Questa
volta le istanze delle donne non c’entrano. Si parla di uomini, di sport, di ciclismo, di Giro
d’Italia e di Cervinia (quota 2050) che per l’arrivo della diciannovesima tappa
si è completamente colorata di rosa. A cominciare dai palloncini e le bandiere
sparse lungo tutta la salita da Chatillon
fino ai festoni sulle case
del paese.
Profusione di capi e accessori
rosa nei negozi di abbigliamento.
Dalla semplice T-shirt al piumino, alla borsa in pelle firmata Michael
Kors. Nelle vetrine biciclette in primo piano. Una troneggiava addirittura in
quelle della farmacia, circondata da scatole di medicinali. Su carta rosa le
proposte dell’agenzia immobiliare. Sui tavolini di bar e ristoranti tovaglie
rosa. Tante le bancarelle con gadget rosa, dalla maglia al berretto, dalla
bandana alla shopping bag. Nei
temporary store che invadevano entrambi i lati degli ultimi 700 metri della tappa, rosa perfino le bottiglie di
Prosecco versione Magnum e normale.
Varie le iniziative “personali”. In rosa le tutine per le bambine e i
completini delle signore, le maglie e
i cappellini dei signori, e anche le bandane sul collo dei cani. C’è chi
ha tirato fuori una vecchia bici con la ruotona e l’ha riempita di fiocchi
rosa, chi ha messo sulla porta dei vecchi sci di legno tinti di rosa e chi sui
pini del giardino ha appeso le classiche palle di Natale, ma rosa. Rosa
anche nel cielo, palloni a forma
di busto umano, lanciati come uno stormo di uccelli e coriandoli rosa per
festeggiare la maglia rosa Alberto Contador e il vincitore di tappa Fabio Aru.
Solo gli elicotteri non erano rosa.
Che orrore tutto quel rosa. E tu sei d'accordo, si capisce dalla conclusione (apparentemente neutrale). O sbaglio?
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