Definirlo romanzo d’amore non è
giusto. E non perché non è una buona presentazione, dato che sotto questa
dicitura esiste tutta una serie di proposte, da Danielle Steel in giù, di
fronte a cui storcere il naso è l’unica
reazione possibile. E’ perché per amore, in genere, s’intende quello della
coppia, uomo donna o uomo e uomo o donna e donna che sia. Insegnami a essere felice di Rosanna Prezioso (Collana ExLibris
Simonelli Editore), non parla di questo amore ma
neanche dell’amore filiale,
genitoriale, tra fratelli, eppure l’amore c’è. Si percepisce, si avverte. Non
si afferra perché è sfuggente, ma è in tutte le pagine. Solo alla fine si
riesce a configurarlo chiaramente. E non è certo quando si intuisce che la strana
vicenda amorosa della protagonista potrebbe avere un seguito. Il romanzo ha un
linguaggio scorrevole, che non ha niente di letterario, ma non cade mai nel parlato. E nemmeno in quello stile
leziosamente ironico di un certo tipo di letteratura, vedi Bridget Jones e affini. E’
qualcosa che si avvicina più alla scrittura puntualizzante di un cronista. E forse il percorso professionale di giornalista dell’autrice è stato
condizionante. La narrazione è suddivisa
in capitoli, ognuno dei quali potrebbe essere un racconto a sé stante. Certo
c’è dell’autobiografico, ma a differenza di quanto spesso accade, non c’è
compiacimento. L’ambiente, quello della Milano dell’editoria e della moda in
cui Prezioso ha lavorato, è ben descritto o meglio ben fotografato. Ci sono
personaggi emblematici, in cui chi è di quel mondo può ritrovare qualcuno, ma
non sono mai calcati, non si arriva mai al caricaturale. Sicuramente più utile
a suscitare il plauso e il sorriso del lettore. Ma meno funzionale al racconto.
Dopo un inizio blando in cui non si capisce dove l’autrice vuole portare, ci si trova coinvolti nella vicenda e si ha
difficoltà a staccarsene. Finale commuovente, ma non scontato. Ovviamente da
non rivelare.
Bello. Grazie. Mi hai commosso.
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