martedì 16 maggio 2017

SPLENDORI E MISERIE DEL CALZINO



C’è gente che solo a sentirlo nominare ha un moto di irritazione mista a orrore, come davanti a uno scarafaggio o a un serpente, o al più classico topo. Altri restano completamente indifferenti, non comprendendo neanche il perché del diminutivo. Nessuno dei due in questo momento segue le tendenze. I primi sono rimasti indietro, i secondi potrebbero sembrare di tendenza ma in realtà la loro è inconsapevolezza. Sì, perché il calzino, questo piccolo, minuscolo, apparentemente insignificante accessorio del guardaroba  nell’ultimo secolo ha subito alterne vicissitudini passando da pezzo  pratico, indispensabile e soprattutto non sostituibile a orribile oggetto, accento e firma di ineleganza. Negli anni Trenta e soprattutto nell’oscuro momento dell’autarchia rappresentava per le donne l’unico tipo di calza da indossare con la famosa scarpa autarchica a suola alta,  in alternativa alla verniciatura della gamba. Come racconta nel suo documentatissimo libro Sofia Gnoli (Eleganza fascista-La moda dagli anni Venti alla fine della guerra, Carocci Editore). Poi scomparso nel guardaroba femminile per chi aveva più di 12 anni, era portato solo da qualche incauto uomo, marchiandolo  negativamente a vita. Ora  è tornato di moda per le signore. E sono le sfilate a decretarlo. Prima con   sporadiche apparizioni, abbinato a sandali con plateau, nelle passerelle degli stilisti e soprattutto delle stiliste più pronte all’anticipazione. Ora si è diffuso e si vede sempre di più nelle   collezioni, nelle riviste e anche per le strade. C’è chi come Veronique Branquinho manda in passerella a Parigi per l’estate le sue modelle tutte volant con specie di calze ghette e scarpe alla bebé. Norma Kamali a New York per l’inverno completa le mise sexy e fascianti nei punti giusti con scarpe  plateau a tacco altissimo e calzino nero o grigio (in alto a destra). Burberry a Londra alle sue ragazze sweet and rough, per l’inverno prossimo fa indossare calzini neri e decollété con tacco a stiletto (in alto a sinistra). E naturalmente i brand di calze si adeguano. Pierre Mantoux, preferito sulle passerelle, nella prima collezione Velia propone calzini colorati con nomi di fiori,la passione della fondatrice. Elementi geometrici sono invece il filo conduttore per questa estate(foto in basso). 

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