mercoledì 7 maggio 2014

ZOO D'ARTISTI


Si intitola Animals, ma non ha niente del bestiario  ottocentesco, anche se può inserirsi nello stesso filone.  La mostra di sculture (aperta da ieri fino al 24 maggio a Milano in Via S.Andrea 17, nel cortile interno) curata da Marco Bertoli, insiste sul  rapporto uomo natura. Gli animali,  alcuni iperrealistici, altri meno, sono  un pretesto da cui partire. Tre gli artisti,  diversi tra loro come linguaggi, modi interpretativi e soprattutto materiali usati, la cui scelta è condizionante . Ecco i cervi a grandezza naturale di Paolo Grassino (Torino 1967) in alluminio patinato .I loro corpi  bucherellati esprimono leggerezza e fragilità in contrasto            con le  possenti corna in metallo pieno.  Suscitano  paura i due cagnoni neri in spugna sintetica su polistirolo e ferro.  Una combinazione   che riesce  a riprodurre la luminosità del pelo e nello stesso tempo ne accentua l’aspetto temibile, come l’assenza di bocca e occhi. Gabriele Garbolino Rù (Torino 1974)si concentra sulle teste. Di vitello,            

di maiale , di tigre, di cavallo e per ognuna sceglie un materiale differente,  per sottolineare  un aspetto forte della bestia. Bronzo tinta terra per il maiale sornione, alluminio lucente per l’enorme tigre che svela una  terrorizzante dentatura. Sono brani di un racconto poetico le sculture di  Jessica Carroll (Roma 1961). Come le api in bronzo su una sfera lucente che simula un favo. O i “Tredici modi di guardare un merlo” girotondo di uccelli in marmo nero del Belgio con becco in marmo giallo di Sicilia. O ancora l’organo in marmo bianco di Carrara e rosa di Portogallo, con rane e grilli sulle canne  per  un “concerto notturno”.    

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