mercoledì 27 maggio 2020

REINVENTA L'ARTE E...



Aumentano a vista d’occhio le proposte per intrattenere i bambini in questo buio periodo. Non sono mai troppe, anzi più ne arrivano più sono benvenute. Meglio se ce n’è qualcuna per cui non si devono utilizzare dispositivi, televisione 

compresa, si può fare al chiuso e in poco spazio e magari insegna qualcosa e apre la mente. Il libro Reinventa l’arte è una di queste. Ideato e realizzato da Anne Weiss, edito da 24Ore Cultura, sarà in vendita in libreria e online dal 4 giugno. Già la copertina incuriosisce e lascia immaginare qualcosa di divertente. La cover girl in questione è L.H.O.O.Q. di Marcel Duchamp, la Monnalisa ritoccata con baffi e pizzetto dal grande dadaista. Si trova anche all’interno, ma in versione originale leonardesca ed è uno dei tredici capolavori da trasformare. Perché l’operazione abbia una buona riuscita vengono forniti i ferri chirurgici giusti e cioè 65 stickers. Con cui operare sui tredici ritratti. Oltre a barba, baffi, occhiali per i truccatori più classici, ci sono papillon, cravatte, collane, cappelli, foulard per gli aspiranti stylist . Fino a piume e palloncini per i poeti o bottoni e api per i più creativi. Vari i soggetti su cui lavorare. Da una Gioconda facile da personalizzare, e non solo per l’aiuto dell’irriverente Duchamp, al guerriero dell’arte sumera o alla maschera dorata di Tutankhamon, da rendere contemporanea magari con bombetta e papillon. Passando dal ragazzo dai capelli rossi di Modigliani, da una delle tante polinesiane di Gauguin o da un arrabbiato Van Gogh in uno dei suoi 43 autoritratti. Tutti gli stickers si possono staccare e riattaccare su altri ritratti. Un libro quindi con cui continuare a giocare e quando si vuole mettere da parte.

lunedì 25 maggio 2020

IL SEDERE PERFETTO



Non è una foto-suggerimento per come prendere il sole rispettando le distanze in Fase 2 e neppure una poetica immagine di solitudine. La protagonista è lei, la sedia Thonet modello 214, la sedietà platonica, l’assoluto per sedersi. Nonostante i suoi 141 anni è considerata il prodotto industriale più riuscito al mondo, quello che ha dato il via alla storia del mobile moderno. Infatti, la tecnica di curvatura del legno massello, messa a punto dal fondatore Michael Thonet, ha reso possibile la sua fabbricazione in serie. E’ facile da smontare e altrettanto facile da rimontare. Si presta quindi molto bene alle spedizioni, dato che una cassa di un metro cubo ne può contenere ben 36. Questo per quel che riguarda la funzionalità, che  non è certo inferiore alla sua estetica. Lineare, essenziale ma non anonima, non solo si accorda, ma emerge senza prevaricare in una pluralità di ambienti. Dai locali pubblici, tanto da essere identificata come la sedia da caffè per eccellenza, al privato. Sta bene con tavoli da pranzo di stili diversi, contemporanei compresi. E’ perfetta nella camera da letto per appoggiare gli abiti. Comoda e quasi ergonomica, con il suo schienale incurvato è ideale per una postazione da lavoro o studio. Con il tempo ne sono nate  varie versioni. Lo schienale può essere aperto o no. In canna d’India intrecciata come la seduta o come la seduta rivestito in pelle o in tessuto. Inutile dire che il vero classico, il must è quella della foto, con lo schienale aperto e la seduta in paglia di Vienna. Che continua a essere prodotta nella fabbrica di Frankenberg sull’Eder in Germania, dove la quinta e la sesta generazione Thonet ha ancora un ruolo attivo. Quell’intreccio è più Thonet di qualsiasi marchio o monogramma. E come tale è ovviamente copiatissimo.

