C’è una tendenza nella moda: figlia alternativa del
minimalismo anni Novanta, è erede spirituale dei Settanta, con un amore-odio
per i frivoli Ottanta. In parte è il risultato di un cambiamento nel modo di fare shopping. Non più il
pezzo d’impulso buono per una stagione,
ma una preferenza verso capisaldi del guardaroba che non invecchiano. Oltre a buoni
materiali, tagli e dettagli, dati per
scontati, si cerca il confort, l’essere donante e qualcosa
che connoti. Lontano dagli effetti facili
da passerella, che ci saranno sempre. Il denim più che uno dei protagonisti
della
tendenza è quello che ha aperto la strada. Dalle origini da lavoro a
tessuto per ogni capo, situazione e per tutti, è entrato in ambiti diversi.
Come la sera, o accostato a materiali preziosi. Nell’ultima sfilata per la
prossima estate Simonetta Ravizza mette profili di visone sul giubbotto(a sinistra in basso). Dello
stesso concetto lusso-casual anche le shopper e i gilet in pelliccia a
righe da portare con gli shorts. Roy Roger’s
tinge il chiodo in oro e per i jeans studia dettagli raffinati (a destra in basso).Anche la felpa,
emblema dello sportswear brilla nella notte. Di perfetto taglio, è in lurex
all’esterno e in lana merinos all’interno quella di Silenzio,la nuova
collezione della rinata storica Manifattura Sorelle Fontana. Anche la sua
maglia poncho nera con profili bianchi rientra in questo concetto di elegante,
confortevole, ma habillé, per
l’esecuzione e i filati (a sinistra in alto). La maglieria, in genere, ha questa caratteristica di
eleganza chic nella sua apparente
informalità. Basta pensare a quella di
Pringle, brand antesignano della tendenza (a destra in alto). Tanto che negli anni Trenta la
scrittrice americana Premio Pulitzer 1921,
Edith Wharton scriveva: “Pringle ha trasformato il maglione capo pratico da indossare
a pezzo chiave del look, il dettaglio per essere irresistibilmente
affascinante”.
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