martedì 10 luglio 2018

STILL ART


Siamo talmente abituati a un’immagina pubblicitaria sempre più perfetta, che non ci rendiamo conto che certe foto, specie gli still life, sono vere opere d’arte. Non è solo un discorso di luce, ma di composizione, di equilibri fra pieni e vuoti.  

Per rendersene conto potrebbe essere interessante The touch that made you, personale di Torbjorn Rodland, fino al 20 agosto all’Osservatorio Fondazione Prada di Milano. La mostra mette insieme nature morte, ma anche ritratti e  
                paesaggi realizzati dall’artista norvegese negli ultimi vent’anni. Al primo impatto si resta interdetti, si ammira la perfezione della foto, ma non si va oltre. Poi si intuisce un approccio a tutto, persone o cose, particolare, una passionalità, ma anche una maniera di proporre la realtà diversa. “Siamo in una certa misura il risultato del modo in cui veniamo visti, abbracciati, toccati” spiega Rodland e il titolo della mostra lo sintetizza.  C’è una semplice scarpa rossa con tacco che potrebbe essere una foto pubblicitaria ma anche un primo piano di una sneaker che calpesta la testa di un ragazzo. Ci sono delle bellissime arance ma in mezzo si intravvedono dei lunghi capelli biondi. Una ragazza piange lacrime di miele. Un tentacolo di polpo si attorciglia a un braccio di donna. Ci sono calze, tatuaggi, ubriachi dalla pancia disgustosa, ma anche una ragazza bionda accucciata sotto un ombrello con due cagnolini, che sembra presa dalle pagine di una rivista di moda vecchio stile. E poi ci sono i video. Se ne sono alternati tre. Dal 4 luglio è proiettato il criptico All this & Dogg , con  sei donne e l’inquadratura di una T-shirt con la scritta Das Asperger-Syndrom, forse esplicativa. A rendere attraente la visita, sicuramente, lo spazio espositivo, con i parquet dall’aria vissuta e le enormi finestre affacciate sulla cupola di vetro e metallo della Galleria Vittorio Emanuele II. 

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