venerdì 24 settembre 2021

VERE DONNE, NON POTICHES

Può sembrare un controsenso eppure la moda-donna sovente è sessista. Non si parla di capi mortificanti, ma di capi che la valorizzano in un modo non giusto. Più vicino all’idea della bella statuina, la potiche, per dirla con Ozon, che fa felice l’uomo padrone. “Il rispetto della donna può venire anche dall’abito” è il pensiero di Rita Cannata, nuova stilista di Eleventy-donna, su cui basa la sua  collezione.  Dove donne, di generazioni e stili di vita diversi, possono trovare il capo giusto e assemblarlo con altri capi, ognuna a modo suo. Ecco pezzi del guardaroba maschile come la camicia, realizzata in voile, da accostare ai pantaloni di cupro, tessuto cellulosico simile alla seta, ma sostenibile, oppure al jeans dal taglio e i particolari femminilizzati. 



La sahariana a righe è perfetta con l’abito di lino diritto, ma anche con quello con stampa piastrelle, tessuto esclusivo del brand. Le gonne hanno zip sugli spacchi o plissé soleil (foto sopra), alcune con la raffinatezza di essere pennellate sulle pieghe.  Il plissé soleil è una delle tendenze di stagione.  Si è visto molto nel video di Luisa Beccaria, che ha fatto sfilare le modelle sulla passeggiata di Capri con vista Faraglioni. E’ un Conte d’été pure la collezione di Gilberto Calzolari, anche se il video di presentazione è girato su balconi cittadini. Ma l’ispirazione è la Costa Azzurra anni ’60 di B.B. quindi abiti a trapezio, piccoli top, chemisier. Il tutto ovviamente in materiali sostenibili, dal Seaqual (dal riciclo della plastica recuperata in mare) agli scarti di tessuto ricomposti come origami nell’abito multicolori (in alto). Il plissé è dominante anche da Elysian uno dei brand della Bupapest Select. Insieme ad Abodi, dove la maglieria è in primo piano. A Cukovy con i piumini di tutte le forme e tinte, a Kata Szegedi che propone abiti con giochi di incroci. Giochi di incroci nei seducenti e lucenti lunghi da sera di Genny. La funzionalità, mai asservita all’estetica, è il punto fermo da  Bally, che s'ispira all’abbigliamento del lavoro, dai grembiuli degli artisti alle giacche con tasche portatutto. Sartorialità, artigianato e cura dei dettagli dietro ogni pezzo, come lo scarponcino con punta e tallone scoperto che richiede tre ore di lavoro per l’applicazione delle 120 borchie (foto in basso) o i 120 metri di fettuccia di pelle per costruire una borsa. Con un occhio ben aperto sulla sostenibilità. Può una sneaker diventare un simbolo? 



La Grande
di Philip Model Paris, presentata oggi nella miniaturizzazione di un campo di basket, lo può. Ispirata ai modelli  anni ‘80 e ’90, in pellami anticati a mano di tre colori e inserti con logo tono su tono,  vuole essere un omaggio al gioco di squadra, metafora della vita (vedi foto).


 

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