giovedì 6 febbraio 2020

DUE RACCONTI A SCATTI


Appunti di viaggio di due fotografi italiani s’intitola la mostra alla Galleria Francesco Zanuso di Milano. I fotografi sono Ludovica Sagramoso Sacchetti e Gianni Viviani. 
                Studi di fotografia allo IED, Sagramoso  negli anni ’80 lavora nella pubblicità con still life a fianco dei maestri del momento. Nel 2000 apre uno studio dove collabora con agenzie e riviste occupandosi di moda, ritratti, food, arredamento, reportage. Da un paio d’anni ha deciso di fotografare solo quello che la emoziona. Viviani inizia giovanissimo come stampatore e assistente a Vogue, diventando il più richiesto dai grandi nomi della fotografia che circolano in quegli anni negli studi. Quindi, come fotografo collabora con giornali e brand famosi con ritratti, still life, servizi di moda. Ora viaggia molto per passione, continuando a fotografare. In questa mostra i due fotografi, come dice il titolo, propongono immagini di viaggio, ma i loro viaggi sono completamente diversi. Sagramoso nelle foto, spesso in bianco e nero, coglie dei luoghi, tutti in Italia, molti a Milano (nella foto in basso Riflessi in galleria), noti e sconosciuti, curiosi o a sorpresa, dove le persone, quando ci sono, sono parte integrante, ma mai protagonisti. Il taglio e soprattutto la luce hanno un’importanza fondamentale, tanto che anche a luci abbassate si percepiscono i contorni con un effetto quasi 3D. Per Viviani, invece, non solo il colore è di grande impatto ed esaltato, ma l’elemento umano è presente in tutta la sua forza. Eccetto per i paesaggi dove la geometria delle linee è il punto forte, il suo è un racconto di vita, in questo caso in Madagascar. A narrarlo sono il bambino che sghignazza davanti ai teli colorati stesi (foto in alto), le donne nel loro banchetto al mercato, i traghettatori che portano i bagagli dei turisti con l’alta marea alla luce del tramonto. ”M’interessa rappresentare la vita nei suoi aspetti più umili…” spiega.  Tutti gli scatti di entrambi raggiungono l’eccellenza,  ma non sfiorano mai il virtuosismo algido, anzi, in modo diverso comunicano sensazioni forti. E questo è l’aspetto che li accomuna. La mostra chiude il 27 febbraio.

Nessun commento:

Posta un commento