Tutte
le tematiche sociali, politiche, di vita sono state affrontate dal teatro
contemporaneo. E pur riconoscendo l’importanza di parlarne, capita spesso di trovarsi di fronte a qualcosa di
scontato e già troppo detto. E’ sempre
più difficile trovare una chiave giusta,
che non sia quella della satira che sovente non arriva all’obiettivo o quella della
comicità con punti di equilibrio
pericolosi. Il tema della donna poi in tutta la sua globalità (dal
femminicidio alla violenza, dal diverso
trattamento sul lavoro alle molestie) è più che mai terreno minato, dove la caduta nel
retorico-vetero-femminista è costantemente in agguato. Per questo si apprezza uno spettacolo come La Viola e l’Oleandro con la regia e la
drammaturgia di Luisa Gay. Parla appunto
di donne , come dice il sottotitolo Spose
bambine, spose che uccidono. Di cui l’emblema peraltro sono i due fiori, la viola dolce e fragile e l’oleandro
che sotto un aspetto delicato nasconde un potente veleno. Sono quadretti che raccontano la storia di
tredicenni obbligate a sposare vecchi orribili per interesse della famiglia,
adolescenti che si lasciano morire di fame per annullarsi piuttosto che vivere
senza amore, dodicenni che muoiono di parto dopo mesi di violenze. Alcune hanno
un nome famoso, altre sono solo un esempio tra i tanti. E poi ci sono le donne oleandro. Giuditta che non esita a
tagliare la testa a Oloferne, Agrippina regina delle trame o ancora un’inglese
che con i suoi té avvelenati assassinava chiunque le desse fastidio, figli
compresi. Una visione se non sempre realistica comunque di largo respiro, che
commuove certo, ma non si compiace del mettere in scena la sofferenza e il
dolore fine a se stesso. C’è verismo, anche crudo, ma un che di surreale che
mitiga, compensa, toglie qualsiasi spunto di déjà-vu. Ottima e ben impostata la
recitazione delle quattro attrici
(Carmela Lippolis, Jasmine Palma, Valentina Penzo, Eliana Zanetti), giovanissime
o addirittura adolescenti. Superbi gli interventi di danza di Cristina Spinetti,
che ha curato lei stessa le coreografie. Lo spettacolo è andato in scena ieri
allo Spazio DiLà in collaborazione
con Granchio, DiLà e Zeroconfini. Le foto sono di Francesca Ariatta.
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