Che Coppia aperta quasi spalancata, scritta da Franca Rame e Dario Fo,
sia stata una delle pièce più di successo degli anni Ottanta non c'è bisogno di conferma dalle statistiche che riportano la sua messa in scena in trenta teatri
tedeschi nello stesso periodo. Sicuramente è datata, dato che la coppia protagonista sono
due ex sessantottini, con passato e velleità da figli dei fiori. La riedizione
di Infinito Teatro con la regia di Alessandro Tedeschi rivede, quindi, certi
dettagli per attualizzarli, ben attenta però a non snaturarne la struttura. Chiara
Francini è una perfetta Antonia, sia nei panni ingoffanti e con tendenza al piagnisteo
della moglie tradita e trascurata, sempre sull’orlo del suicidio e dell'omicidio, sia in quelli
della donna liberata e indipendente in piena storia con un affascinante fisico,
più giovane di lei, addirittura candidato al Nobel. Alessandro
Federico è quanto mai convincente nel ruolo del marito fedigrafo, con la pretesa
di spacciare le sue continue scappatelle come necessarie per il superamento del
matrimonio borghese. E altrettanto in quello dell’innamorato macho e
geloso che non accetta di essere sostituito. Le battute si
susseguono senza sosta, con qualche aggiustamento rispetto al testo originale.
Ecco che le banalità sull’amore attribuite all’allora autorità in materia
Alberoni, prendono la paternità di Recalcati. Certi modi di dire sostituiscono
altri. Curiosamente il prototipo-riferimento di bellezza maschile citato resta
Padre Ralph (Richard Chamberlain) di Uccelli
di Rovo, la serie tv del 1983 più amata dalle casalinghe. Essenziale, ma
ben studiata la scenografia di Katia Titolo. Buone e mai prevaricanti le
musiche di Setti. Coppia aperta quasi
spalancata è al Teatro Menotti di Milano
fino al 24 novembre. Per proseguire in tournée per l’Italia fino al 31
gennaio 2020.
Spettacolo visto appena uscito.. esilarante ..
RispondiElimina