sabato 23 marzo 2019

BAMBOLE INQUIETANTI




E’ sempre un piacere salire all’Osservatorio Fondazione Prada, a Milano, anche solo per vedere, attraverso le enormi finestre, le cupole di vetro e metallo della Galleria Vittorio Emanuele II.   Se poi la mostra è interessante, come Surrogati: un amore ideale, è ancora meglio. Più che la ricerca di un sostituto del grande amore racconta le sofferenze dell’attuale società. Parla di solitudine, di desideri irrealizzati, di paura d’invecchiare, di fuga dalle responsabilità, di finzioni, d’insicurezze, della difficoltà di comunicare, di un senso estetico stravolto, d’illusioni. Tutto questo con le foto delle artiste americane Jamie Diamond ed Elena Dorfman.  Diamond in Forever Mothers parla di maternità, una maternità che può essere rifiutata, persa, interrotta, sognata.  Ed ecco mamme con bambini-bambolotti, immobili e inespressivi, come senza espressione e incapaci di comunicare affetto sono i loro volti. I bambini, neonati soprattutto, sono piccoli mostri da tenere come un oggetto, non si vede pathos nel rapporto. Nella serie Prometto di essere una brava madre il discorso è ancora più accentuato, la falsità dei gesti è estremizzata. Elena Dorfman  con Amanti immobili parla di amore di coppia . Ed ecco ragazze trasformate in bambole, dove tutti i tratti sono eccessivi, il seno enorme, le labbra gonfie, gli occhi truccatissimi, lo sguardo fisso, i capelli di un  falso vaporoso. Il loro corpo, spesso nudo, ha una pelle levigata, perfetta, sembra di silicone, e ci sono anche i segni dei ritocchi, non si sa se realizzati con il make up o in postproduzione. Vicino c’è un uomo, che spesso le ignora. Sono immagini provocatorie che rimandano allo squallore delle sex dolls. Vicino a certe ragazze-bambole c’è una donna vera con le rughe, le macchie della vecchiaia, che fanno risaltare ancora di più la finta perfezione. E qui c’è forse il rimando alla chirurgia estetica, all’inseguimento spasmodico della giovinezza che fugge.  C’è un’unica immagine  quasi di felicità.  E’ quella di due visi vicini, prima di un bacio. Per il resto  si avverte tristezza, disagio, una falsa euforia  e in qualche caso addirittura un senso di horror.  Un ritratto drammatico e senza filtri di una società sempre più robotica. La mostra chiude il 22 luglio.   

Nessun commento:

Posta un commento