martedì 3 settembre 2019

TUTTO QUESTO E' CINEMA






                











Cosa ci fa una Maserati con la scritta Polizia posteggiata a  uno degli ingressi della Mostra del Cinema di Venezia? A chi lo chiede tra il serio e il faceto, i poliziotti rispondono tra il serio e il faceto: “Per inseguire i ladri”.  Risposta che lascia perplessi considerando 
                        che il Lido è un’isola e le uniche strade da percorrere in velocità sono il Gran Viale e il lungomare, sempre affollati di gente. Ma fa parte della cornice. Come le ragazze truccate e vestite con improbabili abiti da sera, ovviamente con spacchi e scollature generose,  al mattino,  per essere notate da un grande regista che cercava proprio loro. Oppure i fans con  cellulare in attesa per ore, sopra l’imbarcadero dell’Hotel Excelsior, di fotografare  per primi, tra gli sconosciuti sbarcanti, l’attore famoso. O i carabinieri sui cavalli bianchi in alta uniforme. Ma anche il bambino che si fa il bagno nella fontana davanti al Casino sotto gli occhi indifferenti della mamma.  Sembra quasi che i film passino in seconda linea. Invece i film sono i protagonisti, si aspettano, si fanno file interminabili per vederli. Sui film si fanno amicizie, magari si rompono anche. Tutti commentano, discutono, fanno previsioni, ci s’ indigna per gli atteggiamenti di certi personaggi e ci si esalta per le affermazioni di altri. Frasi di interviste diventano slogan da ripetere. Come quella del regista Paolo Sorrentino  sulla par condicio uomini donne animali  a proposito di una scena in uno dei due nuovi episodi di The new pope in cui Jude Law compare, tra ragazze in bikini sulla spiaggia del Lido,   in slip, ovviamente bianchi da papa. E l’attore gli fa eco dicendo di averne indossati anche dei più succinti. E poi ci sono gli eventi collaterali come la mostra Ritratti al restaurato Hotel Des Bains, curata dal direttore Alberto Barbera. Sono 300 ritratti di personaggi, attori, registi, scrittori, sceneggiatori, cantanti, che raccontano la Mostra del cinema dal 1996 al 2004. E sono unici in quanto sono Polaroid  scattate con una macchina fotografica degli anni 70 del peso di cento chili, in grado di realizzare foto formato 50X60 ad altissima definizione e con uno sviluppo istantaneo. Unici in Italia a possederla i fotografi dell’agenzia milanese Photomovie. Fra questi Maurizio Galimberti, con i suoi mosaici realizzati a Venezia nel 2003 e nel 2004.


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