venerdì 12 luglio 2019

ANDAR PER VALLI




La parola resiliente di questi tempi è troppo usata. Però bisogna saper distinguere quando esprime bene un concetto, come nel caso di Valli Resilienti. Si chiama così un progetto per le Prealpi bresciane, affidato alle Comunità Montane della Val Trompia e della Val Sabbia. Finanziato dalla Fondazione Cariplo, si propone di ridare vita a zone che si stanno spopolando e rischiano davvero di scomparire.  Vitalissime negli anni del boom, per le industrie collegate alle miniere di ferro,  ora sono un insieme di paesi dove la  maggior parte delle case sono disabitate, non esistono o quasi negozi, sono spariti i locali dove ritrovarsi. Basta un piccolo giro per rendersene conto e capire nello stesso 
tempo le potenzialità del luogo. Il turismo, ovviamente, è tra gli obiettivi. E non certo come soluzione di recupero. Le attrattive ci sono e soprattutto sono particolari. A cominciare da una natura generosa, con vegetazione variegata e storie e tradizioni da raccontare. La possibilità di camminare per ore nel silenzio completo,  o nel giro di un centinaio di metri scoprire panorami e scorci completamente differenti o avere intorno specie diversissime di fiori. A mezz’ora dal traffico della città (Brescia) trovare un rifugio a 1400 metri come il Rifugio Piardi. Punto di partenza per un’escursione impegnativa, ma anche occasione per una cena o un pranzo con piatti locali, o per scambiare due chiacchiere con Giacomo Ottelli, il proprietario, con un passato da fotografo. O ancora sperimentare la naturopatia. Con i trattamenti di medicina vibrazionale di Antonella Trombetta che ti aiuta a individuare tra sedici fiori quello per il tuo equilibrio. Di tutt’altro genere, se non quasi all’opposto, l’esperienza delle miniere di Pezzaze. Pochi minuti su un trenino guidato dal mitico Ciso, uno egli ultimi minatori della valle e si è nelle buie gallerie con l’umidità a 90°, l’acqua che scorre  e stallatiti alle pareti. Carla, ottima guida, ti seduce e ti strazia con il racconto della vita in miniera, dove solidarietà, amicizia e spirito d’avventura sono stati i punti forti dei lavoratori . E poi  c’è il vecchio borgo di Mondaro con un inaspettato trompe-l’oeil nella piazza della chiesa (al centro). Accanto, nel quattrocentesco Broletto, il Museo Orma, acronimo di Officina delle Radici Museo Archeologico, che in un allestimento curatissimo ed elegante  mostra reperti dal neolitico all’epoca romana (in basso). Con il commento competente,  mai pedante, ma appassionato e trascinante di Fausto.        

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