Segugi pochi,
parafrasando il discusso e audace sottotitolo di un libro di Aldo Busi. In
realtà per quanto i cani siano sempre più numerosi, di questa razza non se ne
vedono molti in giro. Forse perché è difficile riconoscerli, essendo diversi tra loro. C’è
il segugio Posavatz che viene dalla ex
Jugoslavia con pochi tratti in comune con il segugio jugoslavo da montagna, a parte il pelo liscio, e ancora di
meno con il segugio della Bosnia, più
tozzo e con un pelo folto tipo barbone. Il segugio
finlandese è alto, mentre il tirolese
selezionato per cacciare in Tirolo (l’importanza della specializzazione) può essere alto 30cm. C’è il segugio svizzero, snello e slanciato, che discende dai cani da
caccia del Nilo e perfino il segugio lucernese, gran fiutatore e gran
arrampicatore, in terreni impervi of course. C’è il segugio italiano muscoloso, di 60cm. al garrese con pelo raso e
liscio o forte e ruvido, definito da un autorevole testo “testardo, instancabile, non sa fare altro che il
cacciatore”. Il segugio di Hannover ha
gambe cortissime e molte rughe sulla fronte, non si sa se per conseguenza.
Quanto al segugio della Transilvania
è nero, ovviamente, ma con dettagli bianchi o fulvi. Di cavalli a Milano ce ne
sono svariati e sono identificabili. I primi sono arrivati con il Fuori Salone
in aprile e resteranno in città fino al 30 ottobre. Selezionati da Cristina
Morozzi, sono di vari materiali e s’ispirano al cavallo di Leonardo, che il
genio non riuscì mai a costruire, ma di cui furono poi realizzate varie
versioni come quella che fa bella mostra di sé all’ingresso dell’Ippodromo di S.Siro. Questi sono di dimensioni più ridotte.
In Galleria del Corso c’è il cavallo di Antonio Marras, a City Life quello di
un altro stilista, Marcelo Burlon. Tra i meglio inseriti nel paesaggio urbano,il cavallo Narciso di Simone Crestani, un unicorno in
mezzo al cortile del Filarete all'Università degli Studi. Visibile, sempre da lontano, ma da tutte le
angolazioni e con differenti luci (in alto). O il Cavallo
alato dello scultografo Daniele Papuli, bianco e azzurro, perfetto e inaspettato nella nuova
Piazza Adriano Olivetti (in basso). Dal 31 agosto ne sono attesi altri tre che si
aggiungeranno ai dieci esistenti. Uno alla Rotonda della Besana, uno in Piazza
Missori e uno, firmato Matteo Cibic, nella Biblioteca degli Alberi, il nuovo parco di Porta Nuova.
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