono nella villa tra
le palme la Scuola del Mediterraneo, per ragazzi ebrei tedeschi costretti a
espatriare per il nazismo. Era un collegio dove non si insegnavano solo le
solite materie, ma anche fotografia, teatro, giardinaggio all’aria aperta e
soprattutto rudimenti di giustizia, vita sociale, educazione civica. Un luogo
che sembrava ideale per il clima, ma anche sicuro come rifugio, lontano dalle
leggi razziali. Che invece arrivarono nel 1938, per cui non solo la scuola
chiuse, ma i coniugi Weil dovettero provvedere a mettere in salvo tutti i
ragazzi. “Un mattino li vidi partire con gli sci, gli scarponi, le giacche a
vento. Io li invidiavo, ma avevo solo quattro anni ed ero troppo piccola per
unirmi a loro” così ha ricordato quella fuga in Svizzera mimetizzata come una
gita in montagna, Constance Weil Rauch, scrittrice di gialli, venuta da Albany
(New York) con le figlie Katharine ed Emily. Ieri a Villa Palme, in uno dei
brunch-incontri che da tempo Mariapia e Angelo organizzano per gli amici su
vari temi. Ma il loro impegno per rintracciare notizie e soprattutto persone
con testimonianze sulla Scuola del Mediterraneo non si ferma qui.
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