E’ proprio vero che la ricerca di materiali e i
nuovi modi di utilizzare quelli classici sono l’unica possibilità per creare
qualcosa d’inedito nel design, ma soprattutto nella moda. Non è una strada
facile, gli intralci sono molti e non è semplice fare recepire le proposte. Sara
Massidda non ha avuto paura di seguire questo percorso e si è inventata un
nuovo materiale o meglio un nuovo modo di usarlo. Nessuna esperienza
sartoriale, ma un forte senso del colore, dei contrasti, in special modo dei
riflessi, datogli da studi d’arte e dall’esperienza nell’illustrazione per
bambini. Ma in particolare da una
passione per la lana cardata, forse nel suo DNA di marchigiana-sarda, ora
milanese di adozione. Ed è così
che i fiocchi di lana appoggiati e poi massaggiati fino a farli ben aderire su
una base di seta, canapa o altro, si trasformano in disegni, spesso visi di
donna, per una giacca, una tunica, un abito. Ma quello che rende assolutamente
contemporanei i capi sono gli assemblaggi. Così il feltro diventa il retro di
un capotto di tweed piuttosto che il
davanti di un semplice, ma esclusivo abito in seta da cocktail. Con il plus non trascurabile della sostenibilità, perché i tessuti usati
sono tutti di recupero. Ma la creatività
di Sara non si limita all’abbigliamento, in cui è aiutata per tagli e cuciture da
un’esperta, ma sconfina nell’arredamento. E così i feltri con i visi di
donna diventano il paralume di una
lampada o una coperta. Un gatto sornione o un orsacchiotto di peluche il piano
di una sedia per bambini o la fodera di un cuscino con all’interno semi di
miglio. All’insegna del benessere e dell’ecologico, of course
(www.massidda.info).
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