Che Gillo Dorfles sia un personaggio speciale è
fuori dubbio. E non solo perché a 105 anni ha lo spirito e la mente che potrebbe avere un suo pronipote.
Colpisce il suo straordinario eclettismo. E’ artista, critico d’arte, poeta,
etologo con una laurea in medicina e una
specializzazione
in psicologia. E la
mostra, inaugurata il 27 novembre e aperta fino al 30 marzo al Macro Museo
d’arte contemporanea di Roma, rivela i molteplici talenti e quel suo essere nel tempo, che ne è anche il
titolo. Cioè la capacità di restare fedele a se stesso, nonostante il mutare
delle correnti e delle tendenze, unita a un senso critico sensibile
all’evoluzione che lo rende insostituibile. Il padre nobile della cultura italiana lo definisce Achille Bonito
Oliva, curatore della rassegna, che è la prima sulla completa attività di
Dorfles. Tre le sezioni in cui è divisa. In una le opere, più di un centinaio
di cui alcune mai esposte. Dai
numerosissimi dipinti ai disegni, alle grafiche, dalle ceramiche ai gioielli.
Datano dagli anni Trenta al 2015 e sono accompagnati spesso da cataloghi. La
seconda sezione è quella delle foto e dei carteggi. Qui ci sono documenti,lettere, appunti che testimoniano amicizie e conoscenze con persone che hanno fatto il Novecento, ma anche poesie scritte negli
anni Quaranta. E poi le foto, da quelle degli album di famiglia ai ritratti di
fotografi, come Ada Ardessi, Graziano Arici, Giovanna Dal Magro(v.foto), Fabrizio Garghetti, Ugo e Maria Mulas, Federico Scianna.La
terza parte, con audiovisivi e contributi iconografici, è dedicata ai saggi che
aiutano a interpretare lo spirito dei tempi.“Riuscire a capire le
trasformazioni etiche, estetiche e filosofiche del tempo è la capacità che
andrebbe più a lungo mantenuta” è il suo pensiero.
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