giovedì 21 maggio 2020

MAI PIU' SENZA



Ora è una delle più importanti maison di moda, ma Louis Vuitton, prima di essere legato alle borse-must con monogramma, è stato da metà dell’800 uno dei più prestigiosi marchi di bauli e valigie. Le ordinazioni arrivavano alla fabbrica di Asnières da tutto il mondo e di natura più svariata. Sempre soddisfatte. Dal letto da campo dell’esploratore Savorgnan di Brazzà alle cappelliere di dimensioni gigantesche per la diva capricciosa, al portascarpe per la soprano feticista (di scarpe), al porta-metronomo per il direttore d’orchestra star. Fino al porta-ceneri di una vedova americana, per avere sempre con sé quel che restava del marito o il porta-seni finti di una ricca avventuriera che nei viaggi non rinunciava ai ferri del mestiere. Per non contare 
poi le borse, valigie, custodie per strumenti musicali, attrezzi sportivi o giochi da tavolo. Non stupisce quindi che in questo momento, dove la casa è diventata luogo di smart working ma anche di tempo libero, la Maison abbia pensato di completare la collezione di giochi, in omaggio alla passione di Gaston-Louis Vuitton nipote del fondatore Louis. Ed ecco un biliardo(in alto) e un biliardino o calcio balilla, rivestiti in tela Monogram, o Monogram Eclipse o Damier Graphite o nel più recente cuir épi di vari colori e, per il biliardo, anche bicolore. Curatissimi, come nella tradizione dei bauli, i dettagli. I rivetti metallici sono tutti incisi con la firma. Per il biliardo le stecche sono in pelle e tela Monogram. Rivestito in pelle è anche il triangolo per le biglie con i numeri dipinti a mano. Nel bigliardino i giocatori si ispirano al Bell Boy di una pubblicità di Vuitton del 1921 e sono dipinti a mano in rosso e in bianco. E’ dipinto a mano anche il fiore del Monogram nel contapunti, prezioso come un gioiello. Non è previsto LV sulle palline. 

mercoledì 20 maggio 2020

L'ARTE E' UN DIRITTO


Forse non si è formato il chilometro di coda come davanti a Zara in Rue de Rivoli a Parigi, alle 8 del mattino, ma l’apertura dei musei in Italia è stata accolta con altrettanto 

entusiasmo di quella dei negozi. Fa ancora più piacere sapere che lunedì 18, Giornata Internazionale dei Musei, quest’anno sia stata dedicata a Musei per l’eguaglianza: diversità e inclusione. Parma, capitale italiana della cultura 2020, con Cultura per tutti e cultura di tutti ha invitato musei e associazioni culturali a presentare idee e progetti in quest’ottica. Tra gli aderenti sono stati selezionati cinque vincitori, annunciati in una cerimonia online il 18 maggio. Al primo posto si è classificata l’associazione Villa Sistemi Reggiana, insieme a due partner, con il progetto Museo in blu. Creato per soggetti affetti di autismo, prevede un toolkit con indicazioni per migliorare l’accessibilità, per ausili sonori e guide speciali. Il secondo classificato è il Museo Diocesiano di Parma, in partnership con il Museo Etnografico e altre associazioni. Con Insieme al museo propone una serie d’itinerari nei luoghi d’arte di Parma per far partecipare alla vita della città persone con deficit cognitivi. Lenz Fondazione ha conquistato il terzo posto con Opera sull’opera(in alto). Un concetto di touch painting per cui il visitatore può intervenire su un’opera esposta toccando lo schermo trasparente che s’interpone fra lui e questa e creare un manufatto artistico digitale. E’ il primo passo di un Museo digitale di Art brut che si svolgerà ogni anno. Il progetto è rivolto a tutti, ma in particolare a disabili intellettivi, motori e sensoriali, a chi non parla italiano, a bambini e anziani. Il quarto vincitore è ARTernative S.rl, insieme a vari partner con ARTernative Accessibili, dedicato a bambini e disabili. Permette di fruire delle opere dello scultore e incisore Renato Brozzi nel Museo di Traversetolo(PR) che porta il suo nome e potrebbe diventare un modello da seguire per altri musei. Al quinto posto la Fondazione Magnani, insieme alle Farmacie Comunali Riunite, con Il mio diritto alla Bellezza (in basso), che nel giro di tre anni dovrebbe rendere i musei luoghi d’incontro per socializzare, seguire percorsi, partecipare ad attività ricreative.