lunedì 9 settembre 2019

MA QUESTI MODELLI SONO DEI CANI !


 Foto di Giovanna Dal Magro

C'è il ritratto del tipo in tuta da jogging, accessoriato con catene e cuffia per musica. C'è il contadino americano con la  camicia a scacchi, c'è la fashion victim che sul pull casual mette la collana. C'è la signora in pelliccia che tiene al guinzaglio un  Weimaraner. Niente di strano, se non fosse che tutti gli umani sono dei Weimaraner, razza canina presente già nei dipinti di Van Dick, frutto di incroci propiziati dal Granduca di Weimar tra segugi, bracchi, pointer. E i ritratti sono foto, novanta polaroid e dieci stampe, realizzate da William Wegman (foto in alto davanti a una sua Polaroid), da vedere alla mostra Being Human dall'8 settembre all'11 gennaio al Masi, Museo d’arte della Svizzera Italiana di Lugano. Un modo per raccontare il mondo in varie sfaccettature. Il percorso si compone di otto sezioni, ognuna caratterizzata da una frase del fotografo dove il sense of humour è alle stelle. Ci sono i Tales (racconti) parola con lo stesso suono di code in inglese, con riferimenti cinematografici e letterari. C’è Masquerade in cui si attribuisce ai Weimaraner l’invenzione del ballo in maschera.  Nella serie Vogue l’artista insiste sul senso per la moda di questi cani, facendo derivare il termine Vogue da wag-scodinzolare. C’è la sezione Cubists dove i cani diventano geometrie da accostare a cubi. Ci sono foto con giochi cromatici, dove le zampe  formano un bicchiere (foto in basso). Completano la mostra alcuni corti girati da Wegman dagli anni 70. Negli ultimi, irresistibili, una divertente critica al mondo degli artisti. La scelta del Weimaraner, ha detto Wegman, è dovuta oltre alla loro disponibilità al fatto che sono grigi, colore neutro. Per chi ha qualche perplessità e pensa che per scattare queste foto si maltrattano gli animali, parlando con l’artista può sciogliere immediatamente i propri dubbi. I suoi cani-modelli, ne ha avuto nove dal primo Man Ray agli attuali Flo e Topper di sette e otto anni, sono il suo primo pensiero. Condizionano la vita sua e della moglie tanto che si alternano nei viaggi per non affidarli ad altri. L’unica critica che si può fare al fotografo  è quella di aver reso, con le sue foto e le sue campagne pubblicitarie (straordinaria quella di Fissore), il Weimaraner cane di moda, tale da essere scelto non da chi ama i cani, ma da chi vuole uno status symbol. 

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