venerdì 2 maggio 2014

CIELI GIALLI SU


Può esistere un iperrealismo surreale?  Sembra quasi un assurdo, il trionfo dell’ossimoro, forse un concetto per spiazzare, per stupire. Eppure si addice ai dipinti di Marco Petrus. Sono trenta quelli esposti alla Triennale di Milano dal 30 aprile al 2 giugno. Il titolo è Atlas, non così criptico come si potrebbe pensare. In fondo l’opera  del  pittore riminese (classe 1960), come dice lui stesso, è un atlante urbano, una guida simbolica e soprattutto emozionale alle architetture del mondo. Meglio che parlare di una città ideale, concetto un po’ troppo legato a schemi o progetti del passato. Ci sono edifici in strani, impossibili raggruppamenti, altri invece che hanno la fedeltà del dettaglio di una fotografia. Anche se si ha difficoltà a immaginarne la prospettiva con cui sono stati ripresi. Bastano comunque quei brandelli di cielo per far capire che non sono il frutto di un obiettivo. Certo ce ne sono di azzurri, ma sono forse di più gli arancioni, i gialli, i rossi cupi. Sono scelte cromatiche, come spiega l’artista, per riequilibrare, per evidenziare. Alcune architetture le riconosci immediatamente come quelle di Milano, per la maggior parte degli anni Trenta, progettate da Piero Portaluppi, Giuseppe Terragni, Giovanni Muzio, come il palazzo della Triennale che ospita la mostra. Ecco addirittura, simile a una foto aerea, l’incrocio di Via Moscova e via Turati dominato dall’immensa Ca’ Brutta di Muzio.  O il Garage Traversi di Via Bagutta, ora  nuovo polo del lusso, con tanto di scritta. Ma è riconoscibile anche la famosa Unité d’habitation di Marsiglia di Le Corbusier. Ci sono palazzi più recenti di Londra, Shanghai, New York. Tra l’altro nelle ultime opere gli edifici occupano tutta la tela, sono per lo più le facciate, con solo qualche triangolo di finto cielo o respiro. 
Il catalogo è edito da Johan & Levi con testi di Michele Bonuomo e Federico Bucci.   

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