martedì 11 aprile 2017

QUEL CHE RESTA DEL GIORNO





Anzi dei giorni del design a Milano. A parte le installazioni nel Cortile dell’Università Statale,  visibili fino a Pasqua, e qualche allestimento particolare. Resterà di certo qualcosa nella memoria. Flash di colori, di atmosfere, di musiche e suoni. Perché molti, addetti al lavoro e non, sono stati coinvolti in questo Fuorisalone sempre più vasto, inglobante, intrigante.  Favorito anche  da un sole splendente e una temperatura piacevole. Ormai nessuno vuole stupire. L’effetto facile, come usava qualche decennio fa, è diventato fuori luogo e kitsch. Ma emozionarsi piace sempre.   Soprattutto se dietro a quello che ci procura emozione c’è uno studio di materiali, armonie, equilibri, funzionalità. O una maniera per leggere e interpretare qualcosa in modo diverso. Come le  signore della Grande Illusione di Tim Walker  da Zara Home, realizzate con bicchieri, cuscini, lenzuola, trapunte (in alto). Non sono un’indicazione o un suggerimento diretto all’acquisto,   ma parlano di creatività, puntualizzano sull’estetica dell’oggetto. Oppure il misurato e invitante insieme di mobili e piante, da vedere nel fascinoso spazio di Paola Lenti in Via Orobia(seconda foto dall'alto). Fornisce stimoli,  spinge a ricordi, consente ipotesi. Raccontano qualcosa da Meritalia quelle creature un po’ bambola un po’ robot appoggiate sulle Shadow, le poltrone in velluto di Gaetano Pesce(penultima foto a sinistra).  Come quello strano salotto, ricostruito nel negozio di Alcantara, con i disegni di Rebecca Moses  e la collezione   Wanderlust by Sebastian Herkner. Un modo di presentare un prodotto come il tessuto, non di servizio certo, ma d’impatto(in basso). Per portare in un’altra dimensione. Che è quello che resterà di queste giornate del design a Milano. 

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