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Ultrachic |
Tessuti maschili elaborati e
rivisti per la donna: è la tendenza principe di queste sfilate milanesi e una
testimonianza in più dell’alto livello del made in Italy. Così da Roccobarocco
gessati, tweed e spigati sono femminilizzati da stampe. Gonne in check e lane
pesanti si accostano a bustier di pizzo.
Ennio Capasa per Costume National parla di “un’onda romantica che ci
porta a una donna che mischia le ruches al cappotto militare per una moda che
non passa di moda”. Fiammetta Pancaldi guarda al mare, e applica gli intrecci
ingigantiti del pizzo macramé, tipica lavorazione delle donne dei pescatori, ma
in velluto, su lunghe gonne Principe di Galles. Sovrappone allo chemisier
tuniche
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Costume National |
in panno da caban. Maliparmi chiama la sua collezione Rocca perché
della rocca ha gli stessi valori di
solidità e concretezza. Tutto è giocato sui materiali e sui dettagli imprevisti come la tasca di
jais e cristalli sulla casacca militare. Antonelli, marchio toscano, usa tessuti maschili per tipici capi
femminili. Ecco il tubino in check o
l’abito in fresco di lana con un inserto di camoscio sul davanti, o la giacca
di neoprene dalla forma avvolgente. “Un maschile che risponde al femminile” è
detto dei sedici look per “sedici donne che vivono nella realtà” di Krizia.
Durante la presentazione scorre il video
A cena da Krizia, una tavola rotonda
dove si parla di Mariuccia Mandelli e di quella sua geniale istituzione che è
stato lo Spazio Krizia. Mix femminile-maschile anche da Les Copains, che punta sugli effetti sweet and rough come il golf a coste con bordo di pizzo, il maglione a grosse trecce accostato allo
chiffon plissé soleil, l’argentina nera
con un plastron di tulle. In morbidissima pelle, fluttuanti come seta i
pantaloni con pinces. Grande fluidità anche
da Luisa Beccaria che lavora
sulle sovrapposizioni e introduce il velluto stretch perché le donne,
sostiene, hanno bisogno di capi
confortevoli. E’ dedicata a Lilya Brik, musa dell’avanguardia russa, la
collezione Isola Marras. In passerella
stilizzate contadine bielorusse con colorate gonnellone, ampie camicie,
tute di linee essenziali, movimentate da
fettucce, incastri, intarsi, ruches. Plissettature, glitter irridescente, pizzo , lurex
spiccano sui capi dai volumi
importanti di Cristiano Burani, più portabili del solito. La casa con quello
che c’è dentro è il tema conduttore da Ultrachic. Sulla gonna di cotone sono
stampate al laser le righe del parquet. Su una
camicia ci sono i neon, su un pantalone i videogiochi dei bambini, su un
abito in carta la libreria. Un paralume diventa una minigonna, un mosaico è
stampato su una sottana godet. Izumi Ogino,la stilista di Anteprima, si ispira
a Jacqueline Bouvier prima del matrimonio con Kennedy. Molti abiti di chiffon
con stampe di rose appena accennate,
maglieria metallizzata, grande uso di cashmere. Trench maschili su abiti che
aderiscono in vita. Tocchi di colori inaspettati. Ben studiate le borse,
piccole come un portafoglio, da inserire nella borsa grande, legate con una
catenella. Virtuosismi artigianali anche negli accessori. Santoni presenta la
collezione tra le foto della cantante e socialite Caroline
Vreeland nei panni di una Marlene Dietrich
anni duemila, scattate da Olivier Zahm. Perfette per lei le rivisitazioni della
stringata bicolore o del mocassino con nappina, aperto sui lati. Scenografica
presentazione anche da Furla, dove emergono le clutch con catena e inserti di pelliccia o lurex,
veri capolavori del made in Italy.
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