domenica 24 novembre 2019

GIOCANDO CON LA GIOCONDA





I pavesi lo sanno, ma la maggior parte degli italiani lo ignora. Il ponte ad archi che s’intravvede nello sfondo della Gioconda  potrebbe essere il Ponte del Diavolo sul fiume Trebbia, che  nei giorni di sereno si vede dal Castello di Pavia (in alto, come appare nel percorso di realtà virtuale). Quindi il capolavoro più famoso del mondo potrebbe essere stato dipinto in questa città, dove il genio visse vent’anni, lavorando e frequentando le lezioni di anatomia, fondamentali per lo studio sull’Uomo Vitruviano. Normale quindi che Pavia gli dedichi per i cinquecento anni dalla morte una mostra centrata proprio sulla Gioconda, dal 24 novembre al 29 marzo 2020. S’intitola Looking for Monna Lisa e come dice il sottotitolo racconta misteri e ironie attorno alla più celebre icona pop. La Gioconda è quindi il punto di partenza di opere contemporanee. Sull’onda di quel capitolo di storia dell’arte, per cui nel 1919 Marcel Duchamp, sostenendo che gli artisti devono “scegliere oggetti della quotidianità e farli diventare arte”, prende una cartolina con la Gioconda e disegna i baffi. La intitola LHOOQ, alludendo 
   a una sfrenata sessualità  della  signora.  L’ironia sull’opera d’arte è sdoganata e più tardi nel 1959 su un numero di Bizarre, Dalì avrà modo di scrivere “L’evento più fondamentale dopo la dichiarazione dei diritti dell’uomo è la dichiarazione a disporre liberamente della Gioconda”. La rivista con Monna Lisa bendata in copertina  è uno dei pezzi esposti nello Spazio Arti Contemporanee del Broletto. Insieme a molte altre opere tra cui Money Lisa di Sarenco, in cui intorno al volto ci sono le banconote da 50mila lire con Leonardo, attacco all’uso strumentale dell’arte per il merchandising.L’opera di Julian Blaine  mette insieme Monna Lisa e la Marilyn di Warhol. Ci sono i lavori della Orlan che fa della chirurgia plastica una performance grazie alla quale si trasforma per somigliare a Monna Lisa. La mostra prosegue nelle sale del Castello Visconteo, dove l’ambientazione è straordinaria. C’è Inachevé di Ben Vautier, gli zoccoli con paesaggio di Elisa Zadi riferimento a una Monna Lisa che viaggia, la Bat Lisa in terracotta policroma di Gianni Cella(foto al centro). Frida Kahlo è ripresa nella posizione della Gioconda da Giuseppe Veneziano. Lorenzo Puglisi decostruisce il capolavoro per farne emergere solo il volto e le mani su un fondo nero. La chiesa sconsacrata di Santa Maria Gualtieri accoglie Monna Lisa Who? l’esperienza multimediale realizzata dallo studio Karmachina sull’ipotesi che Monna Lisa sia Isabella d’Aragona, con affascinanti immagini da caleidoscopio. Sempre al Castello si può ripercorrere  con il progetto di realtà aumentata di Way, i luoghi di Pavia e dintorni che hanno ispirato il maestro. Completa la mostra-celebrazione un gigantesco Leonardo di cinque metri per quattro, in idroresina e marmo cipollino, di Eleonora Francioni e Antonio Mastromarino, in Piazza del Municipio.  


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