Forse è osare troppo dire che in
queste sfilate milanesi la femminilità è in risalto. Una sorpresa, considerando
l’avanzata del no-gender, continuazione in chiave polemica del vecchio unisex.
Un esempio è Genny, che peraltro non si è mai staccata da quell’immagine. La nuova donna Genny è una regina delle nevi, con
quel pizzico di fiabesco da renderla creatura di fascino, ma anche quel tanto
da farne donna attuale e probabile. I
capi sono fluidi, sia gli abiti in seta
che scivolano addosso, sia gli avvolgenti cappotti in morbida lana. Molte le
profilature di cristalli Swarovski. Per la sera una
versione inedita di smoking
con ampi pantaloni in jacquard e bustino-gilet con bretelle in seta. Meno diva,
ma cripto-seduttiva la donna di Antonelli Firenze. Per lei materiali e tagli che
valorizzano la figura. Come il cappotto di lana con lino all’esterno (a sinistra in basso), l’abito
di jersey effetto metallo, il check maschile rivisto con righe in tinta corallo
e i paltò-vestaglia, capo che si ritrova
in molte collezioni, come l’abito camicia. Eccolo infatti da ZLFZSS, brand che
fa parte del progetto Fashion Haining, promosso da HCLC per creare un ponte tra
l’industria italiana e quella cinese. Sfila al Museo della Scienza e della
Tecnica e, coerenti, gli stampati si ispirano
ai dipinti di Leonardo. Grande attenzione alla sostenibilità. Una
ventina di materassi impilati intorno ai quali girano ragazze e qualche
ragazzo, ogni tanto ci salgono sopra, ci si rotolano. Siamo alla sfilata di Act
N°1, marchio fondato nel 2016 da Luca Lin e Galib Gassanoff, come dice il nome,
primo atto della vita dei due designer.
I materassi evocano la camera da letto, luogo dove si sogna, si fa
progetti, si pensa al futuro. Qui le camicie di seta diventano abiti vestaglia.
I colori dell’autunno londinese sono uno dei punti di partenza della collezione
di Anteprima (in alto a sinistra). Ogni capo, dal giaccone
matelassé al cappotto redingote, dal tailleur al paltò patchwork di tessuti
finestrati, sono un perfetto ed equilibrato mix di elementi maschili, spunti di
femminilità, casual chic. I colori dell’autunno anche nella presentazione di
Gentry Portofino (in alto a destra). L’affasciante Sala Mengoni, attico di Cracco in Galleria , diventa
un giardino con foglie secche e piante, dove le modelle sono parte di tableaux vivants, enfatizzati dal riflesso negli specchi. E si
apprezza la perfezione delle lavorazioni. La stessa sala Santoni la trasforma
nel percorso di una mostra. Cinque installazioni di donne a ognuna delle quali
si accorda un certo tipo di scarpa. Si ispirano alla Milano dell’architettura
le scarpe, ma soprattutto le borse di Salar, brand creato dalla coppia, nel
lavoro e nella vita, della pugliese Francesca Monaco e del messicano Salar Bicheranloo. Ecco il
colore del Castello Sforzesco, un effetto dorato che richiama la casa della
Fondazione Prada, eccetera. Un omaggio a Milano che ogni tanto si tinge di
esotico, come le borchie metalliche che ricordano piccole le piramidi vicine a
Citta del Messico (foto in alto).
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