Hanno una concezione della vita opposta, quasi in
antitesi. Metterli insieme è stata una sfida che solo il teatro poteva
concedersi. Eppure ci sono molte coincidenze e punti in comune nelle loro storie, oltre al nome. Ed è questo
che ha saputo cogliere Degni di nota. Tra
Gaber e Brassens, al Teatro Menotti di Milano, fino al 23 dicembre e dal 28
dicembre al 1° gennaio. Sul palcoscenico Andrea Mirò e Alberto Patrucco (nelle foto) che ha
scritto lo spettacolo insieme a Antonio Voceri, interpretano canzoni di Georges
Brassens e Giorgio Gaber. Con intermezzi recitati. Ne escono fuori tre temi, filtrati
da poetiche diverse. Il primo è la vita, inteso come la società, l’impegno
politico, sdrammatizzati dal Gaber di Le
elezioni o di
Il conformista ; l’altro
è l’amore raccontato con dissacrante ironia in Se soltanto fosse bella da Brassens; il terzo è la morte evocata
con cinica comicità da Brassens in Il
Testamento e La ballata dei cimiteri. E completata con divertenti epitaffi-flash per
viventi doc di Patrucco. Poesia e satira si intrecciano e si mischiano con
armonia e senza effetti facili. Lo spettacolo non vuole essere un omaggio ai
due autori. ”E’ un tentativo di creare
un testo utilizzando il lavoro dei due” ha detto Emilio Russo, regista e
direttore di Tieffe Teatro, responsabile della produzione. Alla base di tutto la grande passione di Patrucco per Brassens di cui ha adattato opere mai
tradotte in italiano e nel 2014 ha raccolto in un cd tredici nuove traduzioni
di canzoni cantate con Andrea Mirò. Novanta minuti appassionanti in cui si
ride, si pensa e ci si commuove anche un
po’. Con la recitazione trascinante di Patrucco, la voce straordinaria di Mirò,
accompagnati da Daniele Caldarini (che ha curato con Mirò gli arrangiamenti in
chiave pop) alla tastiera, Francesco Gaffuri al contrabasso, Beppe Gagliardi
alle percussioni. Ben studiate e coinvolgenti le luci.
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