Le sfilate e le presentazioni digitali, soprattutto se in luoghi caratterizzati, forse distraggono dai capi, che spesso si intravvedono appena. Anche se le ambientazioni scelte raccontano uno stile di vita e quindi di vestire. I grattacieli metropolitani, la campagna toscana o inglese, più o meno romantica, il mare, il viaggio, sono i temi ricorrenti. Alcuni set colpiscono, restano impressi e rafforzano l’identità di una collezione e di un marchio. Potrebbe sembrare difficile individuare tendenze moda comuni e invece si percepiscono. Al penultimo giorno di Fashion Week si può stendere un elenco. Il trench è onnipresente: di gusto maschile, al limite con il cappotto vestaglia, avvolgente, aderente, in pelle, con dettagli militari, con cintura a contrasto. Il punto vita ritorna a essere evidenziato, anche se le linee sono più fluide. Pantaloni sempre protagonisti, in genere ampi. Ritorno alla gonna longuette, diritta con spacchi o a pieghe di vario tipo, dal plissé soleil ai piegoni. Molto bianco, nero sempre meno e una ricerca nei colori della natura, dalle varie tonalità di verde fino alla gamma dei marroni, dei sottobosco e dell’uva. Grande successo dei quadri, in tutte le sue forme, dal damier al riquadro profilato. Anche audacemente accostati in un patchwork ad altri stampati, come da Shuting Qiu, la stilista cinese che ha presentato la collezione con il suo nome in un corto girato a Hangzhou, sua città natale, in riva al famoso lago dove nuotava Mao Tse-Tung (foto in basso). Sempre più importante lo studio dei tessuti con obiettivi estetici e di vestibilità, ma anche per la crescente attenzione al sostenibile.
Gilberto Calzolari, uno dei primi ad aver sentito il problema, da varie stagioni con pochi, essenziali pezzi comunica come si possa vestire in modo attuale, chic, donante e mai banale, aiutando il pianeta. Coerente con il suo modo di pensare sfila al Teatro Parenti, a Milano. Per ribadire, come è scritto nei titoli di coda, la necessità di aprire i teatri, fonte di nutrimento culturale. Chiama la collezione At this stage, giocando sul doppio significato di palcoscenico e di A questo punto, riflessione sul momento storico. Tra le file di poltrone, ora distanziate dai tavolini con le lampade-libro, camminano le modelle. Per loro maxi cappotti a quadri in lana eco, gonne trapuntate con imbottitura eco, abiti kimono in vinile riciclato, stole di eco-volpe sempre riciclata, abiti di chiffon certificato GOTS o in Sequal, materiale creato con plastica recuperata in mare. Di grande impatto le uscite finali, con la tunica assortita al pantalone e l’abito con gonna svasata, realizzate con gli Atlanti, pantoni per la scelta dei colori usati nelle aziende tessili. Novità assoluta gli occhiali con montature vintage abbinate a lenti nuove colorate, progetto Upcycled eyewear di Angelica Pagnelli.