Più che uno spettacolo teatrale Exodus della compagnia No Gravity è una performance, un’installazione artistica che si ripete ogni sera. Da ieri fino al 9 ottobre al Teatro Menotti Filippo Perego di Milano. E proprio come un’opera d’arte è difficile, se non impossibile raccontarla e trasmettere le sensazioni e l’emozione che dà. Una storia da raccontare c’è, ma è solo una sintesi per narrare una storia del mondo che dura da secoli. Cioè quella dell’emigrazione, di chi è costretto a lasciare la sua terra, attraverso lunghi viaggi nella paura, nel pericolo, nel rischio continuo di morire.
Lo spunto, come dice il titolo, è il nome della nave che riportò nel 1947 gli ebrei in Palestina. Ma è solo il simbolo di un esodo che dura da duemila anni. A rappresentarlo sono sei straordinari ballerini acrobati: Mariana Porceddu (in arte Mariana) che è anche music designer e coreografa con Emiliano Pellisari, che a sua volta cura con Marco Visone le scenografie e il disegno luci. Importantissime in questo spettacolo dove tutto si basa sugli effetti di uno specchio inclinato. Gli altri artisti in scena sono i bravissimi Arianna Balestrieri, Francesco Saverio Cifaldi, Luca Forgone, Leila Ghiabbi, Giada Inserra. Con i loro movimenti incredibili e lo studiato riflesso sullo specchio non solo mimano situazioni, ma riescano a costruire il mare con le sue onde, i paesaggi, gli ambienti. Strisciando sul palcoscenico creano nel riflesso addirittura un’arca su cui cammina uno di loro (foto in basso).Volano nell'aria. Allestiscono totem e montagne su cui si arrampicano, riproducono una nascita ravvicinata. Per concludere con l’immagine di un grande angelo, fatto con i loro corpi avvolti in un immenso tulle (foto in alto). A fare da colonna sonora struggente, malinconica, dolce, inquietante la musica ebraica, romana, greca, aramaica di Walter Maioli e quella araba di Jordi Savall. Interrotta, ogni tanto, o accompagnata dalla voce di Moni Ovadia. Uno spettacolo assolutamente da non mancare, per il modo coinvolgente e inedito di affrontare una tematica purtroppo così attuale.
Nessun commento:
Posta un commento