QUOI DE NEUF?
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Occhiali Neubau |
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Eleventy |
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Missoni |
Sembra strano ma in Italia l’uso
nell’abbigliamento di carta, sughero, feltro, pelle di pesce, cellofan data
degli anni 30 e 40. La scelta non è da ricercare in un’anticipata attenzione al
pianeta ma nella propaganda
autarchica fascista, che imponeva l’uso esclusivo
di materiali italiani. A raccontarlo Ferragamo, con le scarpe del suo museo
esposte all’ingresso del WSM Fashion Reboot, evento dedicato alla
sostenibilità, organizzato l’11 e il 12 gennaio a Base Milano, da White, con il
supporto del Ministero dello Sviluppo Economico e ICE. Un fitto programma di
workshop, incontri ed espositori da tutto il mondo. Dalle aziende tessili come
Candiani denim o Albini Group a Wrad, marchio fondato da Matteo Ward curatore
del progetto con White. Da Gilberto Calzolari con l’intrigante
collezione donna
a tema desertificazione, presentata nella scorsa Fashion Week milanese, a
Haikure con gonne e camicie in plastica riciclata e jeans al 100% in cotone. Da
Rifò di Prato con i pull realizzati con strappi di vecchia maglieria agli
occhiali Neubau con i tre nuovi modelli Côte du soleil
in materiale ricavato dall’olio di ricino stampa 3D, con i nomi dei
protagonisti del film La piscina di
Jacques Deray (1969): Romy (Schneider), Alain (Delon), Maurice (Ronet). A parte
questi casi esemplari si comincia a
parlare di sostenibilità più seriamente. Non più solo con la scritta sulle T-shirt per mettersi la coscienza in pace. Santoni nell’allestimento ispirato
agli scacchi, anticipazione di quello che si vedrà nei corner dei department store, propone il Rethink: sneakers e zaini in nylon
ricavato da plastica recuperata negli oceani, pelle eco, gomma riciclata, colla
d’acqua e metallo nickel free. Interessante lo scarponcino da montagna in
vitello rovesciato con bordo in cashmere e seta effetto pelliccia. Inedita la stringata con suola di gomma
rivestita in pelle. Attenzione all’ambiente anche da Eleventy con tessuti
naturali e una produzione al 100% italiana e a km zero, realizzata in novanta
micro-imprese. E i risultati si vedono: sartorialità, dettagli curati con il
tocco creativo che rende i capi
attraenti anche a chi rifugge il formale. Chorustyle debutta con una
capsule di trenta pezzi in cashmere rigenerato. Confort e funzionalità
sono il punto di forza. Come i giubbotti reversibili o le tasche interne e il cappuccio
rientrabile in nylon della mantella. Nessuna particolare attenzione alla
sostenibilità, ma filati naturali da
Missoni che immagina un uomo alla Miles Davis, capace di mischiare pezzi
classici ed eleganti con altri più easy. Il bomber in tessuto animalier e il cappotto oversize con il confort di una
vestaglia. Il turco Serdar Uzuntas, con il marchio che porta il suo nome, rappresenta la nuova Savile Row generation. Tra i pezzi più significativi il
cappotto doppiopetto glitterato.
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