lunedì 19 novembre 2018

IMPORTANTE NON FARNE UNA TRAGEDIA



Niente di più facile far ridere prendendo una tragedia greca e trasferendola in epoca contemporanea. La risata, un po’ sguaiata,  è assicurata. Ma non è questo che aveva in mente Claudio Gaj quando ha scritto Un amore di Fedra.  Capita che si rida, certo, ma non è la risata crassa. Si ride per le allusioni sottili e le citazioni a sorpresa senza sfoggio. In realtà la tragedia di Euripide è solo uno spunto per prendere di mira una serie di luoghi comuni della società contemporanea. In scena con la regia dello stesso autore, Delia Rimoldi che interpreta una Fedra ben lontana dalla seduttività del personaggio classico, Jacopo Veronese un convincente nuovo Teseo pieno di incertezze, Barbara Mattavelli nel ruolo di Afrodite, conduttrice TV sempre sopra le righe e lo stesso Claudio Gaj nei panni di Ippolito. La scenografia è solo accennata, ma sufficiente per mostrare l’azione che si sviluppa su due piani. In uno c’è il nucleo famigliare con Fedra, casalinga insoddisfatta, il marito Teseo, alcolizzato, sindaco per volere della madre, e il figlio Ippolito teenager tipo, con felpa e cappuccio, jeans stracciati, linguaggio gergale infarcito di parolacce, che non tollera la matrigna. Bastano due maschere e due sgabelli perché il palcoscenico diventi un talk show televisivo condotto dalla procace Afrodite. Il tema è la coppia, sono Oreste e la sorella Elettra, Edipo e la madre Giocasta e naturalmente Fedra e Teseo. Le interruzioni sono continue, ma senza conseguenze, tranne per Fedra e Teseo dove si riprende la tragedia greca che viene rielaborata come fatto di cronaca nera, e raccontata con il solito linguaggio stereotipato. Dalle testimonianze dei vicini, ai commenti sui personaggi sempre persone perbene che non avevano problemi economici ecc. Fedra è allo Spazio teatrale DiLà di Milano per le repliche il 24 e 25 novembre.www.spaziodila.it 

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