domenica 11 marzo 2018

IN SCENA UN NUOVO FEMMINISMO


Tutte le tematiche sociali, politiche, di vita sono state affrontate dal teatro contemporaneo. E pur riconoscendo l’importanza di parlarne,  capita  spesso di trovarsi di fronte a qualcosa di scontato e già troppo detto.  E’ sempre più difficile trovare una chiave giusta,  che non sia quella della satira che sovente  non arriva all’obiettivo o quella della comicità con   punti di equilibrio pericolosi.  Il tema  della donna poi in tutta la sua globalità (dal femminicidio alla violenza,  dal diverso trattamento  sul lavoro alle molestie) è  più che mai terreno minato, dove la caduta nel retorico-vetero-femminista è costantemente in agguato. Per questo si apprezza uno spettacolo come La Viola e l’Oleandro con la regia e la drammaturgia  di Luisa Gay. Parla appunto di donne , come dice il sottotitolo Spose bambine, spose che uccidono. Di cui l’emblema  peraltro  sono i due fiori, la viola dolce e fragile e l’oleandro che sotto un aspetto delicato nasconde un potente veleno. Sono  quadretti che raccontano la storia di tredicenni obbligate a sposare  vecchi orribili per interesse della famiglia, adolescenti che si lasciano morire di fame per annullarsi piuttosto che vivere senza amore, dodicenni che muoiono di parto dopo mesi di violenze. Alcune hanno un nome famoso, altre sono solo un esempio tra i tanti. E poi ci sono le donne oleandro. Giuditta che non esita a tagliare la testa a Oloferne, Agrippina regina delle trame o ancora un’inglese che con i suoi té avvelenati assassinava chiunque le desse fastidio, figli compresi. Una visione se non sempre realistica  comunque  di largo respiro, che commuove certo, ma non si compiace del mettere in scena la sofferenza e il dolore fine a se stesso. C’è verismo, anche crudo, ma un che di surreale che mitiga, compensa, toglie qualsiasi spunto di déjà-vu. Ottima e ben impostata la recitazione  delle quattro attrici (Carmela Lippolis, Jasmine Palma, Valentina Penzo, Eliana Zanetti), giovanissime o addirittura adolescenti. Superbi gli interventi di danza di Cristina Spinetti, che ha curato lei stessa le coreografie. Lo spettacolo è andato in scena ieri allo Spazio DiLà in collaborazione con Granchio, DiLà e Zeroconfini. Le foto sono di Francesca Ariatta.

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