Come può il teatro di prosa continuare a essere intrattenimento? A differenza dell’opera, del
musical, del balletto che esistono solo sul palcoscenico, ha un temibile concorrente
nel cinema, sempre più di livello e
variegato. E non solo, più i testi sono interessanti, più si pensa di apprezzarli maggiormente
leggendoli.Le formule sono due. Una è puntare su una regia e una
scenografia dirompenti con il risultato di
qualcosa più simile a
un’installazione d’arte. L’altra, che comporta regia e scenografia più
tradizionali, è quasi interamente affidata alla recitazione. Se non è buona è
un disastro, ma se lo è può davvero scuotere le corde dell’anima. E’ il caso di
“Erano tutti miei figli” proposto dal Teatro Stabile di Catania, di scena fino
al 15 marzo al Teatro Carcano di Milano, dal 17 al 22 marzo al Teatro della
Corte di Genova, dal 25 al 29 marzo al Teatro Verdi di Padova. Il dramma di
Arthur Miller, di cui si celebrano i 100 anni dalla nascita, si centra sulla figura
di un imprenditore senza scrupoli (Mariano Rigillo, nella foto in alto) che è riuscito a farla
franca vendendo nella seconda guerra mondiale pezzi difettosi di aereo e provocando
la morte di ventun piloti. Tutto si
svolge nell’arco di due giorni nel giardino
della famiglia. A poco a poco tra cose non dette, o volutamente ignorate, viene
fuori l’orribile verità. Pubblicata nel 1947, la pièce ottenne diversi
premi e diventò nel 1948 un film con Edward G.Robinson nella parte del
cinico Joe Keller e Burt Lancaster in quella del figlio Christopher, la figura più
positiva. Due ore di spettacolo in cui si è sempre con il fiato sospeso come
per un thriller. Scenografia essenziale, curatissimi i costumi, specie quelli
delle attrici, in perfetto stile Cinquanta, ma ognuno adattato al personaggio. www.teatrocarcano.com
Grazie della segnalazione Luisa....farò di tutto per andarlo a vedere!
RispondiEliminaA presto, spero,
Ori