Anzi dei giorni del design a
Milano. A parte le installazioni nel Cortile dell’Università Statale, visibili fino a Pasqua, e qualche allestimento
particolare. Resterà di certo qualcosa nella memoria. Flash di colori, di
atmosfere, di musiche e suoni. Perché molti, addetti al lavoro e non, sono
stati coinvolti in questo Fuorisalone sempre più vasto, inglobante,
intrigante. Favorito anche da un sole splendente e una temperatura
piacevole. Ormai nessuno vuole stupire. L’effetto facile, come usava qualche
decennio fa, è diventato fuori luogo e kitsch. Ma emozionarsi piace
sempre. Soprattutto se dietro a quello che ci procura
emozione c’è uno studio di materiali, armonie, equilibri, funzionalità. O una
maniera per leggere e interpretare qualcosa in modo diverso. Come le signore della Grande Illusione di Tim Walker da Zara Home, realizzate con bicchieri, cuscini,
lenzuola, trapunte (in alto). Non sono un’indicazione o un suggerimento diretto
all’acquisto, ma parlano di creatività, puntualizzano
sull’estetica dell’oggetto. Oppure il misurato e invitante insieme di mobili e
piante, da vedere nel fascinoso spazio di Paola Lenti in Via Orobia(seconda foto dall'alto). Fornisce
stimoli, spinge a ricordi, consente ipotesi.
Raccontano qualcosa da Meritalia quelle creature un po’ bambola un po’ robot
appoggiate sulle Shadow, le poltrone in velluto di Gaetano Pesce(penultima foto a sinistra). Come quello strano salotto, ricostruito nel
negozio di Alcantara, con i disegni di Rebecca Moses e la collezione Wanderlust
by Sebastian Herkner. Un modo di presentare un prodotto come il tessuto, non di
servizio certo, ma d’impatto(in basso). Per portare in un’altra dimensione. Che è quello
che resterà di queste giornate del design a Milano.
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