venerdì 22 maggio 2015

ANGELS (NON SOLO) IN AMERICA



Non sono angeli per le strane ali fatte con le pagine di un libro aperto. Ma per la straordinaria capacità nel loro quotidiano di provocare un sorriso, stupire, incuriosire, far scoprire un pensiero, ricordare un pezzo di vita, far tornare a mente qualcuno.  Gli  Angels of the world fotografati da Peter Wüthrich (Berna, classe 1962) non 
hanno un nome e neanche una vita particolare. Sono uomini, donne, bambini, adolescenti, vecchi, ragazzi, padri, madri fotografati per strada nel lungo viaggio dell’artista incominciato nel 2001 a Los Angeles. C’è la giovane donna che si sporge su Piazza S.Marco a Venezia  e ci sono due ragazze con abiti colorati su una spiaggia qualsiasi. C’è un uomo con cappello sulla baia di S.Francisco e ci sono due adolescenti che guardano dentro un giardino qualunque. Alle volte i luoghi sono definiti e identificabili, alle volte potrebbero essere dovunque. Il contesto alle volte è poetico, alle volte è anonimo, al limite dello squallido. Ci sono persone belle e brutte, visi intriganti e soggetti dallo sguardo spento. Gente in movimento e gente ferma, statica o fotografata in un attimo fuggente, come il papà che tiene per mano la bambina e ha uno sguardo dolce. Il filo conduttore non è solo quel libro sulla schiena che  simula le ali, ma un messaggio, forse involontario. Che invita a guardarsi in giro,  e cogliere, in giorni comuni, momenti speciali. Gli angeli di Wüthrich sono in mostra all’Atélier Les Copains di Milano fino al 31 luglio.

Nessun commento:

Posta un commento