Difficile affrontare temi come violenza,
discriminazione, abuso di potere, oppressione, senza lasciarsi trascinare
dall’indignazione o finire nella retorica. Nella mostra aperta ieri al Palazzo
della Ragione di Bergamo (foto in alto), Jenny Holzer non ha corso il rischio, anzi Tutta la verità (The Whole truth) riesce
a entusiasmare da Sindrome di Stendhal, affrontando il tema con un rigore
coerente con il titolo. Qui, come sempre, l’artista americana utilizza la
parola scritta, quei Truisms che sono
stati dirompenti negli anni ‘70. Su due lati della sala sono proiettate in
inglese, solo qualcuna in italiano, frasi che diventano massime, aforismi,
estratti di testi che parlano di
politica sociale ma soprattutto di emigrazione.
Gli autori sono scrittori, giornalisti o persone comuni, molti africani,
che raccontano frammenti di esperienze personali. Nel mezzo della sala,
disposte in circolo, nove panchine di marmo con incise poesie o frasi, tra gli
altri, dell’italiana Patrizia Cavalli, di Pier Paolo Pasolini, della saggista
polacca Wislawa Szymborska. Perfetta la scelta della Sala delle Capriate
sia perché le scritte sembrano dialogare
con gli affreschi alle pareti e sia simbolicamente, perché qui nei secoli passati veniva amministrata la
giustizia cittadina.
La mostra (fino al 1° settembre) è
in contemporanea con altre due alla
GAMeC, Galleria d’arte moderna e contemporanea di Bergamo. Tutte e tre, come ha
detto Lorenzo Giusti, direttore della Galleria, nonché curatore della prima, sono
legate dal concetto di libertà. Libera. Tra Warhol Vedova e Christo racconta
la volontà degli artisti di liberarsi dalle
regole stabilite e dalle convenzioni. Quattro le sezioni: Libera
dalla forma con opere di Hartung,
Morlotti, Vedova; Libera dalla
figurazione con le geometrie di
Vasarely e Sol LeWitt e il minimalismo. Libera
dallo stile, con artisti riconducibili all’Arte Povera come Pino Pascali,
Giulio Paolini (in basso a destra Sala d'attesa), Pier Paolo Calzolari; Libera
dalla rappresentazione con il New Dada, il Nouveau Réalisme, la Pop Art e
lavori di César, Warhol (al centro ritratto di Giorgio Armani), Christo. Delle opere esposte molte sono della raccolta
permanente della GAMeC, altre fanno parte di una ricchissima collezione privata
confiscata alla malavita. Hysterical Strength è la prima personale in Italia di Luke Willis Thompson, neozelandese, classe 1988, che
vive a Londra, selezionato per il Turner Prize. Presenta tre filmati (in basso a sinistra Human)e un
site specific che hanno come tema
l’iniquità sociale e razziale.
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