La Fashion week milanese si apre
con Gilberto Calzolari. Un inizio significativo dato che lo stilista è stato
uno dei primi ad affrontare il tema della
sostenibilità. E non con pezzi isolati
o trovate gadget. Non a caso si chiama Tilt
System la collezione, con precisa allusione a un sistema climatico in
crisi, in netto contrasto con l’web che sembra poter risolvere tutto. E sui
contrasti sono giocati anche i capi. Vinile e neoprene, tutti di recupero, sono
accostati a organze, crêpe-de-chine, sete, lane
provenienti dai magazzini d’industrie tessili. Perfetta l’ambientazione, lo spazio
Volvo (di cui lo stilista aveva utilizzato per l’estate air bag e cinture di
sicurezza dismesse) con soffitto avveniristico, luci led e pareti rivestite in legno
di betulla (foto in alto a destra). Brunello Cucinelli torna agli anni ’90, ne prende le silhouette, la
pelle con una strizzata d’occhio al mondo dell’equitazione e il gusto del pezzo
in tessuto maschile femminilizzato da paillettes o inserti preziosi. Inedita la
maglia con apertura effetto ricamo. Da Mila Schön, Gunn Johansson inventa il guardaroba perenne: dieci
pezzi, tutti neri su sette donne che possono diventare l’abbigliamento di una settimana,
dalla mattina alla gran sera. Gentry
Portofino sceglie la Sala Tiepolo di Palazzo Clerici per una collezione dove il
minimale si fonde con lavorazioni ricercate,
colore e disegni che evocano il Sud America in omaggio a Georgia O’Keeffe. Tra
i pezzi forti la maglia a trecce di alpaca che richiede trenta ore di lavorazione
e il cappotto in cashmere bollito. Simonetta
Ravizza punta sull’understatement, con un lusso discreto e rassicurante in
linea con il Circolo filologico, location della presentazione. La pelliccia c’è,
ma non è protagonista: è il collo in lupo staccabile, è lo zibellino
all’interno del giaccone, lo shearling per il fluido cappotto con taglio a
camicia, i micro gilet da indossare sopra o sotto giacche e trench. Novità
assoluta la lana, marchio Loro Piana, di pecora di Visso (nelle Marche) per il
bomber Principe di Galles (foto in basso). Motivi folk , stampe Paisley e tessuti classici si mescolano con garbo nei capi di Maryling.
L’interior design è riferimento e ispirazione per Ultrachic. Ecco la giacca
avvitata con bottoni a forma di rubinetto, il cappotto rosso con tasche-cassette
delle lettere, stampe tappezzeria si mescolano a scozzesi, il cordone da tenda
diventa una sciarpa. Le figure geometriche, che siano quadrati, rombi, ellissi,
dominano sulla passerella di Arthur Arbesser, dove i giochi di sovrapposizioni
e contrasti sono sottolineati dai toni dei colori e dalla varietà di materiali
e tessuti (foto in alto a sinistra).
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