La
moda maschile si dà una regolata. Questo dice il Pitti Uomo a Firenze dal 7 al
10 gennaio, di cui il tema sono le bandiere, pezzo di stoffa sempre in movimento
e mai muto. Sarà per via del mercato, sarà perché è finito il tempo di stupire
a tutti i costi, sembra completamente bandita la stranezza fine a se stessa. Si
punta sul tessuto, non è una novità, ma si cerca anche il particolare
caratterizzante. Magari prendendo dagli archivi e contemporaneizzando. Cucinelli punta sull’uomo metropolitano e
mischia capi classici a sportswear.
Sul completo in velluto corduroy o
sul gessato mette il giubbotto sportivo. Sotto l’abito il pull norvegese.
Creatività anche nello smoking rivisto in Principe di Galles. C’è chi ha
parlato di un uomo rinascimentale. Carlo Pignatelli è uno di quelli, con le
dovute mediazioni. Nella capsule di 25 pezzi prende come riferimenti il vulcano
e quindi il fuoco e il pozzo e quindi l’acqua. Così nelle giacche e nei
cappotti, prevalentemente after eight
e tutti realizzati in Italia (come dice l’etichetta Fatto in Italia) propone jacquard, ricami, dettagli, colori che
evocano i due elementi. Ad accompagnare la presentazione mini brani di musica
dei Subsonica su acqua e fuoco, da ascoltare in cuffia. La leggerezza continua
a essere il punto forte di Tombolini. Al
classico affianca giacca e pantaloni da jogging, ma sartoriali. In stand attesi
e applauditi calciatori e big della Roma di cui è Official Fashion Partner.
Massimo Rebecchi per Yuko, brand toscano nonostante il nome, al Bar Agatha
propone giacconi e cappotti in tessuti della tradizione maschile con tocchi
innovativi, come la fodera in neoprene o coloratissima, o il cappotto
sartoriale in materiale tecnico. Vestire sportivo e urbano sono sempre più
vicini. Lo sportivo è meno colorato e con forme più curate. L’urbano si
sbizzarrisce nelle tinte e prende in prestito i materiali. A questo proposito
sostenibilità e attenzione al pianeta sono in primo piano. Schneiders di
Salisburgo, guru del loden, inventa l’Eco Montgomery, classico con una zip
sotto la chiusura ad alamari, realizzato con una filiera corta: tessuti,
accessori e lavorazioni tutti a km quasi zero. Daniele Fiesoli, brand
fiorentino con 750 punti vendita in 26 Paesi, crea una linea con l’Upcycled
Cashmere ricavato dal riciclo di abiti e riciclabile. Oof wear (la prima parte
del nome curioso deriva da un’opera di Edward Ruscha) tra piumini e giubbotti reversibili all’80% ne ha
svariati con imbottitura ecologica da comprimere, per il viaggiatore
intelligente, in un sacchetto. Nelle calzature il modello dominante è lo
scarponcino stringato da rocciatore. Lumberjack lo propone con suola da sneakers, Testoni lo rivede in lussuoso
coccodrillo( in basso). Tra gli eventi di richiamo il primo
uomo di Chiara Boni nel jersey iconico, la presentazione di Woolrich che
alla Dogana ha ricreato una foresta innevata(al centro) e il cocktail di Momonì con musica
latino-americana e ballerine-angeli su altissimi trampoli. Jil Sander,
disegnata da Lucie e Luke Meier, ha sfilato nello scenografico refettorio quattrocentesco di Santa Maria Novella. Mentre Otherwise Formal, selezione di vari brand
rappresentativi del nuovo formale (in alto), a
cura di Dust Magazine, ha scelto come passerella il cortile della Fortezza con
le sue bandiere (al centro).
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