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All’inizio non si avverte, ma nel
giro di un quarto d’ora ci si rende conto di una presenza scenica incredibile.
E quello che è più singolare in Perché
non canti più, recital per Gabriella Ferri di Syria e Pino Strabioli, non si
è spinti a fare dei confronti. Eppure lei, Syria, al secolo Cecilia Cipressi, canta
le sue canzoni, ne ricalca le interpretazioni, assume il piglio, i movimenti, l’intonazione,
quel certo romanesco. Legge il suo diario, in prima persona, eppure rimane
sempre lei, Syria. E non è solo per l’aspetto così diverso, i lunghi capelli
neri e il fisico minuto,da cui pare impossibile esca quella voce. Sul
palcoscenico, che divide con gli ottimi chitarristi Davide Ferrario e Massimo Germini, solo il
vecchio baule rosso dell’attore da cui, di volta in volta, estrae i costumi di
scena che indossa su un abito bianco,
simile alle vecchie sottovesti primi ‘900. Sono giacche militari con marsina, redingote
a righe con spalline e inserti dorati e un
grande cuore sul retro. Per ognuno c’è una canzone diversa. Ogni tanto intermezzi con lettura di diario o piccoli aneddoti, che raccontano l’incontro
con Anna Magnani o con Pierpaolo Pasolini o il primo amore. E che diventano il motivo per intonare la
canzone che segue. Il coinvolgimento del pubblico è totale. Syria scende spesso
in platea, per la Pansé addirittura
passa tra le file, si butta addosso e abbraccia qualche signora del pubblico. E
poi incita a battere le mani, a cantare con lei. E curiosamente la maggior
parte risponde, non solo quelli, e sono tanti, che conoscono a memoria il
repertorio. A un certo punto dal pubblico si alza una voce di bambino “Brava
Mamma”. E lei s’ interrompe e saluta Romeo, anzi Romé, suo figlio. Spontanea,
simpatica, divertente. E’ sul palco, è una grande interprete, ma sembra di conoscerla
da tempo, che sia un’amica, si ha voglia di cantare con lei.
Lo spettacolo, al Teatro Menotti di Milano il 29 e 30 marzo, è il primo appuntamento della
rassegna di narrazione e contaminazione Talkin’Menotti. Prosegue con i
grandi autori napoletani di Mariangela D’Abbraccio dal 2 al 7
aprile e l’Opera buffa e il Flauto
magico di Elio dal 9 al 14.
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